E’ stato veramente un piccolo shock ieri sera, cercare su Wikipedia notizie sull’autore di un romanzo che sto leggendo e trovare il mesto comunicato di autosospensione.
Il giorno prima mi era capitato con Nonciclopedia e, nonostante frequentassi il sito saltuariamente e solo per farmi quattro risate, era stato ugualmente fastidioso.
Fastidioso perché l’ho percepito come una prevaricazione. Il potere ed il denaro contro la libertà di pensiero. Anche di pensiero stupido o denigratorio. Ma sempre pensiero.
Ci deve essere il modo di fare una legge migliore di questa.
Un conto è pubblicare atti processuali “a vanvera” e un altro è impedire di fatto la divulgazione di ogni post, commento, notizia che potrebbe offendere qualcuno.
Siamo un popolo di permalosi, io per prima, ma bloccare la libera circolazione di notizie sarebbe veramente un passo indietro, verso periodi oscuri che non ci appartengono più.
Spero proprio che Wikipedia riapra. La consulto così spesso.
Mi salva quando scommetto con mio marito sull’età degli attori o dei cantanti. Mi fornisce spiegazioni veloci su i più vari argomenti, mi rinfresca la memoria su molti fatti storici accaduti, mi spiega le cose senza essere pedante.
Si sa che per approfondire si devono consultare anche altre fonti però la prima occhiata cade sempre lì.
Come per tante invenzioni degli ultimi decenni è praticamente impensabile tornare indietro.
Ricordo le mie ricerche consultando l’enciclopedia Universo, oppure la Treccani a casa della mia amica Elena. Erano aggiornate ad anni prima, ma andava bene così.
Altre volte si andava in biblioteca, ma anche lì non è che le notizie fossero poi così recenti.
Adesso abbiamo bisogno del tempo reale, non ci sono alternative.
Magari quello che leggo sarà incompleto, forse sbagliato, ma preferisco rischiare che sapere che c’è un bavaglio che blocca sul nascere il flusso continuo delle news.
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