sabato 30 aprile 2011

Dei matrimoni


Ma chi sono io per non poter dire la mia sul matrimonio di William e Kate???

Certo: me lo sono guardato tutto in diretta, con l'occhio lucido e tutto il resto.  E allora?

Insomma, bisogna capirmi...oltre ad avere ormai l'età in cui ci si comincia a commuovere per ogni cosa, io ho vissuto il "trauma" delle spose costrette alla cerimonia civile.

Niente vestito da meringa, niente velo, poca gente, 10 minuti di pratiche burocratiche e via.

Avendo trovato un uomo di seconda mano (ben tenuto, per carità...) si è dovuto fare così.

In più, siccome per ottenere il divorzio ha impiegato il doppio del previsto grazie all'ostruzionismo della sua ex e alla lentezza cronica dei tribunali italiani, appena registrata la sentenza ci siamo fiondati in municipio.

Peccato che fosse dicembre.

E' stata una grazia che non nevicasse...
Sotto un cielo plumbeo siamo arrivati nella sala del consiglio comunale di Vo' Euganeo, dove le macchie di umidità erano malamente coperte dalle stelle di Natale rosa che avevamo affittato, e il Sindaco in quattro e quattr'otto ci ha sposati.

Il nostro matrimonio è registrato come n. 01, prova che in certi paesi è semplicemente assurdo non sposarsi in chiesa!

Comunque, tornando ai nostri sposini novelli, devo dire che mi piacciono. Sono carini, lui purtroppo si sta un po' sfalsando (i geni cavallini dei Windsor sono fortissimi...) ma in ogni caso sembrano innamorati.

Bello lo sfoggio dei cappelli. Alcuni veramente pazzeschi. Le cugine dello sposo erano inguardabili....

Vabbè, ai matrimoni se non si critica ci si perde metà del divertimento...


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giovedì 28 aprile 2011

Mamma che passione!

Da un recente rapporto dell'OCSE risulta che il 24% delle donne nate durante il baby-boom non ha figli.

Da qui una serie di preoccupanti previsioni sul futuro dell'Italia, sul fatto che nessuno ci pagherà le pensioni, sull'invecchiamento della popolazione e altre catastrofi piccole o grandi che ci sommergeranno.

In effetti si tende a fare meno figli di una volta, è innegabile.  Anch'io nel mio piccolo ne ho fatto solo una, ma, razionalmente avevo delle motivazioni: un marito padre di altri due figli nati dal precedente matrimonio.  Quindi alimenti da pagare, tempo da dedicare, preoccupazioni da condividere, cose così...

E alla fine, leggendo i vari articoli che cercano di spiegare questo crollo della natalità, i motivi che emergono sono sempre quelli: mancanza di soldi, di tempo, di assistenza, di lavori part-time, di nonni disponibili, insomma di aiuto.

Ma siamo stati davvero sinceri? O forse siamo stati solo egoisti e paurosi?

Il giorno di Pasquetta, tra le persone con cui ho trascorso la giornata, c'era una donna molto carina sui 35 anni, aveva con se' l'ultima nata di 4 mesi e la primogenita di 12 anni.  Bella radiosa ci raccontava che ne aveva altri 3 che erano rimasti col padre.  Dunque aveva 5 figli (2 maschi e 3 femmine).
A vederla così sembrava pacifica. In linea perfetta, per niente ansiosa, messaggiava come una quindicenne con qualcuno.  Non è neppure sposata con i padri (2) dei suoi figli.

Allora dentro di me ho iniziato a fare i soliti ragionamenti un po' acidi sulla questione: "che incosciente", "ma come fa?", "ma come è possibile al giorno d'oggi?" ecc. ecc.
Ho cominciato a indagare su cose pratiche, tipo se è ricca di famiglia o altro...  Niente di tutto ciò.

Al di là di ogni calcolo razionale e pratico, lei ha detto che quando è incinta sta bene. 
Che avere figli è bellissimo. 

E sapete una cosa? Io l'ho invidiata. 
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martedì 26 aprile 2011

Yuppies pentiti

25 anni fa Chernobyl...  Mi ricordo di quel giorno e di quel periodo.  Però i ricordi sono veramente assurdi e marginali come sempre quando si è giovani e tronfi.

Il totale disinteresse che si ha a 20 anni per ciò che non ci tocca proprio da vicino è veramente impagabile.

Io di allora mi ricordo la gran scocciatura di non poter mangiare insalata per un mese e altre verdure di cui sono sempre stata ghiotta.

