giovedì 31 maggio 2012

Nemesi culinaria


Ho sempre preso in giro una mia zia che, pur detestando il pesce, organizza cene sopraffine con tagliolini ai gamberi, salmone in crosta, ed altre specialità marinare.   
Ci racconta di come sia costretta a forzare sé stessa per assaggiare almeno una volta se la preparazione è giusta di sale. 
D’altra parte i suoi risultati sono ottimi e così ormai per gli inviti di successo punta sempre al pesce.

Io ho raccontato in uno dei miei primi post (Sushi: ma perchè?) la mia avversione per il sushi.

Ma il destino è beffardo e mi ha dato una figlia che adora il Giappone in tutte le sue manifestazioni, musica, arte, cultura e soprattutto CIBO!

Così quando durante la lezione di geografia ha dovuto scegliere il paese su cui presentare una dettagliata ricerca, completa di assaggio di piatti tipici, indovinate cosa ha scelto?!

Circa 3 mesi fa (ormai l’avevo rimosso) ho passato un pomeriggio alle prese con le ricette di sushi maki, uramaki e nigiri, compresa la preparazione di alcune terribili polpettine dolci, i dango, di farina di riso.

Nonostante mi fossi rifiutata di assaggiare e avessi delegato mia figlia e una sua amica a farlo, il risultato era stato evidentemente buono, dato che a scuola avevano spazzolato tutto con grande gusto.

Ma questa settimana è giunta la ferale notizia: la classe ha organizzato per oggi il pranzo con tutti i professori a base dei cibi tipici presentati con le varie ricerche.   
Quindi cuscus dello Yemen, dolci della Romania, involtini primavera dalla Cina, pane di manioca del Madagascar e, ovviamente, sushi e affini dal Giappone!

Ho documentato il pomeriggio di ieri, a grandi linee e pure sfocando le foto, tanto era il disgusto:

Riso colloso con aceto zucchero e sale, ripieni vari (salmone, gamberetti, avocado...)

Arrotolare con alga Nori, tagliare i rotoli, mettere in contenitore ermetico e far sparire

Al posto dei dango (veramente una cosa riprovevole, anche da vedere) ho cucinato i dorayaki, sorta di pancake da farcire con marmellata di azuki.  Non li ho fotografati, ma non perdete nulla.

Quanto al sushi, alla fine l’ho assaggiato: orrendo come quello del ristorante.   
Sarà un successo.
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lunedì 28 maggio 2012

Delusioni di una blogger


Mi capita di pensare sempre più spesso agli aspetti positivi e negativi di questo mio tuffo nei social network e nel mondo dei bloggers.

Io ho una certa età (sigh) e ho conosciuto un discreto numero di persone. Dal vivo intendo.  Compagni di scuola, vicini di casa, colleghi, amici di mio marito, per non parlare del consueto bagaglio di parenti miei e acquisiti.

Quando è iniziato tutto, tipo avere un indirizzo e-mail, poi un profilo Facebook, Twitter e alla fine anche un blog, il desiderio neppure tanto nascosto era raggranellare amici/follower soprattutto tra questi.

Sembrava logico supporre che ci saremmo tenuti in contatto molto più frequentemente, non essendoci più le scuse di abitare lontano, di aver cambiato numero di telefono, cognome, ditta ecc.

All’inizio sembrava proprio così. 
Era tutto un accettare amicizie, taggarsi in vecchie foto, organizzare re-union, raccontarsi la propria vita.  Si mandavano e si ricevevano mail di auguri per le feste, per i compleanni. 

Lentamente l’entusiasmo è scemato e ci si è ritrovati esattamente come prima della rivoluzione informatica: con i soliti vecchi amici e il solito giro di persone che si frequentano.

Episodio emblematico: avevo 130 amici su Facebook. Un pomeriggio in cui “mi giravano” più del solito ne ho cancellati circa 60, convinta che tanto non se ne sarebbero accorti.
E così è stato.
Prima o poi mi deciderò a cancellarne un’altra ventina. E sarà lo stesso.

