mercoledì 30 gennaio 2013

Triste declino



Ieri la notizia apparentemente simpatica era che Gina Lollobrigida si è trovata sposata senza saperlo con un aitante spagnolo che ha la metà dei suoi anni.

Praticamente cinque anni fa, quando aveva 80 anni, si è accompagnata con un 47enne per qualche mese e pare che questo le abbia fatto firmare delle carte spacciandole per un contratto “innocuo” che invece adesso si è rivelato essere quello di un matrimonio per procura.

Evidentemente il signore (!) non era spinto dal voler regolarizzare l’unione per motivi sentimentali ma solo di cospicua eredità alla quale potrebbe legalmente aspirare.

E io che mi lamentavo con mia madre che è passata a Teletù senza nemmeno rendersene conto e ultimamente ci è ricascata con Enelenergia che ha soppiantato Edison che a sua volta era subentrata ad Enel.  Sempre lasciandola ignara del perché.

Mi va bene che non mi trovi un patrigno tra capo e collo solo perché lei non è così ricca da attrarre furbi gigolò a caccia di tardone.

In ogni caso dopo l’iniziale sorriso subentra una certa tristezza e, nel caso di mia madre, anche la mia grande preoccupazione per il futuro.

Quando e chi decide che un vecchio non è più in grado di gestirsi ed anzi può fare grossi danni?

Quanti vengono imbrogliati, comprano false pepite, aprono a sconosciuti, sposano le badanti, guidano contromano…
Quanti votano, sono senatori, ci governano?

Paura vera.
Mia madre la settimana prossima compirà 79 anni. 

Si sta agli eventi.  Sperando in bene.
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lunedì 28 gennaio 2013

Il video della settimana - 5/2013 - Red Hot Chili Peppers



Questo sarà il post del lunedì.  

Ho deciso di assecondare mia figlia che continuava a ripetermi che anche se cambio la musica del blog ogni settimana “non mi caga nessuno”.

Così farò la peppia e spiegherò ogni volta perché e percome ho scelto “quel” video.

Il risultato non cambierà ma almeno avrò anch’io un appuntamento settimanale fisso, che pare si usi molto tra i blogger.

Riassumendo quasi 150 settimane di video da quando ho aperto il blog, posso dire che c’è sempre stato un preciso motivo che mi aveva fatto scegliere una musica piuttosto di un’altra, quella particolare versione, quell’interprete.

Lo so, cadete tutti dal mondo delle nuvole, ma lui è sempre stato lì, in alto a destra, e nelle mie intenzioni doveva accompagnare la lettura del post. 

Ma a discrezione del lettore, perché non sopporto quei blog dove appena entri parte la musica e non si sa come fermarla.

A volte il riferimento era alla stagione, al tempo, a qualche notizia di attualità, oppure il titolo era uguale ai miei pensieri di quel periodo.   
Poteva essere un omaggio a qualcuno oppure un ricordo di tanti anni prima che si celebrava proprio in quei giorni.

Fatto sta che adesso sviscererò la questione pubblicamente e così mia figlia sarà soddisfatta.

Oggi a Verona nevica forte e così il video è Snow dei Red Hot Chili Peppers.

Sono nati nel 1983 a Los Angeles e da allora il chitarrista John Frusciante ne è entrato e uscito un paio di volte. 
Fissi il cantante Antony Kiedis, per il quale nutro una certa passione (il mio lato oscuro…) e Flea, mitico bassista via di testa.

Hanno  venduto più di 70 milioni di dischi.   
Sono l’ennesimo gruppo rock sopravvissuto a sé stesso, tra droghe ed abusi vari.    
Singolarmente hanno anche recitato in film famosi, da Ritorno al futuro al Grande Lebowski.

Un video che amo molto è quello di Dani California, dove cantando impersonano vari gruppi rock del passato. 
Insomma un po’ di peperoncino in un lunedì nevoso non fa male!
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domenica 27 gennaio 2013

La foto della domenica - 27/01/2013

Dopo otto giorni siamo di nuovo tutti insieme. Finalmente.

Noi tre, spaparanzati sul divano a guardarci La Stangata. 


Il sole entra dalla finestra.
Paul Newman e Robert Redford sono al loro meglio.
Cosa voglio di più dalla vita?


La foto della domenica è un'idea di Bim Bum Beta



venerdì 25 gennaio 2013

Manine d'oro



Devo raccontarlo.  

Oggi, se possibile, sono più alta. 
Lo sguardo più fiero e l'autostima risalita in superficie.

No, non ho conseguito una laurea e neppure sono stata intervistata quale blogger dell’anno.

Sono riuscita ad aggiustare la tapparella da sola.

