L'ingresso della fabbrica |
Con questo post inizio il racconto della mini vacanza con la
quale abbiamo felicemente iniziato il 2014.
Sono stati tre giorni “ad alta densità”, durante i quali a
bellezza si è sommata bellezza e ci vorrà un po’ di tempo per potere fare mente
locale su tutti i meravigliosi input ricevuti.
Niente di esotico, niente di lontano, niente di costoso e
neppure niente di così alla moda.
Il primo dell’anno, non proprio prestissimo (colpa del cenone…),
abbiamo imboccato una deserta autostrada in direzione Capriate
(BG).
Qui, a soli 3 chilometri, sorge il Villaggio Crespi d'Adda,
patrimonio dell’Unesco dal 1995.
Particolare degli uffici |
La sua storia è molto particolare e quasi unica nel suo
genere in Italia.
Nel lontano 1878 l’industriale cotoniero Cristoforo Crespi
decise di trasferire le sue attività in questo sito tra l’Adda ed il Brembo,
costruendo la fabbrica, la sua villa e le case per tutti gli operai.
Ispirato da alcuni viaggi in Inghilterra fece preparare un
progetto che prevedeva la fabbrica lungo il fiume e tutto il nuovo paese a fianco,
con villette dotate tutte di orto e giardino, con strade illuminate
elettricamente, scuola, dopolavoro e centro sportivo, teatro e chiesa, ospedale, parco e
cimitero.
Lo stile va dal neomedioevale all’eclettico, mentre la
chiesa è la copia esatta in scala ridotta di quella rinascimentale di Busto
Arsizio, paese d’origine dei Crespi.
I muri decorati dei capannoni |
Una specie di mondo perfetto in cui il padrone illuminato
regnava dal suo castello e provvedeva benevolmente a tutti i bisogni delle
maestranze dentro e fuori la fabbrica, sostituendo le tutele statali che
sarebbero arrivate molto dopo.
Una realtà che ha funzionato bene per una cinquantina d’anni,
ma che comunque, nonostante i cambiamenti sociali e politici, è continuata ad
essere produttiva fino al 2003.
Il lavatoio e sullo sfondo in alto la casa del parroco |
Molti dei discendenti dei primi operai abitano ancora le
belle villette ed lo stabilimento è stato acquistato l’anno scorso dal patron
dell’Atalanta, Percassi, per essere restaurato e trasformato nel centro delle
sue molteplici attività sia produttive che culturali.
Passeggiare per queste strade silenziose, ammirare la
coerenza di stile, i decori di terracotta, i bei giardinetti con gli alberelli
pieni di casette per gli uccellini e provare invidia per un operaio di quasi 140
anni fa…
La gita prosegue per un bel sentiero lungo l’Adda, fino ad
una passerella di ferro che porta alla riva opposta dalla quale si vedono l’antica centrale idroelettrica,
il castello padronale e la fabbrica che, si dice, tornerà all’antico splendore
entro il 2015.
Il castello Crespi visto dalla riva opposta del fiume |
Vedi spesso l'ignoranza come si colma un pochino...?
RispondiEliminaMille volte sarò passata di lì e non sapevo nemmeno che esistesse questa meraviglia..
Grazie mia bella Annalisa..
Buon fine festività..finalmente!!!+++++