Ma la delusione più cocente è quella di blogger.   
Quasi due anni fa ho deciso che non  potevo più tenermi tutto dentro e che dovevo approfittare di questa opportunità per scrivere una specie di diario pubblico.
Lo facevo soprattutto per me, ma è chiaro che desideravo anche un minimo di riscontro.

All’inizio ero stata saggia: per 6 mesi non ho detto a nessuno che scrivevo in un blog. 
Avevo qualche lettore capitato per caso e le uniche persone reali che mi seguivano erano mio marito e mia figlia.

Poi, rinfrancata da alcuni commenti positivi e dal numero sempre crescente delle visite, ho iniziato a divulgare la notizia. 
Prima a qualche amico, poi a qualche collega, e infine a tutti. 
Con tanto di profilo pubblico e link da Facebook e da Twitter.    
Così si è ricreata in me quell’illusione che mi aveva già dato Facebook: sarò piena di lettori, mi commenteranno, passeranno parola…

Ma quando mai? "Sembrano" piacevolmente stupiti quando gli racconti che sei una blogger.
“Dai, dammi l’indirizzo che non vedo l'ora di leggerti”, “Che bello, che brava!”, “Certo che ti seguirò”.
Se va bene vengono a commentare una volta, senza diventare follower e poi non li vedi più.
Sarebbe stato meglio restare nell'incertezza. Pensare: "Eh, ma se lo dicessi a quelli che conosco...allora sì che avrei tanti lettori!".

Ho sbagliato approccio, perché così mi macero nel risentimento e mi tormento pensando che ho passato anni frequentando gente di merda, che non aveva il minimo interesse per me, che i parenti sono i peggiori e che per fortuna ci sono gli estranei.

Già, gli estranei.
Quelli dai quali non ti aspetti niente e che invece ti danno le soddisfazioni più grandi. 
Quelli che condividono con te le stesse passioni, che hanno la tua stessa sensibilità su certi argomenti, quelli che raccolgono le tue confidenze con empatia.

Sconosciuti lettori, siete i migliori “non-amici” che ho! Grazie.
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domenica 27 maggio 2012

La foto della domenica - 27/05/2012

Visto che domenica scorsa ero a Parigi, le mie foto sono in ritardo di una settimana...

Vi mostrerò i miei incontri con alcuni parigini:
Auguste Rodin - Pierre de Wissant








qualcuno scostante...












Auguste Rodin - Bourgeois de Calais











qualcuno pensieroso...













Auguste Rodin - Bourgeois de Calais








qualcuno stanco...







Jean Marais - L'attraversa-muri












qualche altro un po' strano, ma sempre pronto a dare una mano!












Con questi scatti partecipo all'iniziativa "Foto della domenica" di Bim Bum Beta


venerdì 25 maggio 2012

I colori dei miei viaggi

Saltabeccando da un blog all'altro aderisco ad una bella iniziativa di "Viaggi e Baci", che intende raccogliere foto di tutti lettori legate ad un colore.
Andranno a formare uno speciale mappamondo che l'autrice pubblicherà il 7 giugno prossimo.

La scelta è vastissima e difficile. Ho avuto la fortuna di viaggiare molto, fin da piccola, e ho una collezione infinita di foto.

Però ho deciso di scegliere viaggi recenti, magari meno esotici, ma fatti con le persone più importanti per me: mio marito e mia figlia.

La prima foto è scattata a Venezia, una fredda mattina di gennaio, con l'acqua alta che si sta ritirando.
Il colore è un bel GRIGIO PIOMBO.

Mio marito era già lì per lavoro da un paio di giorni. Il sabato l'abbiamo raggiunto e ci siamo fermati fino alla domenica sera.
E' stato diverso. Era inverno, non c'era quasi nessuno ed è stato strano per noi, che siamo veronesi, fermarsi a dormire.
Dalla finestra della camera vedevamo la calle allagata e si sentivano i rumori di quelli che stavano mettendo le passerelle. Poi è uscito il sole e la città ci è apparsa tutta lucida, come verniciata.

La seconda foto è stata scattata a Parigi, alle Galeries Lafayette in Boulervard Haussmann.
Si tratta di una cupola in stile Art Nouveau, del 1912, che chiude tutta una serie di meravigliose balconate lavorate.
Il colore è il GIALLO ORO.


