Ieri pomeriggio sono capitata su Rai Movie, dove passano
film di tutti i tipi e di tutte le epoche.
Stavano dando Indiscreto del 1958 con Ingrid Bergman e Cary
Grant.
L’avrò visto una decina di volte
nel corso della mia vita ma lo stesso mi sono fermata a guardarlo.
Che belle parole usavano nei dialoghi!
Ad un certo punto uno diceva all’altra: “l’hai presa in
sinistro verso!” oppure definivano qualcosa “deprecabile”.
Che bel suono hanno certe parole e certi modi di dire.
Inoltre i protagonisti si danno del voi e c’è tutto un
percorso di battute da dire prima di arrivare al sodo.
Oggi siamo così sbrigativi e crudi.
Questo genere di film
rappresenta un modo di vivere che non c’è più, sicuramente fatto anche di molta
ipocrisia e facciata, ma tanto più elegante.
Un mondo fatto di rispetto, di attese, di convenzioni da
seguire, di buone maniere e di uso corretto e soprattutto ampio del linguaggio.
Ci sono tutte le sfumature, tutte le possibilità per
esprimere qualcosa nel modo più preciso e signorile, tutte le modalità per
evitare di essere grossolani e offensivi.
Ma ce lo siamo dimenticati.
Io per prima.
Il mio vocabolario ormai trabocca di “figate”,
“rotture di c.” e altri “francesismi” ed il tono è sempre informale e diretto.
Pochi fronzoli e via andare.
Per esempio ho amato così tanto leggere tutti i libri di
Jane Austen, perché anche lì il modo in cui sono scritti va oltre alla storia
che raccontano.
C’è una cura maniacale nella scelta degli aggettivi, nella
costruzione della frase e una delicatezza nel descrivere i sentimenti dei
protagonisti che al giorno d’oggi è impossibile da trovare e sicuramente farebbe
sorridere la maggioranza dei lettori.
Ecco, io ogni tanto ho bisogno di un’immersione nella
formalità e ho bisogno di sentire parole diverse, antiche, modi di dire magari
più tortuosi ma perfetti per l’occasione e modi di fare ormai morti e sepolti.
Dopo mi sento rigenerata e posso ripartire “più gasata” di
prima, ma che dico, più pimpante di prima!
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.
Grande la mia Annalisa...
RispondiEliminaIo che ormai da un anno ho perso il sonno, spesso faccio una vera e propria full immersion di queste pellicole e mi piacciono sempre di più e le ricordo sempre con tanto piacere.
Non parliamo del linguaggio o del modo di porsi, che a molti può sembrare antidiluviano...ma purtroppo , che piaccia o no, questo viene sintetizzato in un vocabolo che si chiama "educazione"
Abbraccio serale!
Sarà, cara Annalisa... ma io evidentemente ho mal digerito tutte le "pomposità" della mia carriera accademica e ormai aborro i "mi pregio comunicare che..."
RispondiElimina:)