venerdì 31 gennaio 2014

Nel regno dei bonsai

Ecco un altro post in cui vi racconto delle meraviglie semisconosciute che si possono visitare a Milano e dintorni.


Il Crespi Bonsai Museum a Parabiago.

Se come me amate le piante e riuscite a dare un senso a questa nostra vita anche solo guardando la natura e le sue meraviglie, non potete mancare di trascorrere un'oretta in questo museo.

Qui Luigi Crespi ha raccolto 200 dei suoi oltre 100 mila bonsai, alcuni dei quali esposti a rotazione secondo la stagione migliore per ammirarli.

In una bella struttura di cemento, vetro e acciaio ci si immerge in un'arte antica e lontana, dove ogni "opera" è il frutto del lavoro di molti maestri.
Sì, perchè un bonsai spesso e sperabilmente sopravvive a chi lo ha creato e può allietare generazioni e generazioni di appassionati.

Ogni albero segue particolari forme e tipologie: spazzato dal vento, boschetto, sulla roccia, a cascata e così via.
E' contenuto in un vaso che è già prezioso di per sè e qualche volta piccole statuine ed ornamenti ne decorano la base, simulando un paesaggio o un giardino in miniatura.

Ci si sente un po' come Gulliver nel paese di Lilliput.



Il punto focale del museo è una sala a cuspide dove campeggia il bonsai Ficus retusa Linn, di oltre mille anni, contenuto in un vaso di terracotta considerato il più grande vaso bonsai del mondo.

Questa pianta spettacolare è stata acquistata da Luigi Crespi dopo 10 anni di trattative e periodicamente viene richiesta da miliardari europei ed arabi, che finora non sono riusciti a convincere il proprietario a venderla.

Si resta ammutoliti di fronte a tanta bellezza, al pensiero delle centinaia di maestri che l'hanno curato nel corso dei secoli, a tutte le fasi della storia che ha superato indenne...





Il mio amato acero, morto a 31 anni...
R.I.P.
Il pensiero va al piccolo bonsai di acero sedicenne che mi era stato regalato nel 1985.
Un alberino stupendo: d'inverno perdeva le foglie, in primavera si copriva di germogli rosso acceso che poi diventavano verdi foglioline a cinque punte, ingiallendo infine in autunno.

Ogni anno lo portavo a fare "il tagliando" in un centro specializzato e lo lasciavo lì anche quando andavo in ferie.
Come fosse un cucciolo lo curavo amorevolmente, usando speciali forbicine per potarlo e fertilizzanti cari come l'oro per nutrirlo.

E' sopravvissuto a due traslochi, dalla casa dei miei alla mia di single, a quella in campagna sui Colli Euganei.

Era un bellissimo trentunenne quando la vita ci ha portato a traferirci vicino a Mantova, lungo il Pò.
Tre mesi ed era morto stecchito.

Prima vittima dell'umidità di quei posti, seguito a ruota dalle nostre schiene, bronchi, nasi, elettrodomestici.
Un'ecatombe.

Da allora, pur avendo traslocato in un luogo più salubre, non sono più riuscita a mantenere in vita un bonsai.
Peccato.
.
.
.








martedì 28 gennaio 2014

Il video della settimana - 5/2014 - Placebo

Un amore sbocciato tardi, il mio per i Placebo.
Un preconcetto che risaliva ad un vecchio Sanremo mi impediva di ascoltarli serenamente.
Il front man Brian Molko aveva (ed ha) una faccia antipatica.

Faccio ammenda.
Questo ultimo lavoro del gruppo, uscito la scorsa estate, è stupendo.
Belle canzoni e belle parole.

A casa nostra girano incessantemente da mesi, alternandosi ai cari Linkin Park e Imagine Dragons, e piacciono a tutta la famiglia, cane compreso.

Too many friends, il video di questa settimana, parla di come i social network ci diano l'illusione di avere molti amici, che in realtà non ci conoscono affatto e con i quali non riusciremo mai ad interagire veramente, che non ci guarderanno mai in faccia perchè troppo occupati a guardare lo schermo.

Molte volte purtroppo è vero, ed anch'io mi sento colpevole di avere quest'attrazione malefica verso una macchina anzichè verso la persona in carne ed ossa.

