Sì ancora lui. L'ho già proposto l'anno scorso ma mi piace troppo e così replico.
Questa canzone ben si adatta alla settimana entrante, che ci vede carichi come molle in partenza per il Vintage Festival di Padova.
Pencil full of lead è la matita nuova ben temperata, pronta a disegnare.
Come dice il testo all'artista non manca nulla: nulla può andar male e lui è pronto ad affrontare il futuro pieno di entusiasmo.
Così siamo noi, con le nostre opere già incorniciate ed imballate, con le cartoline stampate, preparati a rispondere ad ogni quesito su tecniche e materiali, con l'outfit già studiato ed i siti aggiornati per poter far fronte ad eventuali ordini di riproduzioni e gadget personalizzati con qualcuno dei quadri esposti.
La musica è caricata sui cellulari, la lista delle cose da non scordare si sta riempiendo e le premesse sono incoraggianti.
Sul mio I-phone ci sarà anche l'ultimo album di Nutini: Caustic Love, un disco molto blues, dove la sua voce trova la migliore dimensione.
Questa è Iron sky, struggente e bellissima (il monologo centrale è tratto da "Il grande dittatore").
In questo post so già che userò tutti i più triti luoghi
comuni sul potere della musica e su quanto sono meravigliosi i suoi effetti.
Ieri ho trascorso una bellissima serata al Castello di
Villafranca Veronese dove si esibiva Paolo Nutini, un cantautore scozzese di
chiare origini italiane.
Questo talentuoso venticinquenne ha pubblicato il suo primo
album nel 2006, venduto milioni di copie, aperto i concerti di Rolling Stones,
Amy Whinehouse e KT Tunstall e rappresenterà la Scozia nel concerto inaugurale alle prossime Olimpiadi di Londra.
Non è molto conosciuto alla grande massa, ma milioni di
intenditori lo amano e seguono le sue esibizioni in giro per il mondo e, come
me, aspettano con ansia l’uscita del prossimo album prevista per fine anno.
Ieri la location era ideale: un castello per uno
scozzese!
In realtà del castello non
rimane molto, ma sono praticamente intatte le mura che lo proteggevano e quindi
nella grande area centrale trovano posto migliaia di persone che durante tutta
l’estate seguono i vari spettacoli che si susseguono da qualche anno a questa
parte.
A Paolo Nutini il merito di aver riunito un pubblico
trasversale, ragazzi ed ex ragazzi, uomini e donne italiani e stranieri, tutti
in piedi battendo ritmicamente le mani, ballando e cantando, bevendo birra,
scattando foto col cellulare.
Il suo genere spazia dal pop al folk, passando dal soul al
soft rock e incanta con la sua voce graffiante e la sua presenza scenica così
coinvolgente.
Guardavo in faccia i miei vicini. Eravamo contenti, ci
sorridevamo, per due ore magicamente ci siamo dimenticati i problemi, le
differenze, i rancori e perfino il caldo…
Ogni volta che sono ad un concerto o che lo seguo in
televisione mi scopro a fare gli stessi pensieri:
tutta questa gente che ama la
musica come me, che si sta divertendo pacificamente, che sta evidentemente bene…
com’è possibile che poi, una volta fuori, sia la stessa che magari ruba,
ammazza, complotta, che è intollerante, in
parole povere che sia gente cattiva?
Evidentemente l’effetto benefico della musica è solo
temporaneo… io comunque stamattina sono ancora radiosa e canticchiante e
speriamo che duri!