mercoledì 22 gennaio 2014

Le disavventure dei miei viaggi



Dopo il sacro il profano, nella fattispecie le disavventure dei viaggiatori: ecco il divertente tema mensile proposto questa volta da Monica di Viaggi & Baci.

All’inizio sono rimasta spiazzata, brancolando nel buio.
Nessun ricordo mi veniva in aiuto. 

Ma…possibile che tutto fosse sempre andato per il verso giusto?!
Allora scava e scava, qualcosa è emerso dal lontano passato. 

Infatti da quando ho conosciuto mio marito devo dire che le vacanze sono sempre andate bene, senza particolari problemi se non qualche tipico contrattempo di chi viaggia con cani e/o bambini tipo mal d’auto con relativi simpatici vomiti… oppure le code interminabili delle quali ho parlato recentemente.

L’unica vera disavventura è stata quando siamo andati per alcuni giorni in Trentino e ci siamo accorti di aver dimenticato a casa la macchina fotografica (e all’epoca i cellulari servivano solo per telefonare…).   
Ovviamente di quella volta non ci sono foto (!).

Monica ha spiegato che se non abbiamo fotografato la disavventura in senso stretto basta che la raccontiamo accompagnandola da un’immagine del luogo dove è avvenuta.

Quindi per le prime due farò così, mentre per la terza ho la testimonianza effettiva del “caso”.


Amsterdam e il mal di denti


Con i miei genitori e la nostra fida roulotte eravamo partiti per un giro Francia/Belgio/Olanda/Germania/Svizzera.

Fino all’arrivo ad Amsterdam tutto era andato per il meglio: Parigi e i castelli della Loira, la Normandia, Bruxelles…

Una mattina mio padre si sveglia con un mal di denti tremendo, tanto da decidere di andare al pronto soccorso.   

Lì gli dicono che i quattro denti che sostenevano la sua protesi sull’arcata inferiore erano da togliere perché c’era una grave infezione in corso.

Risultato: estrazione, antibiotici e protesi inservibile.

Siamo tornati a casa? Giammai!

Da lì in poi è andato avanti a minestrine, omogeneizzati di carne e banana schiacciata. 

Così senza i denti di sotto sembrava il vecchietto del West ma questo non glielo ho mai detto…


Turchia e benzina super


Quell’anno l’intenzione era di visitare la Cappadocia e poi proseguire verso l’Iran, destinazione Teheran.

Dunque partiamo da Kayseri e circa 200 chilometri dopo, nelle vicinanze di un posto chiamato Gurun, mio padre si rende conto che sta finendo la benzina. 

Nei distributori si trovava solo quella normale ma a noi serviva la super. 

Chiediamo e ci dicono che per la super bisogna tornare a Kayseri o andare a Malatya, distante circa 150 chilometri.

Allora lascia auto, roulotte, me e mia madre sotto la stazione di polizia di Gurun e parte verso Malatya con due taniche da 25 litri a bordo dell'auto di un signore che ha accettato di accompagnarlo avanti e indietro solo per l’onore di poterlo aiutare.

E’ tornato dopo molte ore, con la benzina super e una faccia strana.

“Ma… - chiediamo - ci son stati problemi? Sembri a pezzi.”
“No, sarebbe andato tutto bene, se non fosse che da quando sono partito ad ora, l’autista ha ascoltato a tutto volume musica tradizionale turca, salmodiandoci sopra senza sosta… 
Ho un mal di testa terribile: "Malatya” di nome e di fatto!”.

La mattina dopo siamo ripartiti, ma non era proprio destino che arrivassimo in Iran dato che dopo Erzurum la strada era interrotta completamente.
Così, su due piedi, abbiamo deciso di girare a destra e proseguire verso la Siria… 

Perché mio padre era così: niente poteva impedirgli di viaggiare.


Sirolo e il tutto esaurito


Con l’entusiasmo tipico di chi ha appena dato la maturità io, tre amiche e la mamma di una di loro, partiamo con due tende canadesi imprestate alla volta del Conero.

Ci presentiamo alla reception dell’unico campeggio esistente e ci viene detto che è tutto esaurito, ma che forse l’indomani si sarebbe liberata una piazzola.

Però non ce la tengono, nemmeno pagando in anticipo: dobbiamo presidiare l’uscita ed appena vediamo che qualcuno se ne va, fiondarci ad occuparla.

A questo punto la soluzione era una sola: 
parcheggiare vicino al cancello le nostre due mitiche auto, una Dyane 6 e una 127 (nessuna delle due con i sedili ribaltabili) e gonfiare i materassini.

Abbiamo dormito lì, tra le due auto, per terra come i profughi, ma la mattina dopo il posto era nostro e ci abbiamo trascorso una decina di giorni meravigliosi.

Da allora mi è capitato di dormire in alberghi molto belli, anche a cinque stelle, ma quella è una notte che ricordo sempre come una delle più felici della mia vita.
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11 commenti:

  1. no, Annalì, ma sei una scheggia (non di quelle sotto le unghie eh) :-)

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  2. ^__^
    E' capitato anche a me di dormire "all'addiaccio" in auto, quindi io voto per la terza disavventura!

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  3. Il tempo trasforma anche questi disagi in bellissimi ricordi... magia!

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  4. Mentre si vivono queste avventure il rischio è che l'ansia e il nervosismo vincano. A distanza di anni si ricordano divertenti ed epiche.... sicuramente lo erano !!!!!

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  5. lo sapevo, lo sapevo!
    impossibile che con un padre come il tuo (non l'ho mai conosciuto ma a forza di incontrarlo mensilmente mi sembra di averlo guardato più volte negli occhi) non ci fosse stata qualche disavventura cammin facendo ... ;)
    Ammetto però che questa volta sarà dura scegliere, perchè mi hanno fatto ridere entrambe ... anche se il papà senza denti le batte tutte!!! ahahahahah

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  6. Veramente simpatiche le tue esperienze, non saprei quale scegliere, il mal di denti e gli omogenizzati sono veramente forti ma mi hai fatto venire una certa nostalgia quando hai parlato della Dyane 6, è stata la prima macchina che abbiamo avuto io e mio marito, con questa abbiamo girato in lungo e largo, non consumava niente, in Spagna poi andava che era una meraviglia con la benzina normale, non super.
    Ho appena pubblicato anch'io le mie "disavventure"
    Ciao
    Norma

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  7. Belle e divertenti avventure, mi piace la terza...riporta la mente all'estate dopo la maturità...credo che sia l'estate più mitica per qualsiasi studente!

    Complimenti per i bei racconti.
    Antonella

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  8. wow, tuo padre era un vero viaggiatore! certe disavventure rendono unici i viaggi e si ricordano ridendoci su, soprattutto quelli fatti da giovani.
    grazie, bellissimo post.
    Francesca

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  9. Che tenerezza il tuo papà, sia per i denti che per la musica turca ^^

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  10. Arrivo direttamente da viaggi e baci. Che bella sorpresa il tuo blog. Che dire, per il solo fatto della roulotte mi stai super simpatica! :-)

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  11. Che bella quella terza foto! e come hai ragione: magari si dorme in alberghi molto belli, ma certe avventure non si possono dimenticare e suscitano sempre molta nostalgia.
    tuo padre era veramente un gran viaggiatore: proseguire dopo la disavventura dei denti è stata una vera prova di coraggio, non so chi l'avrebbe fatto al suo posto! fantastico, veramente.
    mi sono divertita e anche commossa per certi versi a leggere le tue disavventure.
    Grazie! un bacione, buona giornata

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