giovedì 18 aprile 2013

730 mantovano


Questa mattina devo portare la documentazione per la denuncia dei redditi al commercialista.
Dov’è la stranezza? Che noi abitiamo a Verona e il commercialista a Mantova.

Scomodo…soprattutto quando mi tocca tornare a ritirare le carte e a pagarlo, verso giugno, e si muore dal caldo. (Mantova in questo senso somiglia ad un girone infernale).

Nel 2000, fuggiti dall’Eden dei Colli Euganei ci siamo trasferiti in provincia di Mantova, in un posto dimenticato da Dio e dagli uomini che si chiama Libiola.   
Mio marito era stato chiamato per una consulenza in un’azienda di Sustinente e così per un anno e mezzo abbiamo abitato in una villa con giardino messa a nostra disposizione…come rifiutare?!?

E’ stato un periodo abbastanza surreale, ma sotto certi aspetti molto bello.


Mio marito andava a lavorare in moto, facendo le stradine sugli argini del Po’ ed io accompagnavo nostra figlia all’asilo in bicicletta.

Il giardino era molto grande e ci ho lavorato con passione e grande soddisfazione. 
C’era un pero generoso di frutti, un melograno, un magnolia, un paio di bellissimi gingko biloba e poi piccoli aceri e cespugli di buddleja pieni di farfalle, pini argentati e rose che avevo portato a nuova vita dopo anni di abbandono.

Lungo il vialetto a primavera erano spuntate le calle e le peonie ed il prato sul davanti era delimitato dagli iris.  

La casa in precedenza era stata abitata dalla nonna del proprietario che adesso viveva con lui nella villetta a fianco della nostra. 

La cosa assurda era che la vecchia era ancora convinta di abitare lì e veniva con le cesoie a tagliarsi i fiori da portare via e si prendeva anche la nostra posta dalla cassetta.

Io le spiegavo che lei adesso abitava di fianco, ma mi guardava come un’usurpatrice e andava via agitando le mie meravigliose rose dal gambo lungo con fare minaccioso…

Una figura inquietante: pattugliava la strada tutto il giorno, con uno strofinaccio in mano, parlottando da sola e lanciando anatemi.

A parte questo non sono mancate altre emozioni nel nostro periodo mantovano: c’è stata la grande alluvione che per giorni ci ha lasciato col fiato sospeso. 
Il Po’ aveva invaso tutta la zona barenale e ogni giorno dall’argine lo guardavamo lambire i bordi e rischiare di oltrepassare la china e arrivare dritti a casa nostra…  
Nei vari paesi c’erano file di sacchetti sabbia a contenere i fontanazzi che si aprivano in continuazione e l’umidità ti spaccava le ossa.
Il male di schiena che abbiamo patito io e mio marito durante quell’inverno ce lo ricorderemo per sempre.
Un clima poco salubre in quelle zone! Mia figlia ha avuto un’otite che si è trascinata per mesi, costretta a soffiare con il naso dentro a dei palloncini, a fare aerosol, a prendere antibiotici a manetta.

Ci si sono arrugginite varie apparecchiature che avevamo messo in garage e perfino la lavatrice è stata da cambiare quando abbiamo traslocato a Verona.  
Ma abbiamo trovato il commercialista dei nostri sogni e così non l’abbiamo più cambiato.

E’ biondo, con una chioma leonina e ti riceve nel suo studio in pieno centro di Mantova indossando caftani ed infradito.   
Ha uno Yorkshire come cane da guardia ed è così rilassato che fa sembrare la stesura del 730 una piacevole incombenza.
Così un paio di volte all’anno faccio volentieri  questi  40 chilometri e lo vado a trovare per rivivere un po’ del mio periodo umido, tra il Po’ e i pioppeti.

Chissà se la vecchia è ancora viva…
.
.
.

9 commenti:

  1. Senti mai il bisogno impellente di tornare a quel tipo di vita, a parte l'umidità? Io abito alla periferia di un paesino minuscolo ma non è che faccio la vita di campagna.. ho un giardino con diversi alberi da frutta, l'orto, un vagone di lavoracci da fare per mettere a posto ma la vera campagna è attorno. Comunque voglio anche io un commercialista così!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Guarda che io la sto facendo anche adesso quella vita li, più o meno. Abito in un paese di 2000 persone a 8 km da Verona, l'odore degli allevamenti di maiali e delle varie concimazioni ci saluta quasi ogni mattina... Non avremmo mai potuto tornare in città!

      Elimina
    2. Sapete che io a volte ci penso a come sarebbe vivere in campagna? Certamente bellissimo. Ma io abito in centro ed è davvero comodo avere tutto comodo! Uso l'auto una volta a settimana per andare a fare la spesa. Coi bimbi ci si sposta a piedi. Al massimo in bici. E' tutto lento perchè è già tutto qui. Ma quando inizia il caldo, vorrei un prato e degli alberi. Mi servirebbero due case. La mia in centro da settembre a giugno e la casa di campagna d'estate.

      Elimina
  2. Bellissimi i ricordi del "Grande Fiume"!

    RispondiElimina
  3. Non potrei mai abituarmi all'odore così..come dire..campagnolo!!

    RispondiElimina
  4. Ok tu non lo dici, ma a naso, quel commercialista lì... dev'essere un bell'uomo! O no?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dieci anni fa, forse. Adesso si è un po' imbolsito, in ogni caso ieri mi ha ricevuto col figlio di 6 mesi in braccio, polo ciancicata e jeans. Forte!

      Elimina
  5. Chebbello! Anche io vorrei viver così ♥
    potere al commercialista fico.

    RispondiElimina
  6. Ma che belli questi racconti! In poche righe riesci sempre a concentrare tante sensazioni, che mi sembra di vederti serena in bicicletta così come incavolatissima con la vecchina!

    RispondiElimina