Il video parte con una scena che viene scandagliata più volte e lo scrittore Bret Easton Ellis ci domanda come la interpretiamo e tutti posso inserire la risposta sullo spazio commenti di Youtube a significare che ogni avvenimento della vita viene condiviso, commentato e interpretato...

Loud like love contiene molte belle canzoni, vi lascio con quella che dà il titolo all'album, bellissima (lo so mi ripeto, ma è vero)



lunedì 27 gennaio 2014

Riviera romagnola - La foto della domenica - 26/01/2014

In questo freddo lunedì mattina eccomi qui a postare, con l'occhio ancora cisposo, le foto di un bel week end trascorso sulla riviera romagnola.

Sabato ho raggiunto in treno mio marito che era già lì per una di quelle riunioni plenarie che fanno le aziende.
Quelle riunioni che dovrebbero servire a "fare squadra", a focalizzare gli obiettivi e a motivare le maestranze tutte...

Astenendomi da commenti sulla validità o meno di queste iniziative, quello che posso dire è che si svolgono sempre in bei posti e quindi l'idea di prolungare di un giorno la sosta (a proprie spese, ovviamente) non è male.

Così, salutati tutti appena pranzato, siamo andati a farci un giro alla rocca di Gradara.


Il borgo è racchiuso da una cinta muraria ed in cima alla collina sorge il castello vero e proprio circondato da una seconda cinta, il tutto perfettamente conservato.
Un posto bellissimo. Semplicemente.

La posizione è strategica e la vista si perde verso tutto l'Adriatico e le colline marchigiane.


All'interno del castello sono esposte armi d'epoca e mobilio.
Aleggia romantica la triste storia di Paolo e Francesca, amanti uccisi dal marito di lei e cacciati all'inferno da Dante.

Ieri invece siamo risaliti verso Rimini dove abbiamo ammirato i vari reperti romani, presenti in tutto il centro e la stupefacente Casa del Chirurgo, scoperta in anni recenti, piena di bellissimi mosaici.

Abbiamo anche ripercorso i luoghi felliniani e passeggiato per il quartiere dei pescatori, molto pittoresco, dove ogni porta è diversa dall'altra e le case sono tutte corredate da targhe personalizzate e affreschi.


Poi abbiamo raggiunto Cesenatico, dove mio marito ha trascorso tutte le sue estati di bambino e ragazzo, così la visita si è trasformata in una sorta di pellegrinaggio pieno di sospiri e rimpianti...

Comunque il paese vecchio è molto carino e ben tenuto.

Bello e interessante il museo della marineria lungo il porto canale.
Purtroppo le bellissime e particolari vele delle varie imbarcazioni d'inverno vengono tolte...






La foto della domenica è un'iniziativa di Bim Bum Beta



venerdì 24 gennaio 2014

Immergersi nell'arte - #vangoghalive



Continuo con il racconto delle meraviglie visitate a Milano e dintorni all’inizio di questo mese.

Diciamo che iniziamo da Corso Como appena ristrutturato, delizioso,  ed arriviamo in quest’angolo ipermoderno che è Piazza Gae Aulenti dominata dal grattacielo Unicredit. 

Riflessi, ombre, acciaio… l’Instagramer gode come un pazzo.

Da lì si prosegue verso il Cimitero Monumentale, che meriterebbe una visita sia per l’aspetto architettonico che per le tombe dei personaggi famosi, ma il tempo è tiranno e pure brutto, così ci si dirige in via Procaccini dove era situata una antica officina per la costruzione e riparazione dei treni.

Tutta la struttura è stata rinnovata e dedicata a spazi per eventi artistici di ogni tipo, prendendo il nome di Fabbrica del Vapore.

Ferro, mattoni a vista, grandi vetrate: molto particolare e suggestivo.

Lì dentro, fino al 9 marzo prossimo, è in corso la mostra Van Gogh Alive.

Un modo diverso e nuovo per conoscere le opere di questo genio della pittura.
Nessun quadro originale esposto, nemmeno uno schizzo, ma 3000 immagini proiettate in altissima definizione ovunque, perfino sul pavimento, in un susseguirsi di temi, colori e suoni che ti fanno immergere nel mondo del maestro olandese.