Ridete?  

Io, per chi ancora non lo sapesse, sono una vedova bianca.
Ho un caro marito che lavora a Milano (quando gli va bene, altrimenti anche in giro per l’Italia o la Germania o la Svezia o peggio) e torna a casa il venerdì sera.

Questa settimana invece è stato più fortunato: è dovuto partire per la Germania domenica mattina e dopo tre giorni è tornato a Milano per ripartire il giorno dopo per la Toscana dove si sta svolgendo il kick-off annuale della sua azienda che dura fino a sabato dopo pranzo.

Quindi la sottoscritta doveva stare con la tapparella della portafinestra del salotto chiusa per 4 giorni (il cupo dramma è avvenuto martedì sera).

Chiamare un tecnico non era possibile. A casa mia non si fa. 
Come ho scritto qui, ho sposato Bob Aggiustatutto e quindi sarebbe stato offensivo ed inutilmente dispendioso.

Però non volevo aspettare. 
Le mie adorate piante ne avrebbero sofferto e poi era una questione di principio.

Ho il mio set di attrezzi personale. 
Una meravigliosa scatoletta con un manico universale dove si applicano tutti i tipi di cacciavite e gira bulloni, pinze ed altri ammennicoli misteriosi.

Pensavo che si fosse arrotolata la corda intorno al meccanismo a molla, dato che era già successo.

“E’ un gioco da ragazzi” mi dicevo, sbruffona. 
Invece dopo aver tolto la piastra di copertura ho visto che la corda non aveva problemi.   
Allora ho estratto tutto il pezzo, tolto la corda e cominciato a guardarlo aspettando che mi dicesse cosa aveva che non andava.
Taceva. L’ho aperto.  La molla era spezzata di netto. 

Così mi sono fatta forza e sono andata nel negozio che odio di più: Brico Io, dove mio marito mi trascina più spesso di quanto vorrei (ne ho parlato qui) e dove mi sembra di conoscere per nome tutti gli accessori del Dremel ed i tipi di punte da trapano.

Ho trovato il pezzo e sono tornata a casa dicendomi che avrei aspettato mia figlia, perché in due è meglio. 
Ma non ce l’ho fatta e così ho agganciato la corda al nuovo meccanismo ed aiutandomi con la spalla e con i denti ho riavvolto la tapparella pesantissima fino alla fine.
Imprecando e sbuffando l’ho reinserito nel muro e avvitato due viti lunghissime che per farmi dispetto sono diverse, testa a stella e testa a taglio, ho sistemato il tutto, mostrina di ottone compresa.

Funziona.  Con un sorriso ebete l’ho provata un paio di volte e ha retto.

Unico spettatore Tabù, alquanto infastidito da tutto il rumore che ha disturbato il suo sonnellino mattutino.

Adesso chi mi ferma più? Il fuoco centrale del piano cottura è rotto da anni. 
Potrei smontarlo e vedere cosa non funziona…
Se sentite di una casa che è saltata in aria per una fuga di gas, saprete il perché.

E’ stato bello conoscervi.
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mercoledì 23 gennaio 2013

I volti dei miei viaggi

Consueto appuntamento mensile con il tema proposto da Monica di Viaggi & Baci.
Questa volta si tratta di pubblicare tre foto di personaggi incontrati durante un nostro viaggio.  Qualcuno che per qualche motivo ha lasciato un segno nella nostra memoria.

Io, come è accaduto con altre iniziative di Monica, con le prime due foto sono andata molto indietro nel tempo, quando viaggiavo in lungo e in largo per il mondo con i miei genitori.
Quando non c'era l'ossessione per la privacy e tutta una serie di paure più o meno giustificate che spesso ci impediscono di essere spontanei ed amichevoli con uno sconosciuto.

La prima foto è stata scattata a Torremolinos, in Spagna, e mi vede tentare una squallida imitazione di flamenco vicino ad una torva gitanina.
Ricordo che ho voluto subito in regalo le nacchere e per vari anni mi sono dimenata davanti lo specchio di camera mia, indossando gonnelloni di mia madre e dicendo: Olè!


La seconda foto è stata scattata a Marrakesh in Marocco.
Siamo nella famosa piazza Jāmi el-Fnā, centro di tutte le attività, dal mercato vero e proprio all'esibizione di musicanti e cantastorie, decoratori con l'hennè, cavadenti e i mitici incantatori di serpenti.


Questo è solo uno dei tanti che hanno pensato bene di essere spiritosi ed inseguire me e mia madre agitando le orrende bestie.  Non sono mancati i brividi e le urla, con grande divertimento dei presenti.


