martedì 8 novembre 2011

Scogli linguistici

Ieri sera su Rai 5, per far contenta mia figlia,  ho visto un documentario sul Giappone. 

L’autore è un giramondo francese, Antoine de Maximy, che viaggia da solo, senza alcuna pianificazione, e cerca di farsi ospitare per la notte dalle persone che incontra camminando per strada.  

Tutto questo per capire meglio la mentalità, gli usi e i costumi degli abitanti, per non fare il turista tradizionale insomma.


E’ un’idea interessante ma presenta ovviamente diverse difficoltà.

Il Giappone, ma anche altri posti che ha visitato come l’Arabia Saudita o il Mali, lo pongono di fronte allo scoglio linguistico.  Lui stesso non conosce la lingua e pochissimi locali sanno il francese o l’inglese.
Al tutto si aggiungono le scritte in caratteri che non gli permettono di individuare neppure i numeri.
Da qui la necessità di chiedere aiuto per qualsiasi cosa: linee di autobus e metro, per esempio, ma anche cifre da pagare o tempi di attesa.

Un bel problema. Che lui risolve ridendo. Allora anche gli altri ridono e tutto finisce con risatine e saluti con la manina senza aver concluso niente.

Ieri, oltre ai citati problemi, c’era anche quello della mentalità giapponese, che è veramente molto lontana da quella occidentale.  
Non sono abituati a ricevere amici in casa, sono riservati e molto tradizionalisti nei modi.   
Molti avranno pensato che fosse un maniaco oppure qualche attore di programmi tipo “scherzi a parte” e lo guardavano allocchiti. 
 
Alla fine però è riuscito a trovare un cuoco che sapeva un po’ di francese e, con una faccia tosta invidiabile, è riuscito a farsi invitare a cena e poi a dormire. 
Il giorno dopo ha conosciuto un gestore di Karaoke che l’ha aggregato a una compagnia che festeggiava un compleanno chiusa in questa stanzetta squallida,  cantando davanti alla tv, sempre ridacchiando per sopperire alla conversazione impossibile.

Infine è stato ospitato da uno sfasciacarrozze e la moglie che sapevano qualche parola di inglese e l’apice della conversazione è stato pronunciare correttamente le marche automobilistiche francesi.

Però ce l’ha fatta.
E’ entrato in case modeste, ha guardato le foto degli antenati, ha visto come cucinano e come dormono e anche come pregano.
E' riuscito a condividere le loro emozioni senza bisogno di parlare, solo guardandoli in questi occhi a mandorla, così diversi e in fondo così uguali.

Credo che lo guarderò ancora.
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3 commenti:

  1. Queste cose mi attirano tantissimo forse perchè non ce la farei...
    Di sicuro se mi trovassi costretta, me la caverei.. ecco, diciamo che nella costrizione la faccia tosta SO di poterla avere...
    Ma io non riesco nemmeno a pensare di viaggiare da sola.. l'ho fatto per andare ai congressi e ogni volta stavo malissimo.
    tanto di cappello!

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  2. Io ho viaggiato spesso da sola, ma organizzando tutto fin nei dettagli. Una donna sola purtroppo corre sempre dei pericoli in più e contare sugli sconosciuti è veramente rischioso.

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  3. é davvero uno dei programmi più forti che ci sono ultimamente! Antoine de Maximy è UN GRANDE! spero che ritornerà presto a trovarci!

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