Dopo il sacro il profano, nella fattispecie le disavventure
dei viaggiatori: ecco il divertente tema mensile proposto questa volta da
Monica di Viaggi & Baci.
All’inizio sono rimasta spiazzata, brancolando nel buio.
Nessun ricordo mi veniva in aiuto.
Ma…possibile che tutto fosse sempre andato per il verso giusto?!
Allora scava e scava, qualcosa è emerso dal lontano passato.
Infatti da quando ho conosciuto mio marito devo dire che le
vacanze sono sempre andate bene, senza particolari problemi se non qualche
tipico contrattempo di chi viaggia con cani e/o bambini tipo mal d’auto con
relativi simpatici vomiti… oppure le code interminabili delle quali ho parlato
recentemente.
L’unica vera disavventura è stata quando siamo andati per
alcuni giorni in Trentino e ci siamo accorti di aver dimenticato a casa la
macchina fotografica (e all’epoca i cellulari servivano solo per
telefonare…).
Ovviamente di quella volta
non ci sono foto (!).
Monica ha spiegato che se non abbiamo fotografato la disavventura in senso stretto basta che la raccontiamo accompagnandola da
un’immagine del luogo dove è avvenuta.
Quindi per le prime due farò così, mentre per la terza ho la
testimonianza effettiva del “caso”.
Amsterdam e il mal di denti
Con i miei genitori e la nostra fida roulotte eravamo
partiti per un giro Francia/Belgio/Olanda/Germania/Svizzera.
Fino all’arrivo ad Amsterdam tutto era andato per il meglio:
Parigi e i castelli della Loira, la Normandia, Bruxelles…
Una mattina mio padre si sveglia con un mal di denti
tremendo, tanto da decidere di andare al pronto soccorso.
Lì gli dicono che i quattro denti che sostenevano la sua protesi sull’arcata
inferiore erano da togliere perché c’era una grave infezione in corso.
Risultato: estrazione, antibiotici e protesi inservibile.
Siamo tornati a casa? Giammai!
Da lì in poi è andato avanti a minestrine, omogeneizzati di
carne e banana schiacciata.
Così senza i denti di sotto sembrava il vecchietto del West ma
questo non glielo ho mai detto…
Turchia e benzina super
Quell’anno l’intenzione era di visitare la Cappadocia e poi
proseguire verso l’Iran, destinazione Teheran.
Dunque partiamo da Kayseri e circa 200 chilometri dopo, nelle vicinanze di un posto chiamato Gurun,
mio padre si rende conto che sta finendo la benzina.
Nei distributori si trovava solo quella normale ma a noi
serviva la super.
Chiediamo e ci dicono che per la super bisogna tornare a
Kayseri o andare a Malatya, distante circa 150 chilometri.
Allora lascia auto, roulotte, me e mia madre sotto la
stazione di polizia di Gurun e parte verso Malatya con due taniche da 25 litri a bordo dell'auto di un signore che ha accettato di accompagnarlo avanti e indietro solo per
l’onore di poterlo aiutare.
E’ tornato dopo molte ore, con la benzina super e una faccia
strana.
“Ma… - chiediamo - ci son stati problemi? Sembri a pezzi.”
“No, sarebbe andato tutto bene, se non fosse che da quando
sono partito ad ora, l’autista ha ascoltato a tutto volume musica tradizionale
turca, salmodiandoci sopra senza sosta…
Ho un mal di testa terribile: "Malatya” di nome e di fatto!”.
Ho un mal di testa terribile: "Malatya” di nome e di fatto!”.
La mattina dopo siamo ripartiti, ma non era proprio destino
che arrivassimo in Iran dato che dopo Erzurum la strada era interrotta completamente.
Così, su due piedi, abbiamo deciso di girare a destra e
proseguire verso la Siria…
Perché mio padre era così: niente poteva impedirgli di
viaggiare.
