mercoledì 31 ottobre 2012

Lo Swap delle Zucc-one

Lo so, questa è un'anomalia.
Il mio blog di solito non tratta di CRAFT & DIY, di ricette, di riciclo creativo e via dicendo.

Però ero invidiosa.

Diverse amiche blogger sono attive in questo campo e hanno molte soddisfazioni.

Si frequentano e frequentano le fiere specializzate, pubblicano tutte le loro creazioni ed alcune le vendono pure con successo.

Made by Guà
Così mi sono infiltrata in un'iniziativa lanciata dai blog Tulimami e Vivere a Piedi Nudi, tanto per mettermi alla prova.

Si trattava di creare qualcosa a tema "Zucca" e spedirlo ad un'altra persona che si era iscritta all'evento e che veniva abbinata per estrazione.

Una trentina di "Mani di Fata" hanno partecipato e quando ho iniziato a vedere cosa avevano creato mi sono chiesta chi me l'aveva fatto fare...

Intanto credevo di aver interpretato male l'obiettivo dello Swap: tutte avevano creato una zucca in materiali diversi, mentre io ero partita in quarta con la creazione di qualcosa di utile che fosse decorato con una zucca.

In più ero convinta che si trattasse di qualcosa che doveva essere inerente a Halloween.

Si vede proprio che sono avulsa da questo mondo.

Made by Loretta

Ma per fortuna il cielo mi ha assistito nell'abbinamento e la mia compagna di avventura ha interpretato nello stesso modo il tema del nostro lavoretto.

Così io le ho spedito questo set di presina e guantone di jersey arancio e raso nero, cucito a macchina e a mano, recuperando stoffe di vecchi costumi di carnevale e imbottitura di un cuscino rovinato, mentre lei mi ha regalato questo Sewing Kit in panno lenci.

Adesso ho un calo di tensione e posso guardare con serenità le altre meraviglie create dalle abili mani delle blogger "creative di mestiere".

martedì 30 ottobre 2012

Quando andare al cimitero era bello



Ero piccola quando con i miei genitori si andava a piedi al Cimitero Monumentale di Verona.
Si faceva una lunga passeggiata, scendendo dalla Valdonega lungo l’Adige fino al grande viale alberato che conduceva all’Albergo dei due Leoni, come è bonariamente chiamato il nostro cimitero cittadino.

Infatti due grandi leoni in pietra fanno da guardia ai lati dell’ingresso.

Seguendo la tradizione ci si andava esclusivamente in questi giorni e poi per tutto l’anno non ci si pensava più.

Mi piaceva camminare sotto i lunghi porticati dove ci sono le tombe ottocentesche. 
Statue e fregi bellissimi, bassorilievi e scritte poetiche.
E’ come visitare un museo e leggere un romanzo nello stesso tempo.
Sculture annerite dal tempo e nomi scoloriti avevano un fascino speciale per me.

Al centro, in piena terra, centinaia di tombe più modeste, coperte di fiori multicolori.

Era allegro. 

C’era da girarlo in lungo ed in largo per andare a trovare tutti i parenti. 
Bisnonni, prozii, una nonna mai conosciuta, vecchi vicini di casa di mia madre.

Ascoltavo con interesse tutti gli aneddoti sulle varie persone: la prima moglie del nonno, così altera, però si era sposata incinta… 
La prozia zitella che era rimasta a badare ai vecchi genitori mentre mio nonno si trasferiva per lavoro a San Daniele del Friuli, il bisnonno che era stato mandato al confino perché era socialista, la prozia che si era sposata per procura con il figlio dell’ambasciatore argentino, inetto ma ottimo pianista.

Io non ero triste. 
Anzi ero affascinata e pensavo che avrei potuto scrivere un romanzo prendendo spunto da ogni vecchia lapide che leggevo.

Una volta finito tutto il giro, tornavamo verso casa fermandoci in pasticceria a comprare un sacchetto di Favette dei Morti, dei dolcetti di pasta di mandorle dai colori pastello.

