La meraviglia delle giornate normali. Questa meschina felicità.
Tutti sono al loro posto: chi a scuola, chi al lavoro ed io qui, libera finalmente di organizzarmi la mattina e la settimana secondo i miei collaudati schemi.
Lo so, è brutto da dire, ma senza nessuno tra i piedi rendo molto di più.
Riordino, pulisco, aggiusto, esco a fare la spesa, taglio il prato, porto a spasso il cane e mi resta ancora tempo per preparare da mangiare e anche per scrivere, soprattutto.
Le ferie sono molto belle, ma per me hanno senso solo se siamo tutti via, lontano da casa, dove anch’io posso godere dei benefici della vacanza.
Altrimenti sono l’unica sfigata che deve comunque fare le cose di tutti i giorni, dalle lavatrici allo stiro, dalla spesa alle pulizie, mentre gli altri sono ciondoloni per casa, sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato, sempre con i loro orari lenti e i loro hobby, sempre a dare per scontato che magicamente tutto funzioni e che io sia sempre disponibile a uscite improvvise o che possa sedermi a vedere un film con loro, tranne poi uscirsene con un: “cosa si mangia stasera?”, come se avessi il dono dell’ubiquità…
Adesso riprendo in mano le mie giornate.
In fondo i veri buoni propositi non si fanno a gennaio, ma ai primi di settembre: fare ginnastica, fare una dieta, studiare qualcosa. Anche farsi dei controlli medici o iniziare un maglione ai ferri.
Da oggi ricomincia il solito tran tran: mia figlia era in lutto stretto mentre preparava lo zaino per andare a scuola….io invece, carogna, gongolavo!
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