Una cupola altrettanto bella si trova nei vicini Magazzini Au Pritemps.  Vale la pena di visitarli solo per ammirarne l'architettura. Quanto al resto...ci vuole un portafoglio bello pieno, ma: guardare non costa nulla!

La terza foto è di quest'inverno. Alla fine di febbraio abbiamo trascorso qualche giorno al Passo delle Erbe, in alta Val Badia (BZ).
Direi che il colore non può che essere un BIANCO GHIACCIO.


Il posto è magnifico. Pieno di piste da fondo e di percorsi da fare con le ciaspole e con gli slittini.
Lo strudel è notevole.

Ci sarebbero molti altri colori e molti altre foto da mostrare, ma la regola è ferrea e parla di sole 3 foto.

Bisognerà aspettare appena un paio di giorni per le mie "Foto della domenica" ...
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giovedì 24 maggio 2012

Cuori infranti


Mancava da un po’ di tempo un bell’articolo su qualche scoperta scientifica interessante. 

Questa volta non sono quei buontemponi degli inglesi ad averla finanziata, ma stranamente si tratta di uno studio italiano e precisamente fiorentino (Corriere Salute).

Dunque è assodato: a tradire la moglie si rischia l’infarto.

Vuoi perché spesso si sceglie una partner più giovane, vuoi perché c’è l’ansia da prestazione.
Ci aggiungiamo magari l’uso smodato di pillole blu condito da sensi di colpa e paura di essere scoperti ed i fedifraghi ci lasciano le penne.

Oltre al risibile articolo è interessante leggere i commenti.  

Ne viene fuori uno spaccato dell’italietta con i bacchettoni da un lato (il tradimento è un peccato e si viene puniti…) e i traditori o desiderosi di esserlo dall’altro che predicano il giorno da leoni contro i cent’anni da pecora.
Ci sono poi i filosofi che teorizzano sul fatto che “l’infarto coitale” è sicuramente migliore dell’infarto durante la partita di calcetto.

La ricerca è stata condotta da una dottoressa e questo fa nascere qualche interrogativo: sarà stata tradita?

Io sono relativamente tranquilla: mio marito ha un prozio che è morto proprio mentre copulava con una giovane cameriera. 
Se uniamo questo fatto al suo recente intervento di doppio bypass coronarico, credo che al di la’ dell’amore incondizionato nei miei confronti che professa continuamente, ci penserebbe due volte “ad uscire dal seminato”!
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mercoledì 23 maggio 2012

Una vacanza in coda


Sono appena tornata dalla mia settima e peggiore volta a Parigi ed anziché dedicarmi a qualche post “recensione” come era mia intenzione, sono costretta a fare un’amara analisi di quello che significa al giorno d’oggi  visitare le mete classiche del turismo di massa.

Significa frustrazione, rotture di scatole, incontri sgradevoli, delusioni cocenti, rimpianti, voglia di essere in un altro posto e soprattutto in un altro tempo.

Si parte dai controlli aeroportuali e pure museali, dove veniamo trattati come i peggiori terroristi, costretti a spogliarci, ad aprire e sparpagliare ogni oggetto contenuto nelle borse, a buttare bottigliette d’acqua appena comprate per ricomprarle al doppio del prezzo subito dopo…

Ci si trova in una megalopoli dove nonostante una capillare rete di metro e bus non si riesce a viaggiare seduti se non in rarissime occasioni, dove si viene letteralmente trascinati dalla fiumana di gente che invade i mezzi pubblici ad ogni ora, come formiche impazzite.   

Non esistono più le ore di punta, ogni momento è buono per essere in movimento e mai dove logica direbbe di essere. 
Infatti nessun luogo apre prima delle 10 o delle 11 di mattina, molti bar forse aprono alle 17 e i musei pensano bene di chiudere il lunedì e gli altri giorni di aprire tardi e chiudere presto. 

Sabato 19 era la notte dei musei aperti ed è stato sconvolgente vedere la marea persone che tentava di entrare al Louvre.
Noi poveri pellegrini ci eravamo illusi di andare a vedere la mostra fotografica di Helmut Newton al Grand Palais… dove la coda faceva il giro di tutto l’isolato e tra poco arrivava agli Invalidi.

