Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di e-book. Libri in formato digitale da scaricare sul PC o meglio sull’apposito e-reader.
Siamo alle solite. Il nuovo che avanza.
La comodità di mille pagine in uno spazio minuscolo, pronte da leggere ovunque andiate con il vostro fiammante supporto multimediale.
La comodità di mille pagine in uno spazio minuscolo, pronte da leggere ovunque andiate con il vostro fiammante supporto multimediale.
Bello. Alla lunga anche economico.
Si risparmia carta, non si perde tempo a spolverare la libreria, si liberano scaffalature e mensole.
Si risparmia carta, non si perde tempo a spolverare la libreria, si liberano scaffalature e mensole.
Com’è che non mi entusiasmo? Dai, fatemi sparare la solita tiritera nostalgica!
Che bello andare in libreria, magari di quelle storiche con il pavimento scricchiolante, vagare con lo sguardo sulle copertine, leggere la trama nei risvolti, sfogliare i libri fotografici, enormi e patinati.
Una volta comprato, arrivare a casa, strappare la fascetta, accoccolarsi sul divano ed iniziare la nuova avventura. Profumo di carta appena stampata, fruscio delle pagine. Vista, tatto, udito ed olfatto…
A casa mia ogni stanza ha una libreria.
In cucina ci sono due ripiani pieni di manuali, dal Cucchiaio d’Argento al libro di Pellegrino Artusi, raccolte di ricette per il microonde, per l’estate, la cucina veloce e quella veronese. Il primo libro che ho comprato quando sono andata a vivere da sola: Il tesoretto della cucina italiana…
In salotto una libreria lunga 4 metri e profonda 50 centimetri accoglie centinaia tra romanzi, saggi, biografie, libri d’arte e guide turistiche. Vecchie edizioni dei primi del secolo scorso, ereditate dai nonni, con le pagine ingiallite e le copertine fragilissime.
Ormai molti ripiani sono stipati con tre file ognuno di libri.
Nelle camere altre scaffalature con gli ultimi acquisti (4 o 5 al mese), testi scolastici e fumetti di ogni genere.
Nella taverna, trasformata in sala hobby, computer e attrezzeria da mio marito, ci sono decine di manuali, da quelli di informatica alla fotografia, dall’enologia al restauro.
In cantina ci sono scatoloni pieni di libri d’infanzia di mia figlia. Da tramandare ai nipoti…
Quando vado per la prima volta a casa di qualcuno, guardo subito se ha libri in giro e di che tipo, se hanno un’aria vissuta o se sono solo oggetti di arredo.
E’ un modo infallibile per farsi subito un’opinione. Difficilmente è sbagliata.
Il dramma è che i libri occupano spazio. Fare periodiche cernite è dolorosissimo. C’è qualcosa di blasfemo a gettare via un libro.
L’anno scorso ho trovato una soluzione perfetta per la mia coscienza: sono venuta a sapere che si stavano raccogliendo libri per la biblioteca del Carcere femminile di Pozzuoli e così gli ho fatto avere un grande scatolone pieno di romanzi.
Quale modo migliore per evadere?!
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Sono del tutto d'accordo.
RispondiEliminaPerò, come ammetti anche tu, è "la solita tiritera nostalgica".
Ciao.
quanto mi piace questo post! avrei potuto scriverlo io (ad essere più brava con le parole)...
RispondiEliminaalmeno una libreria in ogni stanza, la difficoltà a separsi dai libri, l'amore tattile ed olfattivo, la curiosità per le biblioteche altrui..