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giovedì 8 novembre 2012

E' cambiata la musica



Circa 30 anni fa avevo frequentato per qualche tempo una compagnia di ragazzi che poi, come spesso accade, si era dispersa.

Nel corso degli anni avevo avuto notizie di alcuni di loro per vie traverse.

Per esempio di uno sapevo, tramite mio marito che fatalità lo aveva conosciuto per lavoro, che si occupava di elettronica industriale.

La primavera scorsa mi arriva la sua richiesta di amicizia su Facebook.

Soliti convenevoli. 
Cosa hai fatto, come va, tag in vecchie foto …

Quest’estate sul suo stato appare la seguente scritta:

Tra meno di un mese apro un Sexy Shop, sono ancora indeciso sul nome da dare, quello che mi piace di più al momento è un logo con le tre note musicali SI-LA-DO , naturalmente ogni suggerimento è ben gradito, buona serata a tutti.”.

Il mio commento: “Ma è uno scherzo?”.

Risposta: “No, sono stanco di fare l'elettronico e ho deciso di crearmi un lavoro divertente e rilassante per la vecchiaia, visto che in pensione non ci si va più”.

Non ho più commentato, ma mi sono divertita a leggere i suggerimenti che gli arrivavano: ME-LO-DIA,  MI-LA-DO, LA-DO-SI-FA…

Alla fine il negozio è stato inaugurato a metà ottobre ed esiste pure la pagina su Facebook che lo descrive come “Boutique-Salotto erotico” dove si terranno anche non meglio precisati corsi.

Questa la lista dei suggerimenti per i prossimi regali natalizi:
  • Preservativi
  • Lubrificanti
  • Dildo e Vibratori
  • Massaggiatori
  • Completi intimi sia Maschili che Femminili
  • Candele da massaggio
  • Manette
  • Frustini
  • Bende
  • Nastri da Bondage

Così, approfittando del fatto che mio marito più o meno lo conosce, mi sono detta che ci si poteva fare un salto, tanto per dare un’occhiata.

Al mattino però.
Perché una volta a Parigi, mentre scendevamo da Montmatre verso le 10 di sera, ci siamo fermati a Pigalle a guardare le vetrine di un Sexy Shop e stavamo ridacchiando tra di noi quando un tipo losco si è avvicinato e ha chiesto a mio marito se ci interessava una cosetta a tre. 

Ci siamo allontanati a passi lunghi e ben distesi…

Non so se andremo. Quello che so è che le persone non finiscono mai di stupirmi.

Dai nastri isolanti ai nastri da bondage il passo è breve.

Chi l’avrebbe mai detto.
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giovedì 25 ottobre 2012

Al miglior offerente



Così accade anche che su siti simil E-Bay uno possa mettere all’asta la propria verginità e guadagnarci un bel gruzzoletto.

Di cosa ci meravigliamo ormai? 
Cose del genere sono sempre avvenute, magari in modo più discreto e senza pubblicazione di foto, nome e cognome e dettagli sul come e dove.

Ma tant’è.  

Le cose su cui riflettere invece sono altre: all’asta non c’era solo questa giovane ventenne, ma anche un ventunenne russo che ha “spuntato” solo 3.000 dollari ad una signora brasiliana contro i 780.000 dollari sborsati da un ricco giapponese per la ragazza.

Quindi come sempre le donne sono più furbe e gli uomini degli allocchi.

In effetti non c’è niente di più deprimente che accoppiarsi con un uomo maldestro: doverlo pure pagare mi sembra una follia.
Giusto il capriccio di una donna con l’attitudine all’insegnamento.

Quanto alla ragazza invece, sembra avere le idee ben chiare. 
Ha dichiarato che si tratta solo di un lavoro che le permetterà di viaggiare e pagarsi gli studi. 
L’uomo si sottoporrà ad esami medici ed avrà comunque l’obbligo di usare il preservativo.
Conclude dicendo che farlo una sola volta non fa di lei una prostituta.

Interessante affermazione. 

D’altra parte la mia concittadina Lory del Santo, molti anni fa divenne famosa per una notte d’amore passata col miliardario saudita Adnan Kashoggi che le regalò un diamante da favola. 
Tuttora imperversa in televisione, invitata a destra e sinistra, interpellata come guru della seduzione e circondata sempre da bella gente.

Il problema comunque non mi tocca più: io ho sprecato la mia prima volta, ovviamente gratis, con un insipido ragazzetto e quel che è stato è stato. 

Il problema serio è sempre quello di cosa trasmettere ai nostri figli. 
Che specie di messaggio dare e quali suggerimenti morali impartire. 

E’ un continuo scontrarsi tra immagini patinate di arrivati senza arte né parte e laureati disoccupati o che, per niente choosy, fanno i cassieri da McDonald. 

Sta a vedere quanto impiega questa puttanella in nuce a diventare una star di qualche soap sposandosi pure bene…
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giovedì 13 settembre 2012

Uomini in vetrina


Oggi c’è questa bella notizia (Corriere.it) che può anche essere un incentivo, se ce ne fosse bisogno, per andare a Parigi.

