La notizia bisogna cercarla in mezzo a tutto il lerciume che c’è nei giornali in questo periodo.
Si parla sempre di spazzatura, ma in questo caso di spazzatura spaziale.
Infatti questa notte, oppure questa sera o domani mattina chissà, pezzi di un vecchio satellite americano cadranno sulla Terra.
Gli studiosi del caso sembrano abbastanza tranquilli. Dovrebbe disintegrarsi al contatto con l’atmosfera.
Forse qualche pezzo passerà, ma non più grande di un autobus e comunque è difficile che cada proprio su una persona…
Ma stiamo scherzando?!
In realtà sanno pochissimo. L’orbita di discesa è ellittica e quindi la zona dell’eventuale impatto è vasta, tutto il nord ovest dell’Italia, praticamente.
Ma forse no. Comunque dicono che è meglio stare in casa, sotto agli architravi.
A me non pare un buon segno.
Si sa che nella vita conviene essere fatalisti, ma qui stiamo un po’ esagerando.
Avevo letto un romanzo, non ricordo assolutamente niente della storia, se non che un miniscolo meteorite, non più grande di un chicco di riso, cadeva in testa a un tipo, uccidendolo sul colpo.
Qui parliamo di pezzi che vanno dai 150 chili alle 5 tonnellate, e non dobbiamo preoccuparci?
Nello stesso tempo mi casca l’occhio sul blog di Piergiorgio Odifreddi, un matematico di grido, che discute con altri cervelloni della velocità dei neutrini.
Se è o meno superiore a quella della luce. Forse è impercettibilmente superiore dello 0,00025%.
Probabilmente è una scoperta importantissima e io sono una capra, però… potevano rimandare un attimo questo studio fondamentale e dedicarsi al calcolo della traiettoria e velocità di questo benedetto UARS che ci sta precipitando addosso?
Ma che importa qualche vita umana spiaccicata in confronto alla possibilità di sbugiardare Einstein?
Mai lasciarsi distrarre dalle emozioni.
Io l’ho sempre pensato: gli scienziati non vivono, funzionano.
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