La terza foto è più recente ed è stata scattata a fianco della chiesa di Notredame a Parigi.
Si tratta di un clochard che abbiamo visto più di una volta durante i nostri viaggetti primaverili nella capitale francese.
E' sempre lì, vicino al monumento di Carlo Magno, con i suoi piccioni a fargli compagnia.
Chissà come mai è finito così....
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martedì 22 gennaio 2013

Scripta manent



Questa settimana la Biblioteca Civica di Verona ha allestito un bel mercatino dell’usato.

Libri per tutti: dai bambini agli adulti, dalla letteratura italiana a quella straniera, manuali, guide, saggi, tutto rigorosamente selezionato (e dismesso dal patrimonio demaniale), venduto ad un prezzo simbolico che va dai 50 centesimi ai 3 euro.

Io e mia figlia ci abbiamo passato un’oretta, spulciando titoli, leggendo pezzetti di qua e di là, riconoscendo libri che possediamo già.

C'era un vero “fritto misto”, complice anche il fatale disordine provocato da tutti quelli che prendono qualcosa e poi la lasciano in un altro scaffale…

Comunque i libri hanno sempre il loro fascino. Anche solo sfogliarli. 
Poi questi erano un po’ consunti, alcuni proprio con la targhetta del codice come quando avevo la tessera da piccola e li prendevo a nolo.

Invece di essere un difetto, vederli così, con le “orecchie” fatte dai tanti lettori, con qualche angolo strappato, era un pregio: è consumato = è piaciuto molto.

Babbo Natale mi ha portato un bellissimo Kindle Fire e lo sto utilizzando con grande soddisfazione, però mi sembra che una volta finito di leggere il file non mi resti nulla, che anche la storia rimanga meno impressa, che non sia come quando si riprende in mano un vecchio libro e si comincia a sfogliarlo in cerca di quella frase che ci era piaciuta tanto, trovando i segni che avevamo lasciato, un quadrifoglio dimenticato…

Alla fine abbiamo comprato un po’ di libri e dopo averli portati per tutta la città fino al parcheggio, ho pensato che anche la versione digitale ha il suo bel perchè: la leggerezza!
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domenica 20 gennaio 2013

La foto della domenica - 20/01/2013

Prendendo spunto da Beta, alla quale va il merito di aver creato questo consueto appuntamento domenicale, ho scattato una foto che riassume il mio sabato, passato in centro alla ricerca dell'occasione perfetta tra tutta la merce in saldo.


Ciliegina sulla torta la visione di un bellissimo film: Cloud Atlas.
Una di quelle pellicole che sarà bello vedere e rivedere, scoprendo sempre qualcosa di nuovo e affascinante...



giovedì 17 gennaio 2013

Rimanda a domani quello che puoi fare oggi



Sono sempre più convinta che la lettura dei giornali vada fatta dalla fine.
Si arriva così alle brutte notizie un po’ alla volta, distratti e magari divertiti da quello che si è letto prima.

Per esempio oggi sono incappata in questa nuovissima teoria filosofica che sta entusiasmando gli americani: The art of procrastination, dove a detta dell’illustre Professor Perry “il problema non è il problema, il problema è la tua reazione al problema”(Corriere.it).

In breve: bisogna rimandare.   

Non solo. Bisogna fare dell’altro. 
Cose meno urgenti così poi, con calma, avremo il tempo per dedicarci a risolvere la questione prioritaria accantonata in precedenza. 

Che idioti che siamo quando ci affanniamo per nulla! Temporeggiare è la soluzione.   
Ci vengono fatti anche numerosi esempi. Scrittori famosi, antichi romani, generali e registi.

Dobbiamo imparare ad imbrogliare noi stessi. Dobbiamo dirci che c’è tempo, che non c’è nulla di cui preoccuparci.
Un dente mi fa male? Passerà. Eventualmente cadrà. 
Scade la bolletta? Pagare e morire c’è sempre tempo, lo dice anche il proverbio. Tanto poi i processi sono lunghi e le galere intasate.

Ché poi a noi italiani non devono insegnare nulla. 
Basta guardare la classe politica o anche la giunta comunale del mio paese: sono dieci anni che promettono i marciapiedi davanti casa mia.

Gli americani li vedevo più fattivi, più pratici nelle loro cose, competitivi e veloci.

Se questo filosofo avrà successo, se anche loro diventeranno come noi latini, se inizieranno a tergiversare, a prendersela comoda, se non potremo più contare sulle consegne urgenti della FedEx o della DHL…
Dove andremo a finire?  Gli svizzeri? I giapponesi? I finlandesi? Chi sarà puntuale e veloce? 

Don’t panic: prima che “il verbo” si diffonda passerà del tempo. 
Procrastiniamo.
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