Abbiamo tentato il giorno dopo, a pagamento, ma anche questa volta era assurdo solo pensare di entrare nel giro di un paio d’ore…   
Abbiamo ritentato ieri, ma abbiamo scoperto che quello era l’unico museo che chiude di martedì e non di lunedì.

Si fa la coda per ogni cosa ed ogni cosa è così piena di comitive, di scolaresche, di gruppi di ogni etnia ed età che è impossibile fermarsi ad apprezzare quello che si è così faticosamente  raggiunto:  si viene spintonati e il brusio è costante.  

Fastidio è la parola più adatta.  Fastidioso aver fatto parte di questo fenomeno del turismo low cost, del mordi e fuggi, del visitare per forza quello che, se si va in quel posto,  “bisogna” visitare. 

Necessità di  inventarsi mete alternative, gite su canali sconosciuti, soste in atelier elitari per fotografi nostalgici delle Polaroid, pranzi in vicoli nascosti per ritrovare una dimensione umana, una vacanza dove potere godere di situazioni diverse da quelle che incontriamo tutti i giorni, dove non imbattersi in H&M, Zara, Bata, Benetton e McDonald, dove sembra di essere rimasti a casa propria se non fosse che tutto costa di più.

L’unica coda che abbiamo accettato di fare è stata quella al Museo d’Orsay, solo perché avevo già comprato i biglietti su Internet ed era comunque l’ultimo museo che non avevo mai visitato di Parigi. 
Avere già il biglietto ha forse fatto risparmiare un quarto d’ora, ma niente di più…

Dentro era la follia: le sale con i capolavori di Van Gogh e Gauguin così stipate da non poter fermarsi a commuoversi in pace. 

Il delirio davanti la statua della piccola ballerina di Degas.   
Intraviste le ninfee di Monet.

Basta…
Pensavamo di organizzare un altro week end lungo a Londra, ma alla luce di quello che è accaduto con Parigi, penso che opteremo per un bel 4 giorni in qualche luogo termale, tra massaggi e percorsi Kneipp.

I musei li visiteremo con il PC virtualmente, ormai paradossalmente il modo più umano per farlo.
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venerdì 18 maggio 2012

Bollani brasileiro


Con la bella stagione a Verona sono iniziati una serie di eventi molto interessanti e divertenti.

Per contro girare per il centro è diventato una specie di corsa ad ostacoli ed anche a piedi bisogna usare mille precauzioni…

E’ passato il giro d’Italia, sono iniziati i concerti in Arena, ci sono state perfino le selezioni nazionali per lo Zecchino d’Oro.

Ieri sera siamo stati al Teatro Ristori ad ascoltare il pianista Stefano Bollani. 

Siamo arrivati in centro con un paio d’ore di anticipo per poter vedere passare la 1000 miglia.

Non avevo mai visto tante Ferrari tutte insieme e devo dire che lo spettacolo è stato magnifico a parte i piloti, la cui età media doveva essere intorno ai 65 anni…

Così già con il cuor contento siamo arrivati in questo teatro appena ristrutturato, pronti a risentire uno dei nostri musicisti preferiti.
Questo concerto era un omaggio allo choro e al samba e Bollani si è  esibito accompagnato dal cantante Marcos Sacramento e da Hamilton de Holanda al bandolin.

Conoscevo già la stratosferica bravura di Bollani, l’avevo ammirato due estati fa esibirsi con Chick Corea al Teatro Romano, ed ero rimasta colpita dalla sua capacità di coinvolgere il pubblico, di mescolare il “sacro e il profano” della musica, di moltiplicare le note.

Ma la sorpresa è stata Hamilton de Holanda.   
Riesce a suonare il Bandolin (una specie di mandolino) in una polifonia completa che va dal repertorio classico, al jazz, alla musica popolare brasiliana.
Sembra che abbia 4 mani e che gli strumenti siano due o tre contemporaneamente. Tutto senza apparente sforzo, con il sorriso sulle labbra e il corpo che non riesce a star fermo…

In quanto a questo anche Stefano Bollani è uno spettacolo. 
Salta sullo sgabello come una molla. Si storce, incrocia le gambe, si butta di lato. 
Certo non ricorda Rubinstein nella postura, ma penso che il grande Arthur gli avrebbe comunque stretto la mano, perché il suo talento è indiscutibile.