E’ stato aperto un Temporary Shop dove si possono visionare uomini seminudi in scatole trasparenti ed eventualmente contattarli per un successivo incontro.

Temporary perché poi l’aria finisce o perché vanno esauriti subito?

Qui bisogna indagare. Leggo che alcuni suonano, altri parlano, altri ballano.

“Sa voltà el globo” (il mondo si è capovolto) avrebbe detto mio nonno.

In ogni caso è vero.
Altri negozi di questo tipo saranno aperti in varie località europee ed in fondo si può capire: trovare un uomo decente e disponibile è sempre più difficile, pare.

Forse si tratta di una trovata pubblicitaria per lanciare qualcosa d’altro, tipo i virgultoni che si trovano nei negozi Abercrombie con i quali farsi fotografare, fintamente disinvolte.

Mah… sarà che sono fuori dal giro da molto tempo, ma questa storia dell’uomo oggetto non mi diverte più di tanto.
Già è acceso da tempo il dibattito sulle donne oggetto ed adesso invece di diminuire, il problema raddoppia.

Non mi piace l’idea della donna che si comporta da “uomo” della peggiore specie, da quello che valuta il possibile partner come un pezzo di bestiame al mercato.

Ma dove sono quei bei rituali del corteggiamento classico, gli sguardi, i primi discorsi, i fiori, i gesti gentili.

Qua siamo proprio terra terra.  Imbarazzante.
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sabato 2 giugno 2012

Pecunia non olet


E’ con un gran senso di fastidio che mi è capitato di vedere il promo di una trasmissione prossimamente in onda su Cielo: The Apprentice.
Questo ennesimo Talent Show dovrebbe essere una sfida tra giovani rampanti per avere successo nel campo del business, del marketing e della comunicazione.

Il vincitore avrà la possibilità di iniziare la propria carriera in una delle aziende del “Boss”.

La nota dolente è che il Boss è flavio briatore (non a caso scritto in minuscolo). 

Un individuo che definire repellente sotto tutti i punti di vista è riduttivo.
Una persona rozza ed ignorante, un arricchito che ha basato tutta la sua vita sullo stare in precario equilibrio tra la legalità e l’illegalità. 

Più volte indagato per i suoi loschi affari e le sue amicizie con gruppi di malavitosi vicini a delinquenti come Nitto Santapaola e Francis Turatello. Sfuggito al carcere perché rifugiatosi alle Isole Vergini e tornato ripulito grazie ad un'amnistia.
Poi miracolosamente risorto per l’amicizia con Luciano Benetton (sicuramente in debito con lui dai tempi delle bische milanesi).

E’ un uomo che per me rappresenta tutto quello che di schifoso c’è in questa nostra società dell’apparire: l’ostentazione, la frequentazione delle persone “giuste”, lo spregio alla miseria, la creazione di luoghi simbolo della decadenza come il Billionaire e il Twiga. 

Posti dove persone squallide ma con i soldi vanno a passare il tempo spiati ed invidiati da altrettante persone squallide ma senza soldi, che vivono di riflesso questa gloria effimera.

Mi repelle anche fisicamente, molliccio, con queste eterne ciabatte ricamate ai piedi.

Ha trovato la sua giusta compagna in quella sgallettata della Gregoraci, perché chi si somiglia si piglia.
Si sono anche riprodotti chiamando l’incolpevole figlio Nathan Falco. La battuta migliore che ho letto: “da due così non poteva certo nascere un “Aquila”!

Ma bisogna rassegnarsi. Queste sono le persone vincenti. Questi sono i sistemi per farsi invidiare. Questa è la regola per primeggiare.

Noi poveretti che abbiamo studiato diligentemente, che abbiamo fatto i nostri bravi concorsi, che abbiamo il mutuo e paghiamo le tasse.  Noi che voliamo low cost e compriamo ai saldi. 
Noi siamo degli sfigati.

Una cosa è certa: non guarderò nemmeno un minuto di questo programma.
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giovedì 22 marzo 2012

Non sapere che pesci pigliare...

Oggi ho imparato una nuova parola: novellame. 

Sì perché, nientepopodimeno che il Commissario Ue per la pesca ha scritto una lettera ad Andrea Camilleri esortandolo a non far più mangiare al Commissario Montalbano il novellame di pesce.
Quello che io conoscevo come “bianchetti” o “gianchetti”.

Quando la realtà entra nella fantasia, se si può dire così. 

Esiste una legge di un paio di anni fa che vieta la pesca degli avannotti e quindi questa signora ha visto bene di prendersela con un autore che scrive storie che si svolgono molto prima di questa data e comunque sono di fantasia.

Sicuramente l’ha fatto con le più buone intenzioni, ma si sta muovendo in un terreno che non è il suo. 

Se iniziassimo a sindacare sui contenuti dei romanzi, probabilmente lo scenario finale sarebbe quello di Fahrenheit 451, dove i libri andavano tutti bruciati perché pericolosi.