Ancora più sconcertante il ricordo delle prese in giro ad un nostro amico che si sposava ed aveva organizzato il rinfresco nel più bel ristorante di Piazza Bra, costretto a rivedere il menù e a servire solo patate per contorno...

Ci sembrava tutto così divertente...un gioco.   Che idioti.

Col tempo, per fortuna o forse no, ho smesso di essere così superficiale e anzi, le notizie dal mondo mi preoccupano profondamente.  Vorrei davvero che non ci fosse bisogno dell'energia nucleare, così rischiosa, e anche del petrolio, per non dipendere più da qualche beduino pazzo...

Faccio del mio meglio per differenziare, per non sprecare energia, ma certo è una goccia nel mare.

Vedremo se i ventenni di oggi saranno più bravi di noi, sciocchi yuppies col Cherokee Chief che faceva un chilometro con 10 litri di benzina!
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sabato 23 aprile 2011

Pasque veronesi e non

Dai, sono stata brava anche quest'anno:
preparato il sugo, cotto il coniglio, telefonato ai parenti per gli auguri, lavato il cane, comprato l'uovo rigorosamente fondente, riempito il frigo per domani e dopodomani.

Se sono in vena vado perfino a Messa.
Se no che Pasqua è?!?

Mi sono ricordata di una Pasqua pessima che avevo cercato di rimuovere: Isola di Madeira, una ventina di anni fa. 
Da sola, in piena crisi da single per forza, in questo posto molto bello ma battuto da venti oceanici pazzeschi. 
Un grande albergo pieno di ricchi pensionati inglesi e io lì, sola al mio tavolino, circondata da camerieri in attesa, con l'occhio vitreo e tre stupidi ovetti di zucchero nel piatto.

La visita pomeridiana con degustazione alla Madeira Wine Company è stata un toccasana.
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giovedì 21 aprile 2011

Riti pasquali

E domenica arriva Pasqua... Mi verrebbe da dire: di già?!?  Ma non ho scuse, dato che come dicono i vecchiotti quest'anno "l'é alta" e quindi quasi in ritardo rispetto al solito.

Eppure a me 'sta festa non ha mai convinto.  Non c'è l'atmosfera natalizia, non c'è quella carnevalesca, non c'è niente se non il problema di cosa fare a Pasquetta.

Quando ero piccola per Pasqua mia mamma si comprava un tailleur nuovo. Ovviamente ci andavano dietro anche borsa e scarpe.  Non ho altri ricordi salienti. Tutt'al più le solite brutte sorprese nelle uova di cioccolato.

Quando sono stata più grande ho apprezzato solamente il fatto di essere in vacanza, senza sveglia al mattino e con la possibilità di fare qualche scampagnata.
Quella tipica è al "Palio del Recioto" a Negrar, in Valpolicella.  Se arrivi presto riesci perfino a parcheggiare e ad ubriacarti prima di mezzogiorno.

Altrimenti si va sul lago di Garda, in coda all'andata e al ritorno oppure verso Boscochiesanuova, in Lessinia, a mangiare le uova sode nei prati tra le cacche di mucca.

Negli ultimi anni invece, tempo permettendo, organizziamo una bella grigliata in giardino, da noi oppure dagli amici.
Io trovo molto divertente preparare il cibo in compagnia.  Si chiacchiera, si pilucca, si gioca con i cani, si rincorrono i cani che hanno rubato le costine, si beve troppo e si prende la prima ustionata che ti regala l'abbronzatura "da muratore" e cioè faccia e mezze braccia...

Oddio: domenica scorsa c'era il sole e come dice il proverbio "Sol su l'olivela, acqua su la brasadela".
E ci siamo giocati anche il barbecue!
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lunedì 18 aprile 2011

Volere non sempre è potere

Stavo guardando dei video musicali su YouTube e sono incappata in un bambino sud coreano che suona la chitarra acustica in modo favoloso.  Sono rimasta lì, ipnotizzata, ad ascoltarlo anche in altri video, dove era pure più piccolo, ma già bravissimo.


Che grande invidia. Io ho sempre desiderato saper suonare la chitarra. Tanti anni fa sono andata anche a lezione per qualche mese.
Non avevo grosse pretese. Il mio obiettivo era imparare gli accordi delle canzoni di Lucio Battisti,  non diventare Segovia.