A completare la bravura dei due musicisti il cantante riccioluto.

Riusciva a seguire le complicate variazioni musicali con una naturalezza che sono chi ha un portentoso orecchio può fare.
  
E’ passato dalle canzoni piene di “saudade” a quelle più giocose, cambiando timbro e velocità senza sforzo.
Simpatico e comunicativo, perfetta chiusura di questo cerchio magico.

Che dire? Ci siamo spellati le mani a forza di applausi. 
Ci hanno concesso 3 bis e ci hanno lasciati felici e soddisfatti a vedere le ultime auto d’epoca che passavano rombando sotto i Portoni della Bra’.

Una bella serata, da ricordare.
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mercoledì 16 maggio 2012

Negozi on-line


Poco fa ascoltavo su RTL un dibattito sugli acquisti on-line.  
La maggioranza delle persone era molto soddisfatta e raccontava le proprie esperienze positive.

In effetti anche a casa mia ormai si compra quasi tutto su Internet.   
Ho già raccontato degli acquisti compulsivi di mio marito per le sue collezioni, ma oltre agli oggetti vintage che trova su E-Bay ci sono tutta una serie di prodotti nuovi che ormai non proviamo nemmeno più a cercare nei negozi tradizionali.

Dai libri, ai dischi, ai piccoli utensili. Custodie per cellulari e tablet, colori per stampanti, magliette e felpe particolari, bigiotteria, olio.

Tutto il mio prossimo viaggio a Parigi è stato pianificato e comprato dal pc di casa. 
Biglietti aerei, albergo, gita sul canale, ingressi ai musei…

Capita di andare da Sephora o da H&M dopo aver visitato il loro sito e scoprire che in negozio non c’è quello che si era visto e se c’è costa di più.
Allora perché rompersi le scatole tra la folla per non trovare quello che si cerca oppure per spendere di più?

L’unico dubbio è quello sulle scarpe e sui capi spalla: devo assolutamente provarli prima di acquistarli.

Non so cosa succederà ai negozi tradizionali. 
Diventeranno ognuno la vetrina del sito dal quale si può ordinare? Saranno solo un’attrazione per i turisti? 

Io vorrei continuare ad andare a negozi. Come una volta.

Trovare commessi gentili e preparati che mi aiutano, avere una vasta scelta di prodotti; oppure sedermi in un’agenzia di viaggi e organizzare la mia vacanza con una persona che non si limita a coprirmi di depliant e a guardare dentro ad un pc: lo so fare da sola!

Quattro ore di parcheggio in centro mi sono costate 11 euro, tra caldo, mal di piedi e frustrazione per non aver trovato quello che cercavo ho pensato che lascerò volentieri tutto questo alle comitive di stranieri che sciamano come cavallette tra Piazza Bra e Piazza Erbe.  

Acquisti dal salotto di casa.
In centro solo per l’aperitivo.
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domenica 13 maggio 2012

La foto della domenica - 13/05/2012

Grazie ad una dritta di Desi di Creattivando, questa mattina abbiamo affrontato la bufera e siamo approdati a Valeggio Veste il Vintage.

Purtroppo la location non era delle più accattivanti dato che a causa del maltempo tutti gli espositori si sono spostati nel capannone del mercato ortofrutticolo, però piuttosto di niente…

Molti i vestiti ed i cappelli

 




Parecchi i bijoux e gli occhiali.


E un banchetto delizioso di piccoli elettrodomestici.

Sempre strisciante un po’ di magone guardando cose del mio passato, da me a suo tempo considerate da buttare e assurte oggi a “prezioso reperto” che fa tendenza.

Basta, non eliminerò più niente, da ora in poi si tiene tutto e un domani mia figlia me ne sarà grata!