Non rispetto più la tradizione della mia famiglia ed anzi non ricordo nemmeno dove sono sepolti tutti i lontani parenti le cui storie mi affascinavano tanto.

So solo dove è sepolto mio padre e non mi piace saperlo lì, nei sotterranei dove sono relegati quelli che si sono fatti cremare.

C’è troppo colore nel cimitero in questi giorni.  
Ci andrò più avanti, quando i fiori saranno appassiti e non disturberanno la mia tristezza.
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domenica 28 ottobre 2012

La foto della domenica - 28/10/2012

Oggi pioggia torrenziale.

Dopo la notte passata praticamente in bianco a causa del vento che ha soffiato fortissimo ci siamo aggirati come zombie per casa, cambiando l'ora ai vari orologi, guardando i gran premi alla TV, provando il nuovo Windows8 e... facendo un photo shooting per la mia consueta foto del progetto weekend di Instagram.

Questa settimana il tema era "Behind the lens", dove suggerivano di farsi un autoritratto, possibilmente evitando le solite foto allo specchio oppure quelle ai propri piedi.

Così ho pensato di realizzare alcune foto a cui pensavo da tempo, utilizzando come soggetto "co-protagonista" una serie di Polaroid della collezione di mio marito: le i-Zone.

Sono delle fotocamere prodotte fino al 2000 per una clientela giovane se non proprio infantile.  Utilizzavano un formato piccolissimo di pellicola, adesiva, in modo da poter creare degli sticker.
Noi ne abbiamo i più disparati modelli, da quello della Barbie a quelli dei Looney Tunes, colorati, trasparenti e particolari, come quello inserito in un contenitore da tavolo, completo di specchio per farsi gli autoritratti.


Così mi sono truccata pesantemente, ciglia finte e rossetto carminio, orecchini arcobaleno e mi sono posizionata davanti la parete dove sono accatastate decine di scatole di Polaroid.

Già che c'eravamo abbiamo fatto scatti anche con la Canon e con due Polaroid funzionanti, cambiando anche le i-Zone con una serie colorata di Impulse.

E' stato divertente....ma togliersi le ciglia finte molto meno!

La foto della domenica è un'iniziativa di Bim Bum Beta







giovedì 25 ottobre 2012

Al miglior offerente



Così accade anche che su siti simil E-Bay uno possa mettere all’asta la propria verginità e guadagnarci un bel gruzzoletto.

Di cosa ci meravigliamo ormai? 
Cose del genere sono sempre avvenute, magari in modo più discreto e senza pubblicazione di foto, nome e cognome e dettagli sul come e dove.

Ma tant’è.  

Le cose su cui riflettere invece sono altre: all’asta non c’era solo questa giovane ventenne, ma anche un ventunenne russo che ha “spuntato” solo 3.000 dollari ad una signora brasiliana contro i 780.000 dollari sborsati da un ricco giapponese per la ragazza.

Quindi come sempre le donne sono più furbe e gli uomini degli allocchi.

In effetti non c’è niente di più deprimente che accoppiarsi con un uomo maldestro: doverlo pure pagare mi sembra una follia.
Giusto il capriccio di una donna con l’attitudine all’insegnamento.

Quanto alla ragazza invece, sembra avere le idee ben chiare. 
Ha dichiarato che si tratta solo di un lavoro che le permetterà di viaggiare e pagarsi gli studi. 
L’uomo si sottoporrà ad esami medici ed avrà comunque l’obbligo di usare il preservativo.
Conclude dicendo che farlo una sola volta non fa di lei una prostituta.

Interessante affermazione. 

D’altra parte la mia concittadina Lory del Santo, molti anni fa divenne famosa per una notte d’amore passata col miliardario saudita Adnan Kashoggi che le regalò un diamante da favola. 
Tuttora imperversa in televisione, invitata a destra e sinistra, interpellata come guru della seduzione e circondata sempre da bella gente.