All’inizio si rimane sconcertati: dal buio si passa ad essere circondati da pezzi di quadri enormi mentre la musica accompagna il divenire di opere famosissime, dalla stanza del pittore che si riempie dei suoi mobili ai paesaggi dove le pale dei mulini girano o le barche navigano sul mare.


Intanto scorrono frasi estratte dalle sue lettere, pensieri che rivelano il suo tormento, la sua visione della vita e cosa significava per lui poter disegnare.


I temi cambiano, ci si trova circondati da tulipani rossi o da girasoli, da frutta, ma anche da scarpe e scarponi.
Poi si passa ai visi, al mare, al grano maturo. 


Pezzi di quadri e quadri interi grandi decine di metri, mentre la silhouette dei visitatori immersi nel buio crea ulteriore fascino a questo evento multimediale pazzesco.

I bambini presenti simulano il nuoto sdraiati per terra dove scorrono immagini di mare e di fiumi e si divertono moltissimo.


Il ciclo delle immagini penso duri circa mezz'ora ma vale la pena rivederlo, dato che gli stimoli sono tali e tanti che in una sola volta non si possono apprezzare tutte le sfaccettature che gli ideatori hanno creato partendo dai quadri e dagli scritti dell’artista.


Mio marito, lo scettico della famiglia, era venuto a visitare questa mostra molto dubbioso, mentre io e mia figlia eravamo soprattutto curiose.

Alla fine ci siamo ritrovati con gli occhi lucidi ed un senso di appagamento e di gioia interiore che mai ci saremmo aspettati.

Un sogno bellissimo, un modo di apprezzare particolari e connessioni tra le opere che nessun museo tradizionale può offrire, un’esperienza preziosa da consigliare a tutti.


.
.
.

mercoledì 22 gennaio 2014

Le disavventure dei miei viaggi



Dopo il sacro il profano, nella fattispecie le disavventure dei viaggiatori: ecco il divertente tema mensile proposto questa volta da Monica di Viaggi & Baci.

All’inizio sono rimasta spiazzata, brancolando nel buio.
Nessun ricordo mi veniva in aiuto. 

Ma…possibile che tutto fosse sempre andato per il verso giusto?!
Allora scava e scava, qualcosa è emerso dal lontano passato. 

Infatti da quando ho conosciuto mio marito devo dire che le vacanze sono sempre andate bene, senza particolari problemi se non qualche tipico contrattempo di chi viaggia con cani e/o bambini tipo mal d’auto con relativi simpatici vomiti… oppure le code interminabili delle quali ho parlato recentemente.

L’unica vera disavventura è stata quando siamo andati per alcuni giorni in Trentino e ci siamo accorti di aver dimenticato a casa la macchina fotografica (e all’epoca i cellulari servivano solo per telefonare…).   
Ovviamente di quella volta non ci sono foto (!).

Monica ha spiegato che se non abbiamo fotografato la disavventura in senso stretto basta che la raccontiamo accompagnandola da un’immagine del luogo dove è avvenuta.

Quindi per le prime due farò così, mentre per la terza ho la testimonianza effettiva del “caso”.


Amsterdam e il mal di denti


Con i miei genitori e la nostra fida roulotte eravamo partiti per un giro Francia/Belgio/Olanda/Germania/Svizzera.

Fino all’arrivo ad Amsterdam tutto era andato per il meglio: Parigi e i castelli della Loira, la Normandia, Bruxelles…

Una mattina mio padre si sveglia con un mal di denti tremendo, tanto da decidere di andare al pronto soccorso.   

Lì gli dicono che i quattro denti che sostenevano la sua protesi sull’arcata inferiore erano da togliere perché c’era una grave infezione in corso.

Risultato: estrazione, antibiotici e protesi inservibile.

Siamo tornati a casa? Giammai!

Da lì in poi è andato avanti a minestrine, omogeneizzati di carne e banana schiacciata. 

Così senza i denti di sotto sembrava il vecchietto del West ma questo non glielo ho mai detto…


Turchia e benzina super


Quell’anno l’intenzione era di visitare la Cappadocia e poi proseguire verso l’Iran, destinazione Teheran.