Con queste foto partecipo a "La foto della domenica" di Bim Bum Beta ed auguro a tutte le mamme una Buona Festa!!!

mercoledì 9 maggio 2012

Mitico Liga


Riprendendo un tema del post precedente, tra i cantanti preferiti uno dei gradini più alti è occupato da Luciano Ligabue.

A casa nostra è una delle rare cose che piacciono in modo trasversale: da mia madre alla figlia di mio marito, dove perfino nostra figlia fa un’eccezione rispetto ai suoi beneamati gruppi nipponici.

Ieri sera ero lì, come ho twittato (sì, adesso io twitto!) con l’accendino in mano davanti la TV a guardare lo special a lui dedicato.

Il mio apprezzamento è totale: dai testi alle musiche, ai film, ai libri, alla sua bella faccia che mi ricorda un pellerossa del West.

Sono una fan della prima ora. Dal primo album è stato amore vero. 
A casa abbiamo la discografia completa e sappiamo tutte le parole a memoria.   
Io e mio marito ci produciamo in duetti da brividi…

Siamo riusciti a vederlo dal vivo solo una volta: nel 2000 allo stadio di Mantova.   
Una serata bellissima che ricordiamo sempre con nostalgia.

Dopo di allora è stato impossibile trovare i biglietti. Ci rendiamo conto troppo tardi che farà qualche concerto, c’è sempre il tutto esaurito e così ci limitiamo ad invidiare la mia figliastra che magicamente si accaparra i posti migliori in giro per l’Italia e lo segue come una perfetta groupie, sempre in prima fila.

Lei e nostra figlia sono state insieme al cinema a vedere Campovolo in 3D.
All’uscita, con gli occhi luccicanti e senza voce ci raccontava di quanto meraviglioso fosse, di quanto bravo, di quanto bello…tanto che mio marito ad un certo punto è sbottato e le ha detto: “ma insomma, calmati, è vecchio come me!” e lei gli ha risposto sorniona: “Sì, ma quando il vento gli solleva la camicia, non fa lo stesso effetto…”.

Inconfutabile.
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lunedì 7 maggio 2012

Premi virtuali, soddisfazioni reali

Dopo aver ricevuto nel giro di pochi giorni questo riconoscimento


attribuitomi dalle blogger Shanta di La bussola e il diario: la vita e il viaggio e Marilù di Passe-Partout non potevo esimermi dal ringraziarle pubblicamente.