Ma evidentemente c'è come un muro che mi impedisce di capire cosa devo fare.
Eravamo un gruppo di 5 ragazzi e partivamo tutti da zero.  Dopo qualche lezione gli altri strimpellavano già e capivano ascoltando la musica da quali accordi era composta.
Io ripetevo meccanicamente la sequenza, contando nella testa le battute, in tensione totale e senza la minima idea di quello che stavo facendo.
Un disastro.  Ad un certo punto ho preferito ascoltare i miei compagni per non rallentare le lezioni.  Quando poi hanno iniziato a scendermi lacrime silenziose, non sono più andata e basta.

Se in qualche film di fantascienza, tipo Matrix per esempio, mostrano la possibilità di imparare qualsiasi cosa, dal ju-jitsu a pilotare un elicottero, solo con l'inserimento di uno spinotto nel cervello per pochi secondi, ecco che io so cosa vorrei: vorrei imparare a suonare la chitarra e, perchè no, anche il pianoforte.

Com'è bello vedere quelle persone che ovunque siano, se trovano una chitarra o un piano, sanno cosa fare.  Sono subito circondati dalla gente, l'atmosfera si fa  amichevole, si può cantare insieme, non ci sono più barriere linguistiche e sociali, un sogno per me...veramente irraggiungibile.
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venerdì 15 aprile 2011

Dietro liceo, davanti museo

Addormentarsi sul divano dopo pranzo, e trovarsi con metà faccia esattamente identica alla trama del tessuto del bracciolo... e non si spiana!
Se mi era rimasto qualche dubbio sull'elasticità della mia pelle, adesso ho la certezza di essere decrepita.

Che brutta cosa.  Voglio dire, uno vive la sua vita, una giornata dopo l'altra, senza pensare veramente al tempo che passa.  Poi, di colpo, ti accorgi che la tal cosa è accaduta già 10 anni fa, oppure il figlio di qualche amico si sposa e tu te lo ricordi ancora con il pannolino e così via.

Oggi, per esempio, su Google celebrano il 122esimo compleanno di Charlie Chaplin.  122 è un numero bello grande e nella mia testa era più adatto a Cavour o Garibaldi.  Almeno quelli erano già morti quando io ero piccola.  Charlot no.

Il bello, o il patetico a seconda dei punti di vista, è che io dentro mi sento come quando avevo 25 anni o giù di lì.  Cado nell'errore perchè ho la fortuna che mi vadano ancora bene tutti i vestiti di allora e così in fondo mi vedo uguale.  Ma non è così.  I vestiti mi entrano ancora ma restano quasi tutti nell'armadio. Non è che siano passati di moda, anzi, molti sono degli evergreen, però io se li indosso sono comunque "stridente". 
Il mio istinto mi direbbe sempre di vestirmi di rosso (adoro), ma alla fine cado sul beige, grigio, nero, bianco o al massimo su qualche colore pastello.  Grande colpo di vita..

Una misera consolazione è che questa rottura dell'invecchiamento capita a tutti e quindi si passa il tempo a confrontarsi con i propri coetanei, famosi o meno, e a provare a trovarsi più in forma, a pensare a giudizi velenosi su pance e doppi menti, rughe, acciacchi vari... e se ne vediamo qualcuno che sembra nostro figlio siamo subito pronti a dire che è tutto rifatto e comunque "adesso con photoshop ti tolgono qualsiasi difetto!".
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mercoledì 13 aprile 2011

Coguare d'altri tempi

Ho appena finito di rivedere "Il Laureato" con la testa ancora piena delle mitiche musiche di Simon & Garfunkel e degli occhioni di Katharine Ross...

Che film carino, fresco, nonostante i molti, troppi, anni che sono passati da quando è uscito.

Dustin Hoffman così impacciato e la Bancroft gelida seduttrice.

Aneddoto personale: avevo 18 anni e una cotta pazzesca per un mio coetaneo, figlio di amici di famiglia.
Alto, ricco, molto figo insomma. 
Ci si vedeva alle varie cene e dopocene tra parenti e conoscenti. 
Dopo avermi ignorata per lungo tempo, iniziò a frequentarmi.
 
Molto "castamente" però: mi portava in gelateria, al cinema, a mangiare la pizza e poi, puntualmente alle 23.00, mi riaccompagnava a casa. 
Io, comunque esaltatissima, aspettavo con ansia il momento della sua "capitolazione".

