mercoledì 2 marzo 2011

Comfort foods

Ho letto un bell'articolo sul cibo consolatorio, il "comfort food" appunto. Ognuno di noi ha il suo e magari più di uno a seconda della situazione da affrontare.

Quasi sempre è qualcosa di poco elaborato, spesso fa parte della tradizione famigliare e si mangia dimenticando tutte le regole del bon ton e della sana alimentazione.
Ricordo che durante le ore di studio di diritto e scienza delle finanze un dito affondato nel barattolo della Nutella era un toccasana.

Quando siamo influenzati, col naso gocciolante e il colorito verdastro una tazza del brodino della mamma sembra la medicina migliore.
Una fetta di Pandoro inzuppata nel latte, sporcandosi tutti di zucchero e sbrodolandosi un po'.
Affondare la faccia in una fetta di anguria, sputando i semi con soddisfazione.
Il primo espresso italiano dopo un soggiorno in Germania.
Raschiare la teglia del pasticcio di lasagne, ripulire la ciotola dove si è impastata una torta....fare scarpetta....

Un Big Mac alla faccia della dieta, una fetta di meringata sbilenca quando la festa di compleanno dei bambini è finalmente finita, un Bacio Perugina guardando un film d'amore, un cartoccio di frittura mista o una piadina rovente appena arrivati al mare.
Tre bicchieri di fila di vin brulè passeggiando per Merano d'inverno, un Bombardino con la panna nel rifugio raggiunto faticosamente, le caldarroste davanti un camino.

E adesso è Carnevale...che voglia di frittelle alle mele!
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