Dunque partiamo da Kayseri e circa 200 chilometri dopo, nelle vicinanze di un posto chiamato Gurun, mio padre si rende conto che sta finendo la benzina. 

Nei distributori si trovava solo quella normale ma a noi serviva la super. 

Chiediamo e ci dicono che per la super bisogna tornare a Kayseri o andare a Malatya, distante circa 150 chilometri.

Allora lascia auto, roulotte, me e mia madre sotto la stazione di polizia di Gurun e parte verso Malatya con due taniche da 25 litri a bordo dell'auto di un signore che ha accettato di accompagnarlo avanti e indietro solo per l’onore di poterlo aiutare.

E’ tornato dopo molte ore, con la benzina super e una faccia strana.

“Ma… - chiediamo - ci son stati problemi? Sembri a pezzi.”
“No, sarebbe andato tutto bene, se non fosse che da quando sono partito ad ora, l’autista ha ascoltato a tutto volume musica tradizionale turca, salmodiandoci sopra senza sosta… 
Ho un mal di testa terribile: "Malatya” di nome e di fatto!”.

La mattina dopo siamo ripartiti, ma non era proprio destino che arrivassimo in Iran dato che dopo Erzurum la strada era interrotta completamente.
Così, su due piedi, abbiamo deciso di girare a destra e proseguire verso la Siria… 

Perché mio padre era così: niente poteva impedirgli di viaggiare.


Sirolo e il tutto esaurito


Con l’entusiasmo tipico di chi ha appena dato la maturità io, tre amiche e la mamma di una di loro, partiamo con due tende canadesi imprestate alla volta del Conero.

Ci presentiamo alla reception dell’unico campeggio esistente e ci viene detto che è tutto esaurito, ma che forse l’indomani si sarebbe liberata una piazzola.

Però non ce la tengono, nemmeno pagando in anticipo: dobbiamo presidiare l’uscita ed appena vediamo che qualcuno se ne va, fiondarci ad occuparla.

A questo punto la soluzione era una sola: 
parcheggiare vicino al cancello le nostre due mitiche auto, una Dyane 6 e una 127 (nessuna delle due con i sedili ribaltabili) e gonfiare i materassini.

Abbiamo dormito lì, tra le due auto, per terra come i profughi, ma la mattina dopo il posto era nostro e ci abbiamo trascorso una decina di giorni meravigliosi.

Da allora mi è capitato di dormire in alberghi molto belli, anche a cinque stelle, ma quella è una notte che ricordo sempre come una delle più felici della mia vita.
.
.
.

lunedì 20 gennaio 2014

Il video della settimana - 04/14 - TEDx Verona


Il primo video su Verona filmato con i droni.
Io, innamorata da sempre della mia città, ne sono rimasta veramente affascinata.

E' stato girato per promuovere la prima edizione di TEDx a Verona che si terrà il prossimo 23 febbraio al Palazzo della Gran Guardia.

Tema: il pensiero laterale.

Affrontare i problemi, le sfide considerando tutti i punti di vista, cercando soluzioni indirette, fuori la logica sequenziale comune e quindi fuori dal coro.

Vi avevo già parlato delle conferenze TED e di quanto mi abbia colpito il loro motto: "idee che meritano di essere diffuse" (certo in inglese suona meglio).

Lo avevo intitolato TED che cambierà il mondo e da allora sono molte le mini conferenze TED che ho visto su Youtube.  Alcune veramente bellissime.

Spero che quella di Verona sia solo la prima, che i cento fortunati che vi parteciperanno diffondano il verbo e che tante altre belle idee vengano diffuse e soprattutto recepite.
.
.



venerdì 17 gennaio 2014

La massa bruta




Oggi è venerdì 17 e quindi anche la data ben si accorda con il mio malumore.

Elemento scatenante il fatto che mia figlia è in gita con la sua classe a Milano per visitare la mostra “Pollock e gli irascibili”.


Una mostra che durante le vacanze di Natale abbiamo tentato di visitare senza successo, dato che la coda faceva il giro per tutta piazza del Duomo.

Allora parliamone. 

Parliamo di questi eventi e anche di quei monumenti strafamosi e pubblicizzati che è ormai impossibile godere durante il week end o le feste/ferie comandate.