Ad un certo punto i suoi genitori chiamarono i miei e, molto imbarazzati, chiesero se non fossero preoccupati che "i nostri ragazzi" stessero fuori fino all'alba...
Così si scoprì che dopo avermi accompagnata a casa, il ragazzo raggiungeva una signora separata con due figlie, che faceva parte della compagnia dei nostri genitori.
Io servivo solo come "copertura" e per far arrivare l'ora in cui le bambine fossero addormentate.

Che batosta!
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martedì 12 aprile 2011

L'isola degli inconcludenti

Seguo l'Isola dei Famosi a pezzi e bocconi.
Di più, onestamente, è difficile fare.

Ho visto interamente la prima edizione, così come il primo Grande Fratello, ma dopo tutto perde in freschezza, diventa ripetitivo e costruito a tavolino.

Di solito guardo il day time, così evito di sentire le urla sguaiate della Ventura e mi faccio un'idea di come sta andando.

Ormai le tipologie dei concorrenti sono fisse: un poker di sgallettate, una cinquantenne ex bella, il modello tenebroso, l'intellettuale e/o artista impegnato, lo sportivo in disarmo, il cantante da rilanciare... la nonna in gamba, qualche nobile e qualche sconosciuto, a caso.

Stessi ingredienti e stessi risultati tutti gli anni: litigi, piccoli flirt, alleanze, strategie (?), pianti.

Io noto soprattutto la mancanza di senso pratico: cosa state facendo sempre sdraiati a prendere il sole o a fare yoga?  Ma andate a pescare! Datevi da fare un po'!  Inventatevi una rete, una nassa, qualcosa... invece sono lì a guardarsi in cagnesco, a parlare di aria fritta, a preoccuparsi della salsedine nei capelli.

Sarà che mi è rimasto molto impresso il film Cast Away, ma questi, su una vera isola deserta, non durerebbero una settimana...
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lunedì 11 aprile 2011

Quando Sting era figo

Stavo riguardando con un misto di nostalgia e ammirazione i video che ho caricato questa settimana.

Ma quanto meglio era Sting quando era allegro e saltellante? Prima di diventare santone e profeta di sfighe? Tantrico e membro dell'elitario Chiantishire?

Non dico che non sia un ottimo musicista anche adesso, anzi migliore, ma lo trovo veramente insopportabile quando trasforma i successi dei Police in nenie malinconiche.

Questa sua evoluzione non mi è mai piaciuta fino in fondo...sì sì...molto bravo, impegnato su tutti i fronti del buonismo, ormai icona intoccabile dell'impegno sociale.

Ma che noia!
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domenica 10 aprile 2011

Due ruote....due palle!

In primavera, oltre alle erbacce infestanti che crescono rigogliose nel mio prato, c'è un altro tipo di infestazione costituita dalle fiumane di pseudo partecipanti al Giro d'Italia che pedalano compatti nelle nostre strade.

Appena viene voglia di farsi una gitarella in provincia, verso il lago di Garda o sui monti Lessini, ecco che ci si imbatte nel maledetto gruppo di ciclisti amatoriali, tutti impegnati a superarsi l'un l'altro, padroni di entrambe le corsie, concentrati sulla volata finale che li porterà alla sagra dell'asparago o a quella della tinca, sperabilmente in f..a a loro madre come gli augura cordialmente mio marito.

Che odio profondo....che poi guardandoli ci si chiede con che coraggio indossino quelle tutine da professionisti, fuori taglia e fuori età come sono nella maggioranza dei casi.

Anche suonando il clacson non si spostano e anzi, si incazzano pure, perchè stanno facendo l'andatura e hanno le loro tattiche per vincere la tappa, neanche fossero al Tour de France.

Ma questo tormento mi raggiunge anche a domicilio. Infatti attraverso il mio paese alcuni simpatici organizzatori fanno passare delle gare che purtroppo si svolgono su diversi giri.
Così la mattina presto o il primo pomeriggo della domenica  si viene svegliati dagli altoparlanti che intimano agli automobilisti di accostare perchè è in corso la gara ciclistica.... e passano le moto, le ambulanze, la macchina degli sponsor e poi loro.... i bastardi sulle ruote lenticolari, che si incitano a vicenda e si credono Contador o Armstrong.

Ma perchè non fanno come me? Io vado a pedalare lungo le stradine bianche, dove al massimo si incontra qualche trattore o qualcuno a cavallo.
Perchè non si buttano sul ciclismo su pista o anche su una cyclette da camera?
Perchè non si buttano semplicemente in un burrone?!?!
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giovedì 7 aprile 2011

Quando c'era Canzonissima

La notizia della morte di Gianni Brezza mi ha fatto ripensare alla televisione della mia infanzia.  Siccome io ho sempre avuto la fissa di leggere tutti i nomi elencati nelle sigle, sapevo bene chi era.