Questa ennesima soddisfazione mi consola nei  momenti in cui mi chiedo se continuare o meno a tenere il blog…
Infatti molte volte penso di essere una goccia nel mare di milioni di blogger migliori di me, con più follower, con look più professionale, con classifiche più alte, con post più interessanti, che fanno opinione e tendenza…
Poi però basta una cosa così o un commento simpatico, che riprendo sicurezza e passano i dubbi.
La regola di quest’ultimo attestato richiede di rispondere ad una serie di domande personali:
  1. Qual è la tua rivista preferita
    Sono abbonata a Casa Facile, Casaviva, Ville e Giardini, Donna Moderna. 
    In vecchi post ho raccontato della mia passione per i giornalini delle Agenzie Immobiliari e per Mondo Sudoku che mi salvano dalle attese all’Ufficio Postale e dal medico di base…
    Sono un’attenta lettrice di ogni quotidiano on-line.
  2. Qual è il tuo cantante preferito
    Potrei dire Lucio Battisti, ma farei torto a mille altri tra cantanti e gruppi che ascolto volentieri.
    Posso dire cosa detesto, così facciamo prima: Carmen Consoli, Gigi D’Alessio, il metal, la dodecafonica, il jazz troppo freddo, ogni partecipante ad Amici…
    Ultimamente ho una passione sfrenata per i Linkin Park, che canto a squarciagola in auto, battendo le mani sul volante e provocando l’ilarità dei miei vicini in coda ai semafori.
  3. Qual è il tuo prodotto make-up preferito
    Correttore occhiaie e mascara. Di recente ho scoperto i prodigi della matita con spazzolino per le sopracciglia.
  4. Qual è il tuo film preferito
    Anche qui i miei post sull’argomento si sprecano… Comunque molte commedie romantiche, prima fra tutte Notting Hill. Amo la fantascienza da sempre e sono una “Woody Allen addicted”.  In generale vorrei andare al cinema per divertirmi e svagarmi quindi film come Gomorra o simili li evito come la peste.
  5. Qual è la tua Youtube guru preferita
    Non sono una grande seguace dei guru in generale, ma se devo nominare qualcuno: Clio make-up. I suoi tutorial mi hanno fatto spendere un po’ di soldi in ombretti colorati e pennelli speciali e ho scoperto cos’è un "primer" e che sulle macchie rosse va il correttore verde.
  6. Dove ti piace vivere
    Amavo vivere sui Colli Euganei. Poi, a Parigi, di fronte al piccolo vigneto di Montmatre, c’è una villetta che io e mio marito adoriamo e sognamo di abitare un giorno.
    In realtà amiamo molto Verona e comunque quello che importa veramente è stare insieme. Dove è meno importante.
  7. Quante scarpe possiedi
    Non sono una maniaca delle scarpe (ho invece una passione malsana per gli orecchini). Diciamo che ho la dotazione base: due paia di stivali, uno nero e uno marrone, decolté alte di camoscio nero, mocassini blu e beige, ballerine rosse (colpo di vita!), scarpe da ginnastica, due o tre paia di sandali estivi. Con i tacchi supero abbondantemente il metro e ottanta così mi limito per non sovrastare tutti.  Alla fine uso sempre scarpe basse e infradito…
  8. Qual è il colore preferito
    Di getto mi viene da dire il rosso. Poi invece i miei vestiti sono tutti nei toni del grigio e del beige. La mia auto blu scuro e i geranei rosa…  Mi sa che l’unica cosa rossa sono proprio le ballerine di cui sopra!
  9. Quali sono i tuoi tre cibi preferiti
    L’anguria e la cotoletta, di cui ho parlato in un post… e tutti gli altri!
    Poche cose non amo: il sushi, l’anguilla, le lumache e le rane, ma comunque li ho assaggiati.
    Preferisco la cioccolata fondente e i risotti rispetto alle pastasciutte.
    Sono diplomata assaggiatrice di vini ONAV e ti trovo qualsiasi difetto in ogni vino…
    Mi piacciono i vini bianchi, tipo il Sauvignon e i passiti con i biscotti secchi.
    Se devo bere rosso opto per vini morbidi che non mi facciano accapponare la pelle. Barolo, Brunello e compagnia bella li lascio agli uomini veri.
A questo punto dovrei citare i soliti blog con meno di 200 follower, ma siamo alle solite: i blog che seguo sono quelli che vi consiglio!

Questa volta una citazione speciale va ad Atelier Buffo che dal suo punto di vista privilegiato ci mostra Londra e i londinesi in tutte le loro sfaccettature.
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domenica 6 maggio 2012

La foto della domenica - 6 maggio 2012

La notte scorsa è stata la notte della "super Luna".

Infatti il plenilunio ha coinciso con il perigeo, che vuol dire che il nostro satellite era nel punto più vicino alla terra della sua orbita.


Così gli esperti hanno detto che risultava più grande del 14% e più luminosa del 30%.

Certo ad occhio nudo non è così evidente, ma in ogni caso quando è spuntata dietro alle nuvole è stato un bello spettacolo...


 Con queste immagini notturne partecipo alla "Foto della domenica" di Bim Bum Beta






sabato 5 maggio 2012

Viaggi in treno


Questa mattina, mentre eravamo in giro in bicicletta, siamo capitati vicino la stazione di un paese a un paio di chilometri da casa nostra, dove passa la linea Verona-Mantova. 

Fermi al passaggio a livello abbiamo visto arrivare, preceduto da un fischio e da una nuvola bianca, un vecchio treno trainato da una locomotiva a vapore.

Giuro che mi aspettavo scendesse il Leonardo da Vinci del film Non ci resta che piangere!

Siamo rimasti a guardarlo finchè non è ripartito, con tutto il suo carico di carbone e la carrozza passeggeri con gli scompartimenti e le tendine…

Io adoro viaggiare in treno.  
Meno se sono costretta a stare in piedi, ma in generale preferirei il treno all’aereo, per esempio.

