sabato 5 febbraio 2011

La cura del capello


Ieri ho visto un servizio su Repubblica TV che raccontava di una parrucchiera italiana che lavora a Parigi.

Una volta al mese, quando è il giorno di chiusura del negozio, lei fa il taglio, il colore o la messa in piega gratis alle donne povere e maltrattate delle banlieue.

Dice che lei sa cosa vuol dire essere soli e spaesati, senza soldi e depressi in una città estranea e in qualche modo nemica.

Si è accorta che queste donne, rimesse in sesto per benino, affrontano con più coraggio e determinazione i loro problemi con risultati spesso positivi.

Sembra una stupidaggine, ma non lo è.

Avere cura di se stessi è il primo passo per affrontare il mondo da vincenti.
Guardarsi allo specchio con soddisfazione ci porta ad agire con più sicurezza e quindi a farci percepire dagli altri come persone migliori.

E' proprio un gioco di specchi dove tutto si riflette, sia in positivo che in negativo.

Anche per me andare dal parrucchiere è spesso terapeutico. 
Al di la' del problema estetico di evitare di sembrare uno spaventapasseri, c'è tutta l'atmosfera che aiuta a ricaricarsi.

Ti affidi ad altre mani.
Ti lasci andare e ti immergi nella lettura dei giornali più idioti del mondo, facendoti una cultura su tutti gli intrecci amorosi possibili e immaginabili, leggi ricette che memorizzi per futuri pranzetti, vedi foto balneari dove scopri con soddisfazione che anche le star sono piene di cellulite...

Il risultato migliore io lo ottengo quando faccio il mio famoso "taglio tattico", ossia capello corto e sparato, gellato e cattivo.
E' il contrario di quello che accadeva a Sansone: più i miei capelli sono corti, più sono agguerrita.

State attenti, ho l'appuntamento per la settimana prossima!

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