I primi programmi serali che i miei genitori mi hanno concesso di vedere erano proprio quelli del sabato sera e, quando ero molto piccolina, solo la sigla e poi a nanna.

La prima che ricordo è quella di Scala Reale.  C'era il mago Silvan che faceva un gioco di prestigio con le carte e uscivano i vari personaggi.  Allora mi sembrava veramente qualcosa di magico.
Poi ricordo canzoncine stupidissime cantate da Sylvie Vartan o da Raffaella Carrà.
Erano così radicate nella mia memoria che quando mia figlia era piccola le canticchiavo per farla divertire.
"Mamma canta ancora Zum Zum Zum o Machemu-machemu-machemusica maestro!" mi chiedeva sempre.

Ricordo Don Lurio che parlava in modo ridicolissimo e Pappagone.  Lola Falana e le gemelle Kessler.
Il bello è che sono tutti ricordi in bianco e nero, ma vividissimi.
Ricordo gli ospiti, per esempio quando arrivavano Gassman o Sordi a presentare "L'armata Brancaleone" o "Fumo di Londra".
E Mina, stupenda, quando cantava "Non gioco più" oppure "Parole parole parole" con Alberto Lupo.
Fred Bongusto con Minnie Minoprio che gli zompettava intorno, Johnny Dorelli, Sandra e Raimondo...

Credo di aver smesso di guardare i cosiddetti varietà da almeno vent'anni.  Non so, adesso nonostante i colori, le scenografie e quant'altro, mi annoio.
E' tutto già visto, tutto copiato, e copiato male.
In più: i titoli passano così veloci che non riesco neppure a leggerli! Mi hanno tolto anche questo piccolo passatempo...
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lunedì 4 aprile 2011

Cin cin

Ho fatto la standista al Vinitaly una vita fa.
Allora si svolgeva in settembre e durava ben 9 giorni.
Roba da farsi venire la cirrosi epatica.

Una mia amica aveva trovato da lavorare tramite conoscenze varie (funzionava così anche allora)  presso lo stand della Regione Toscana.


Da raccomandazione nasce raccomandazione e eccomi sistemata allo stand della Fattoria XY, produttrice di Chianti.

Era proprio un lavoro da donna oggetto...ma quanto mi sono divertita!

Non si doveva far altro che ciondolare nei pressi dello stand, in tiro e su altissimi tacchi, per attirare torme di avvinazzati ad assaggiare il nostro Chianti.
Si versava il vino e dopo con calma si sciacquavano i bicchieri.
Intanto il titolare concludeva i suoi affari.

Le giornate passavano così, in una specie di annebbiamento perenne, dato sia dall'atmosfera artificiale della fiera che dai numerosi assaggi ai quali ero giocoforza costretta.

Infatti dagli stand vicini partivano sfide e richieste di confronti, neanche io fossi una intenditrice.
E giù ombre!

Ho vissuto di vino, pezzetti di grana e crostini per una settimana.

Solo il mio giovane fegato mi ha salvato.
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venerdì 1 aprile 2011

I bimbi crescono, le mamme imbiancano


Quando da un autobus in corsa apostrofano tua figlia 14enne con un "rossa de cavei, golosa de osei" capisci che non è più una bambina... e anche che ha sbagliato il colore delle meches.

Sembra ieri quando faceva il bagno con tutti i pupazzetti dei dinosauri e la sera recitava con me "Stella stellina".

Invece eccola qua, un cucciolo di donna. Una che conserva la  paura di andare nel seminterrato perchè potrebbero esserci i mostri, ma che sa smanettare sul computer quasi come un hacker.
Una che sta studiando da sola il giapponese, scritto e parlato, ma che ha ancora difficoltà ad usare bene il coltello.

Guardandola a fondo vedi che è sempre lei, con tutte le piccole manie di quando era piccola, gli stessi difetti e le stesse espressioni. Le sue lentiggini e il suo pollice che si piega tutto all'indietro.
Ma è anche diversa.
La voce più bassa, i fianchi rotondi, le unghie multicolore e un  piercing sul padiglione dell'orecchio di cui va così orgogliosa...

Uno spettacolo in continuo divenire...una fonte di preoccupazioni sempre diverse... la prova vivente che ho fatto qualcosa di buono nella vita...e che gli anni sono passati, ma non inutilmente.

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