Il problema comunque non mi tocca più: io ho sprecato la mia prima volta, ovviamente gratis, con un insipido ragazzetto e quel che è stato è stato. 

Il problema serio è sempre quello di cosa trasmettere ai nostri figli. 
Che specie di messaggio dare e quali suggerimenti morali impartire. 

E’ un continuo scontrarsi tra immagini patinate di arrivati senza arte né parte e laureati disoccupati o che, per niente choosy, fanno i cassieri da McDonald. 

Sta a vedere quanto impiega questa puttanella in nuce a diventare una star di qualche soap sposandosi pure bene…
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martedì 23 ottobre 2012

Similitudini



La settimana scorsa chiedevo a mia figlia notizie sulle elezioni dei rappresentanti degli studenti nel suo liceo.

Durante il biennio mi aveva raccontato a grandi linee come si era svolta la campagna elettorale, le varie assemblee, chi si era candidato e soprattutto le proposte delle varie liste.

Sulla carta i programmi erano molto validi. 
Si andava dalla creazione di gruppi di studio pomeridiani dove un tutor avrebbe aiutato gli studenti più deboli nelle varie materie, alle proposte di attività parascolastiche interessantissime, sconti nei negozi più appetibili per i giovani, piastre sportive, viaggi, laboratori, ballo di fine anno e chi più ne ha più ne metta.

Lei, fiduciosa, aveva votato la lista che più le sembrava rispecchiare i suoi desideri.

Ma nulla di quello che era stato proposto aveva visto la luce. 
Ne’ in prima ne’ in seconda superiore.

Ha deciso che non voterà perché tanto non serve a niente.

Le ho fatto “pat pat” sulla spalla e le ho detto: “Se non altro hai avuto una bella lezione di vita su come funziona la politica”.

Ogni giorno quando torna a casa da scuola e mi racconta cosa è successo in classe, come si comportano i suoi compagni ed i professori, le ripeto che lei sta vivendo in un microcosmo che rappresenta perfettamente la realtà più ampia dove vivrà il resto della sua esistenza.

Le ingiustizie ed i pettegolezzi inutili. 
I furbetti che copiano, gli onesti che restano al palo. 
Le doppie facce, quelli a rimorchio e quelli che tirano. 
I fortunati. 
Buoni, cattivi, belli e brutti.   
Amici, falsi amici, nemici leali, pezzi di merda.

E’ tutto uguale. Prima impara e meglio è.

Non sono solo le materie che studia faticosamente che la formeranno, anzi.
La classe e la scuola sono il terreno in cui fare pratica per vivere. 

In cui perdere le illusioni dell’infanzia, il mondo di bambagia in cui spesso ti confinano i genitori.

Il mondo in cui devi iniziare a tirare fuori gli artigli e dimostrare quello che vali.

Lottare per farsi ascoltare, capire quando conviene tacere e quando vale la pena impuntarsi per ottenere giustizia.

E’ un esercizio quotidiano.  

Osserva, le ho detto. Non dare giudizi affrettati. 
Cerca di capire le dinamiche e non sprecare tempo a rimuginare su quello che non si può cambiare.

Poi farai come tutti noi: ti crei uno spazio tuo, sia reale che interiore, dove coltivi la tua felicità, dove puoi essere libero di esprimerti e di mostrarti.

Uno spazio dove fare entrare solo persone fidate, quelle su cui contare per tutta la vita.
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lunedì 22 ottobre 2012

La foto della domenica - 21/10/2012

In ritardo clamoroso arrivano anche le foto scattate ieri.

Dopo aver sbagliato data per quanto riguarda il mercatino dell'antiquariato di Valeggio sul Mincio (sarà domenica prossima...) l'abbiamo voltata in coppe, come si dice da noi, e siamo andati a farci una passeggiata a Peschiera del Garda.



Solita atmosfera rilassata e vacanziera, soliti tedeschi perennemente in ferie, aria un po' frizzantina che soffiava dal monte Baldo.