Bisogna essere di quelli fortunati per evitare la ressa.
Non so, vivere di rendita, avere impieghi che consentono di fare le vacanze fuori stagione o almeno di prendersi permessi infrasettimanali.

Altrimenti va così.  

Ci si sobbarcano un`ora o due di fila e una visione in mezzo alla calca con alitosi e ignoranza delle più elementari norme igieniche, o si rinuncia.

Ma la cosa ancora più sconvolgente per me è che questa calca perenne è formata per la gran parte da persone che non hanno nemmeno un grande interesse in quello che stanno facendo. 

Sono arrivati lì perché la visita faceva parte di un pacchetto, perché il volo era quasi gratis, perché fa figo esserci… ma se gli mostri una cartina geografica non sanno neppure dirti dove cazzo sono. Per non parlare di Pollock o di chi per esso, che non se lo sono mai filati nemmeno di striscio.

Ma bisogna viaggiare per forza.  

Tutto questo carrozzone di offerte imperdibili, di weekend tutto compreso, di vacanze all inclusive hanno stanato migliaia di individui che una volta andavano felici a Gatteo Mare e facevano il giro in risciò lungo il vialone.

Loro stavano lì a spalmarsi l’olio di cocco e io viaggiavo tranquilla.

Si incontravano persone con la passione per il viaggio e non solo per la meta, ammutolite di fronte alle bellezze studiate sui libri e finalmente viste con i propri occhi.

Adesso sono tutti in giro.
Se lo possono permettere e allora vai con l’invasione, purtroppo neppure silenziosa.
Perché anche il tono di voce li contraddistingue.   

Sono quelli che bloccano i bagni negli autogrill, che stazionano inebetiti di fronte ai cretini che fanno le statue davanti i monumenti, che a Verona (più di 2000 anni di storia) fotografano la vetrina del Disney Store.

Non c’è soluzione, mi rendo conto.  

Avendo a disposizione per le vacanze o le gite solo i periodi più merdosi, mi devo inventare mete alternative, mostre dimenticate, paesini semisconosciuti.
Bellissimo, per carità.  

Ma qualche volta vorrei anch’io visitare quella cosa famosa e popolare.

Vorrei tornare sulla Torre Eiffel senza farmi venire un attacco di bile (vedi post Una vacanza in coda), vorrei vedere il Cenacolo di Leonardo senza dover prenotare con 6 mesi di anticipo e starci solo un quarto d'ora con altre 25 persone, vorrei visitare una mostra senza arrivarci già stanca per le ore di attesa.

Vorrei vedere accanto a me persone che apprezzano veramente il fatto di essere lì…

Invece, come dice mio marito, ci guardiamo i documentari in tv, belli comodi sul divano e viviamo dei ricordi di quei viaggi fatti in tempi non sospetti.

Il nostro sogno sarebbe andare in Egitto prima o poi.

Sai chi c’è andato recentemente? 
La mia parrucchiera.   

Questo il dialogo:

"So stà a Sciarm"
"Bello - dico io - e ha fatto l'escursione ad Abu Simbel?"
"No, mi i squali no me piase, preferisso ciapàr el sol."

Abu Simbel, snorkeling; sono sempre parole "foreste".
Non si può pretendere che tutti siano poliglotti…
.
.
.

lunedì 13 gennaio 2014

Il video della settimana - 3/2014 - Fabio Concato

Ci sono una serie di pezzi di Concato che potrei definire pietre miliari della mia vita.

"Guido piano" è una di queste ma non solo: l'album uscito nel 1984 è semplicemente perfetto.

Ci aggiungiamo Domenica bestiale di due anni prima ed il caro Fabio Concato si guadagna un posto d'onore nella mia discografia del cuore.

Mi ricorda i primi week-end trascorsi a casa di quello che sarebbe poi diventato mio marito.
Le persiane socchiuse, la campagna assolata, ore pigre piene di dolcezza, biscotti a forma di cuore la mattina....

Questo cantautore milanese è un poeta che canta. Io la vedo così.

Ormai si sente poco, ma io ho trovato una chicca che lo vede esibirsi insieme ad un altro dei miei personaggio preferiti: Stefano Bollani.

Che eleganza: