mercoledì 9 novembre 2011

Era meglio prima?

Se anche J-Ax inizia a citare il passato con nostalgia, questo fenomeno è davvero trasversale.

Su Facebook imperversano link intitolati “Noi che” dove ci vengono proposte una serie di situazioni che vanno dagli anni ’60 agli 80’ con il preciso intento di provocare rimpianti e sorrisi amari.
Ci fanno vedere il Ciao, il mangiadischi, il Buondì Motta, noi che suonavamo i campanelli e scappavamo, noi che la maestra ci dava una sberla e la mamma due (?), noi che eravamo giovani.

Eccola lì la chiave di tutto.
Questo è un gioco facile. Prendi qualsiasi generazione quando è in età matura, piena di impegni, preoccupazioni e qualche acciacco e domandagli se non era “meglio prima”.

Perfino chi ha passato le guerre e la povertà del dopoguerra ti risponderà che quelli sì che erano bei tempi, che comunque c’erano cose ed eventi che rimpiangono.

Io sono la prima a cascarci. 
Descrivo a mia figlia come si partiva sul Ciao pedalando come forsennati e come si andava in due stando in bilico sul sellino, uno sulla punta e uno con il sedere completamente fuori. Le parlo dei 45 giri di Antoine e dei quadernini con la carta assorbente incorporata.
Di Happy Days e di Giochi senza Frontiere. 

Ma era davvero tutto così bello?   
Ho già scritto che molte volte ho rivisto film e telefilm che ricordavo fantastici e che mi hanno lasciata confusa a chiedermi cosa diavolo mi ricordavo.
Ma non è solo quello. 
Era davvero bello telefonare con la rotella o dover andare nelle cabine?  Andare in biblioteca, fare mille fotocopie, tagliare e incollare per fare una ricerca?
Alzarsi per cambiare i due o tre canali televisivi disponibili, aspettare giorni per vedere una foto, usare la macchina per scrivere con la carta a carbone?

L’unico vero rimpianto è la gioventù persa, quanto al resto ci sono lati positivi e negativi come da sempre nella storia dell’uomo.
Poi credo che quando si è giovani si sia molto concentrati su se stessi e sul proprio presente e quindi eventuali brutture che ci circondano scivolino addosso senza lasciare traccia o quasi. 

Viceversa, invecchiando si diventa più sensibili alle varie disgrazie, vicine e anche lontane, ci si preoccupa della politica, della sanità, del futuro, innescando tutta una situazione pesante che ovviamente porta a rimpiangere i tempi andati.

Quando eravamo giovani non ci preoccupavano i problemi di allora: il terrorismo, l'austerity, la guerra fredda.
Sì, ne parlavano al telegiornale, ma in fondo erano argomenti per i nostri genitori, mica per noi che dovevamo andare al Berfi’s sulla Golf Gti con le minigonne o alla sala giochi Florida a sparare agli ufo.

Di una sola cosa sono certa: era meglio avere al massimo 25 anni.
Quando, fa poca differenza.
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3 commenti:

  1. J-Ax a mio avviso è un povero disadattato che nell'80 aveva solamente 8 anni. Non ci farei troppo affidamento...

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  2. Qui hai espresso idee che vagamente mi circolavano nel cervello senza trovare le parole giuste per fissarsi in pensieri comprensibili... Hai persino nominato Antoine, il mio primo 45 giri era suo e lo ascoltavo su un orrendo giradischi di plastica arancione!

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  3. Io ho sempre pensato che l'età dell'infanzia e dell'adolescenza ti portino ad avere un entusiasmo per le cose che poi si tende a perdere.. quando si è piccoli tutto è magico.. da adolescenti tutto ruota attorno al tuo microcosmo personale e il telefilm più in voga diventa "mitico" anche se in realtà è una schifezza!
    Però una cosa voglio dirla... adesso che c'è TUTTO (o quasi) a disposizione e FACILMENTE ACCESSIBILE non si perde il "gusto di avere" le cose?
    A volte giriamo i 1000 canali del satellite e diciamo "stasera non c'è niente"...
    Oppure stiamo ore al computer a fare ricerche senza avere imparato niente perchè distratti da 1000 cose ...
    Le bambine hanno 10 barbie già all'età di 4 anni... io e mia cugina facevamo i pasticcini col fango e il thè immergendo in acqua i nidi di vespa (vuoti!)
    Per me è un pò vero che si stava meglio prima...
    :)))

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