Scoperta di scavi romani che non avevamo mai visto, nonostante siano emersi nel lontano 1974...


Barchette, papere, cigni e....


super pausa caffè!

La foto della domenica è un'iniziativa di Bim Bum Beta


domenica 21 ottobre 2012

Il bello ed il brutto delle donne - Abilmente a Vicenza



Odio quando tutti i più triti luoghi comuni sulle donne trovano conferma.

Ieri sono stata ad Abilmente, la mostra internazione della manualità creativa. 
Mi ha accompagnato mio marito, trasformatosi in breve tempo da “autista-chaperon” a “santo-martire”.

Si è iniziato a vedere qualcosa di strano già all’uscita dal casello, con utilitarie piazzate a cavallo degli svincoli in attesa di decidere quale imboccare. 

Si è proseguito prima nella rotonda e poi nel parcheggio, con tentennamenti, indecisioni e discutibili manovre per finire con incauti attraversamenti della strada da parte di signore intente a chiacchierare anziché cercare di non essere investite.

Classico intasamento scomposto in zona biglietteria e blocco davanti ai tornelli, dato che la maggioranza faceva passare il biglietto coprendo il codice a barre con la mano.
Una volta entrate nei quattro padiglioni, maree di appassionate si chiamavano, si fermavano a baciarsi e abbracciarsi, procedevano contromano o attraversando continuamente le corsie trascinandosi trolley da riempire con gli acquisti, incuranti di seguire le più elementari regole del transitare, senza logica alcuna e producendo un costante e fastidioso rumore di fondo fatto di urletti, risate sguaiate e richiami vari.

Il discorso bagni meriterebbe un post a parte, ma si conferma la tradizione che vede quelli destinati alle donne perennemente con la coda e quelli degli uomini vuoti. 
In questo caso mio marito ha trovato donne anche in quello perché, gli hanno detto ridacchiando, si poteva…

Tutto quello descritto finora è il rovescio della medaglia. 

Il dritto è costituito da tutto quello che era esposto alla mostra.
Che era fatto da donne. 


Ho visto, purtroppo in alcuni casi solo intravisto, tali e tante meraviglie che mi hanno fatto fare pace con il mio genere di appartenenza.  

Riusciamo a sembrare galline irrazionali e nello stesso tempo a creare e produrre oggetti che sono opere d’arte.


Ricami, arazzi, decorazioni, oggettistica. 
Lavori eseguiti con tale maestria che sembravano il frutto di un progetto computerizzato e realizzato da qualche macchinario se guardandoli più da vicino non si fossero visti tutti i minuscoli punti o nodi che li componevano.


Trapunte e pannelli che riproducevano quadri famosi, quasi più belli dell’originale. 
Biancheria ricamata finemente, bigiotteria di vetro, smalto, legno e feltro.    
Le più belle decorazioni natalizie, che facevano venire voglia di trasformare la propria casa in uno chalet perennemente addobbato e lavori all’uncinetto e a maglia divertenti e particolari.


Una zona dedicata al riciclo ed alla carta, con origami giganti ed una riproduzione, scala 1:1 del biplano di Francesco Baracca fatto tutto di cartone (in questo caso da un uomo).


Tutti gli articoli di merceria che non riusciamo mai a trovare se non girando mille posti, tutti gli schemi ed i cartamodelli per realizzare qualsiasi cosa, attrezzi e lampade con lenti ingranditrici per ricamare senza sforzo.


Il paradiso per tutto quell’universo femminile che ama il “crafting”.

Verso mezzogiorno il mio matrimonio già vacillava pericolosamente e quindi, con la promessa di andare al prossimo SPS di Parma (Fiera sulle tecnologie per l’automazione elettrica), abbiamo guadagnato l’uscita (dopo aver brillantemente dribblato un'enorme comitiva di appartenenti al club del ricamo di Vattelapesca).
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