Sirolo e il tutto esaurito
Con l’entusiasmo tipico di chi ha appena dato la maturità
io, tre amiche e la mamma di una di loro, partiamo con due tende canadesi imprestate
alla volta del Conero.
Ci presentiamo alla
reception dell’unico campeggio esistente e ci viene detto che è tutto esaurito,
ma che forse l’indomani si sarebbe liberata una piazzola.
Però non ce la tengono, nemmeno pagando in anticipo: dobbiamo presidiare l’uscita ed
appena vediamo che qualcuno se ne va, fiondarci ad occuparla.
A questo punto la soluzione era una sola:
parcheggiare
vicino al cancello le nostre due mitiche auto, una Dyane 6 e una 127 (nessuna
delle due con i sedili ribaltabili) e gonfiare i materassini.
Abbiamo dormito lì, tra le due auto, per terra come i
profughi, ma la mattina dopo il posto era nostro e ci abbiamo trascorso una
decina di giorni meravigliosi.
Da allora mi è capitato di dormire in alberghi molto belli,
anche a cinque stelle, ma quella è una notte che ricordo sempre come una
delle più felici della mia vita.
.
.
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no, Annalì, ma sei una scheggia (non di quelle sotto le unghie eh) :-)
RispondiElimina^__^
RispondiEliminaE' capitato anche a me di dormire "all'addiaccio" in auto, quindi io voto per la terza disavventura!
Il tempo trasforma anche questi disagi in bellissimi ricordi... magia!
RispondiEliminaMentre si vivono queste avventure il rischio è che l'ansia e il nervosismo vincano. A distanza di anni si ricordano divertenti ed epiche.... sicuramente lo erano !!!!!
RispondiEliminalo sapevo, lo sapevo!
RispondiEliminaimpossibile che con un padre come il tuo (non l'ho mai conosciuto ma a forza di incontrarlo mensilmente mi sembra di averlo guardato più volte negli occhi) non ci fosse stata qualche disavventura cammin facendo ... ;)
Ammetto però che questa volta sarà dura scegliere, perchè mi hanno fatto ridere entrambe ... anche se il papà senza denti le batte tutte!!! ahahahahah
Veramente simpatiche le tue esperienze, non saprei quale scegliere, il mal di denti e gli omogenizzati sono veramente forti ma mi hai fatto venire una certa nostalgia quando hai parlato della Dyane 6, è stata la prima macchina che abbiamo avuto io e mio marito, con questa abbiamo girato in lungo e largo, non consumava niente, in Spagna poi andava che era una meraviglia con la benzina normale, non super.
RispondiEliminaHo appena pubblicato anch'io le mie "disavventure"
Ciao
Norma
Belle e divertenti avventure, mi piace la terza...riporta la mente all'estate dopo la maturità...credo che sia l'estate più mitica per qualsiasi studente!
RispondiEliminaComplimenti per i bei racconti.
Antonella
wow, tuo padre era un vero viaggiatore! certe disavventure rendono unici i viaggi e si ricordano ridendoci su, soprattutto quelli fatti da giovani.
RispondiEliminagrazie, bellissimo post.
Francesca
Che tenerezza il tuo papà, sia per i denti che per la musica turca ^^
RispondiEliminaArrivo direttamente da viaggi e baci. Che bella sorpresa il tuo blog. Che dire, per il solo fatto della roulotte mi stai super simpatica! :-)
RispondiEliminaChe bella quella terza foto! e come hai ragione: magari si dorme in alberghi molto belli, ma certe avventure non si possono dimenticare e suscitano sempre molta nostalgia.
RispondiEliminatuo padre era veramente un gran viaggiatore: proseguire dopo la disavventura dei denti è stata una vera prova di coraggio, non so chi l'avrebbe fatto al suo posto! fantastico, veramente.
mi sono divertita e anche commossa per certi versi a leggere le tue disavventure.
Grazie! un bacione, buona giornata