giovedì 15 settembre 2011

Dei rallentatori

Svegliarsi la mattina con un fastidiosissimo bip bip e il rumore tipico delle ruspe.   

Ma cos’è? 

Evviva, stanno costruendo dei rallentatori sulla strada davanti casa mia.

In effetti ero un po’ preoccupata. Ce ne sono dappertutto e qui eravamo ancora senza! 

Ormai guidare nelle zone abitate è diventato come andare sulle montagne russe. 
Rimpiango di non avere più la vecchia Citroen 2CV. Allora sì che sarebbe stato uno sballo. 
I rimbalzi sarebbero durati fino al successivo rallentatore, con effetti esilaranti.

Dopo la lobby delle rotonde penso venga quella dei dossi artificiali. 
Dietro ci deve essere qualcuno che si sta arricchendo alla faccia di noi poveri automobilisti.

Invece di costruire circonvallazioni per far scorrere il traffico, soprattutto quello pesante, fanno in modo che tutti vadano ancora più piano in mezzo alle case.    
Che bello, così si concentra meglio il fumo degli scarichi e i rimorchi sobbalzando fanno quel bel rumore di ferraglia che mancava.

Come per le rotonde, di cui ho avuto modo di parlare qualche mese fa, anche per i dossi abbiamo tutta una casistica.   
Anche qui dipende dai soldi che ha a disposizione l’amministrazione comunale e sicuramente da dove abita il mitico assessore all’urbanistica.

Abbiamo rallentatori extra lusso di porfido e pietra, magari con spartitraffico centrale uso aiuola. 
Ci sono quelli senza infamia e senza lode, di asfalto, con dipinti rigoni gialli diagonali.   
Poi ci sono le invenzioni futuristiche: rallentatori con inseriti dei led lampeggianti che smettono di funzionare dopo pochi giorni e infine quelli dei poveri: fascioni in rilievo di gomma che dopo un mesetto di passaggio dei camion si appiattiscono, diventando del tutto inutili.

Vedremo di che tipo sarà quello che mi stanno costruendo qui davanti.   
In ogni caso penso che gli ultimi italiani che sapevano costruire le strade siano stati gli antichi romani.  Le loro strade esistono ancora, al contrario delle nostre che dopo qualche pioggia o gelata vanno rappezzate, per rompersi nuovamente dopo pochi mesi.
Anche per quanto riguarda i rallentatori erano stati geniali: delle belle pietre sulla carreggiata, con un piccolo spazio per far passare esattamente le ruote dei carri. 

Eh…bei tempi quelli dell’antica Roma!
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