giovedì 10 ottobre 2013

Assemblea dei genitori

Oggi devo andare.

Chissà perché questa cosa delle riunioni scolastiche mi è sempre parsa una di quelle occasioni che non bisogna mancare, pena sensi di colpa e problemi irrimediabili proprio perché non c’ero io ad evitarli.

Ognuno ha i suoi demoni ed evidentemente questo è il mio.
Ho fatto sempre la rappresentante di classe fino all'anno scorso quando ho detto "basta". 

Arrivavo e mi sentivo in dovere, essendo praticamente l’unica che non lavora. 
Non lavora. 
Sì, perché chi fa la casalinga non lavora. 
Ma vabbè, ci sta che ho più tempo e meno vincoli di orario.

Così vado.  Siamo sempre la metà scarsa di quelli che dovremmo essere e chi parla è sempre la metà della metà.

Nel corso degli anni ho avuto modo di incontrare tutta la casistica: 
* La mamma in carriera (avvocato, medico, dirigente di qualche tipo) che arriva in ritardo, chiede se ci sono problemi ma non ascolta la risposta, si fa dire chi si candida come rappresentante  - l’avete già fatto? Sì? Bene! - vota e se ne va dicendo che le scade il parchimetro.

* La mamma rassegnata che ha bisogno di conforto: - ma i vostri vi parlano? - ma il disordine nella sua camera? - ma sempre quattro in matematica? -

* La mamma focalizzata sul problema soldi: - come 40 euro annuali l’ora in più di biologia? - ma perché 19 euro il pullman per la gita? -  ma i camici non deve fornirli la scuola? -

* La mamma “è tutta colpa dei professori ”:  e giù petizioni con raccolte di firme per cambiare questo o quello, per far restare quell’altro, descrivendo paradisiache sezioni con premi nobel sulla cattedra e foschi scenari di test di ammissione all’università dove i nostri figli non riusciranno mai a passare per colpa della pochezza degli insegnanti che hanno avuto.

* La mamma nostalgica che avendo già figli più grandi che hanno frequentato la stessa scuola continua a fare paragoni e a citare nomi di professori che non ci sono più, sospirando come me quando penso agli anni ’80.

* La mamma che sogna pizzate e gite domenicali  tra tutti, studenti e genitori, così ci conosciamo meglio e facciamo “gruppo”.

Io sono tra quelle che annuisce e sorride comprensiva, pensando il più delle volte che sono fortunata, per tanti motivi.

Vado anche perché adoro l’edificio: un guscio antico con un cuore modernissimo.

I lunghi corridoi dal pavimento brillante, le grandi aule con le lavagne elettroniche, la doppia scalinata, le vetrate, le travi a vista del soffitto dell’ultimo piano dove c’è la biblioteca ed il museo degli strumenti scientifici e poi lui: il grande pendolo di Foucault che oscilla nell’atrio.

Un moto d’orgoglio davanti il murale dipinto da mia figlia e poi sono pronta ad iniziare.

Chi si candiderà oggi pomeriggio?
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4 commenti:

  1. Bellissimo post! Se vedessi io un murales così fatto da mia figlia credo che piangerei per l'emozione!!!!

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  2. Già solo per vedere esposto il murales di tua figli, meriterebbe di partecipare alla riunione !
    Io, a dirti la verità, non ne posso quasi più dei riti scolastici.
    Ho 3 figli e ho fatto 3 volte il percorso intero, incontrando tutti i tipi di "modelli" di professori e di genitori.
    Direi chi sono disillusa... direi...
    Ma quest'anno dovremmo aver finito... dovremmo...
    BESOS! ;-)

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  3. facci sapere... perché ho il vago sospetto che anche quest'anno ti... ritocchi!

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    1. No, abbiamo rieletto le due dello scorso anno. Comunque eravamo 7 genitori su 26 alunni. Che tristezza!

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