Dai, facciamo una prova. 

Inizio io scrivendo a tutti gli autori di storie di vampiri di fargli bere solo sangue dei donatori, anzi sangue sintetico, in modo da non danneggiare in alcun modo l’uomo e neppure gli animali.

Bandirò ogni storia dove il protagonista si accende una sigaretta, da La coscienza di Zeno alle avventure del Commissario Maigret, perché il fumo uccide.

Obbligherò James Bond ad usare auto ecologiche e gli revocherò la licenza di uccidere, perché non sta bene; per non parlare del Martini agitato e non mescolato, che deve bere “con moderazione”.

E cos’è questa Burrobirra che i protagonisti della saga di Harry Potter continuavano a bere nonostante fossero minorenni? Bisognerebbe andare a fondo della questione; cosa dire poi delle caramelle “Mille gusti più uno” che potrebbero provocare la carie?

Per favore, lasciatemi stare i libri. 

Ci sono già così tante regole e proibizioni che riducono la nostra vita a una sequenza infinita di stupidi adempimenti.

Fatemi almeno estraniare con le storie inventate, invidiare i protagonisti e le loro trasgressioni, sognare fughe dalla realtà.

Tanto il libro poi torna sullo scaffale e noi torniamo ad essere dei bravi soldatini.
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mercoledì 18 gennaio 2012

La nave dei folli

In questi giorni sto ascoltando, come tutti credo, i vari resoconti del naufragio della Costa Concordia.

Non è un disaster movie come le immagini potrebbero suggerire, ma è la triste realtà.
Si fa fatica ad accettarla. Siamo così arroganti.

Pensiamo di costruire navi inaffondabili, grattacieli indistruttibili, centrali nucleari sicurissime e invece veniamo puntualmente smentiti.

Qui si somma l’arroganza con l’imprudenza uniti ad una bella dose di vigliaccheria.

E’ una storia che si ripete tristemente a partire dal guidatore di Suv che investe qualcuno e scappa, al direttore di un’azienda che lascia sul lastrico tutti gli azionisti, alla finanziaria che fa saltare tutti i mutui e si potrebbe andare avanti.

Posti di responsabilità affidati ad incompetenti.
Persone apparentemente in gamba finchè tutto va bene.
Eleganti, piacione.
Persone a cui manca non dico l’onore, cosa ormai sconosciuta ai più, ma anche il più semplice buon senso.

Come siamo malmessi. E’ così demoralizzante constatare questa realtà. 

Ci sono atti di eroismo, uomini che si sacrificano per salvare gli altri, ma chi se li ricorda?
Il fratello di mia nonna si è tuffato nell’Adige per salvare un bambino caduto. L’ha fatto ed è morto. Gli hanno dato una medaglia al valore civile e chi s'è visto s'è visto.

A questi individui che provocano la morte o lasciano sul lastrico migliaia di persone cosa succede?
Le pene sono esemplari? Sono di esempio e monito per gli altri?
Non mi pare proprio.
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martedì 29 novembre 2011

Moves like Jagger


Questa mattina mi è capitato di vedere un recente video dei Rolling Stones. 
Li guardavo suonare, cantare e agitarsi, uguali a loro stessi da sempre. 
Da quando mi ricordo.
Voglio dire: questa gente si esibisce da prima che io nascessi.  

Se da una parte la cosa mi rassicura, banalmente perché sono più vecchi di me e stanno ancora bene; dall’altra mi provoca una serie di ragionamenti leggermente destabilizzanti.

Sono vivi nonostante tutto.  Belli magri, lucidi e scattanti. Non hanno nemmeno perso i capelli.
Hanno mogli, figli, nipoti.  Ok, sono pieni di rughe, ma a 70 anni chi non le ha?

Questi vecchi ragazzi ne hanno fatte di tutti i colori: vita sregolata, sesso promiscuo, droghe pesanti, alcol e quant’altro.

Allora, dico io, casca tutto il castello di carte fatto dalle raccomandazioni dei genitori, del medico e del prete, che io ho seguito e che cerco di far seguire a mia figlia.

Mi ritrovo, donna di mezza età, a non essermi mai ubriacata, a non aver neppure mai fumato uno spinello, se non come fumo passivo, ad aver sempre frequentato un uomo per volta e con metodologie molto tradizionali, ad aver cercato sempre di mangiare bene e dormire il giusto.

Ma che tristezza! Ma ne è valsa la pena? Ok, sono magra e sana, ma anche loro, sembra…

Mi domando se non ho sbagliato tutto. 
Adesso ormai è tardi e non c’è niente di più patetico di chi si lascia andare a 50 anni.  

Chissà com’è avere un trip con l’LSD, bere whisky e vodka fino a stramazzare, partecipare a un’orgia…temo che non lo saprò mai.

Oltretutto non sono nemmeno capace di suonare. 

Sento che sto iniziando a deprimermi…forse ci vorrebbe un goccetto… che il marsala per le scaloppine possa andar bene?
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