Il treno ti dà la giusta misura di quanta strada stai facendo. 
Non arrivi un’ora prima di quando sei partito. 
Non ti senti dissociato rispetto a quando ti sei alzato al mattino. 
Hai fatto il tuo bravo viaggio, guardato dal finestrino il susseguirsi di vari paesi, città, tipi di paesaggio. 

Inoltre, pur essendoci state tante tragedie ferroviarie, io non ho paura come quando sono a 1000 metri di altezza da terra.  Sono irrazionale e lo ammetto.

Ho fatto qualche  viaggio medio-lungo in treno. 
Una volta fino a Ginevra, un’altra fino a Monaco di Baviera, Roma, Ancona…purtroppo non ho mai dormito nelle cuccette, una cosa che mi ispira tantissimo.

La prima volta che sono stata a Parigi con mio marito ci siamo arrivati in treno dall’Alsazia. 
Avevamo consegnato del vino ad alcuni parenti che abitano a Belfort e, lasciata lì la macchina, abbiamo viaggiato su un TGV per mezza giornata, tra boschi e paesini pittoreschi.

Mi piace arrivare in prossimità delle grandi città, come Roma o Milano e trovarmi a spiare dentro le case, soprattutto la sera quando le luci sono accese. 
Si vedono le persone vivere, le cucine dove qualcuno sta cenando, i salotti col televisore acceso: dai una sbirciatina al loro mondo senza che se ne accorgano.

Ferma in stazione guardo le persone dentro al treno di fianco. 
Chissà dove stanno andando, perché viaggiano, di cosa stanno parlando? 
Mi giro dei film pazzeschi, tipo quelli in cui Claude Lelouch faceva più volte sfiorare i suoi protagonisti, per farli poi incontrare realmente dopo anni. 

Molte vite si incrociano quando si viaggia. Forse siamo stati a pochi centimetri uno dall'altro senza saperlo, chissà.

Un sogno di mio padre era quello di prendere la Transiberiana a Mosca e viaggiare per una settimana attraverso l’Unione Sovietica, arrivando alla fine a Vladivostok e da lì su qualche nave fino a Hong Kong.
Lui non l’ha mai realizzato, io dubito che lo farò, ma mia figlia è entusiasta dell’idea… speriamo che almeno lei ci riesca.
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mercoledì 2 maggio 2012

Il crollo dei miti


Se Antonio Banderas diventa il pacioso mugnaio del Mulino Bianco, se George Clooney beve decaffeinato perché la notte vuole solo dormire, cosa ne sarà dei sex symbol della mia generazione?

Mi aspetto Johnny Depp a pubblicizzare Multicentrum 50+ e Bruce Willis a spalmarsi di Somatoline pancia e addome…

Quando smetti di essere l'ammiccante testimonial di un profumo o di un superalcolico, è l’inizio della fine.

E questo è un altro segnale inequivocabile del tempo che passa, sia per gli altri ma soprattutto per me, accidenti!

Erano loro gli uomini che mi facevano sospirare, quelli da citare come paragone quando mio marito si lasciava andare a un piatto di pastasciutta in più o preferiva sonnecchiare sul divano piuttosto che fare ginnastica.

Adesso gongola quando li vede: “Guarda che guance! Sembra un bulldog! “, “E’ tutto grigio anche lui, hai visto?!” , “Sembra mio nonno!”.
Forse esagera, ma nemmeno tanto, in fondo.

Bisogna rassegnarsi.   

Le ragazze ora hanno altri miti: 
Robert Pattinson, Zach Efron, attori che potrebbero essere miei figli, che sono belli, sì, ma che non riesco a immaginare al mio fianco in smoking mentre mi accompagnano alla notte degli Oscar… salvo non sembrare la solita coguara con il toy boy!

Allora mi adeguerò: cercherò di immaginarmi ("Immagina: puoi!") mentre sorseggio un caffè con George, chiacchierando amabilmente di falegnami che non sanno più fare le librerie, e insieme mangeremo i biscottini leggeri cotti al vapore da Antonio, il simpatico mugnaio che racconta le storielle ai bambini come Nonno Felice…
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