venerdì 2 agosto 2013

America tra le righe



Tra i canali migliori che la televisione digitale ci consente di vedere in chiaro c’è sicuramente Rai 5.

Difficilmente si resterà delusi.

E’ appena finita la programmazione di un documentario in otto puntate intitolato “America tra le righe”, dove un giornalista e critico francese – Francois Busnel – attraversa gli Stati Uniti intervistando i più famosi scrittori contemporanei nei luoghi dove vivono e lavorano.

E’ partito da New York ed ha percorso in lungo ed in largo tutto il grande paese, da Chicago a New Orleans, dal Midwest alla costa californiana, fermandosi di volta in volta per conoscere di persona scrittori e scrittrici, vedere le loro case, i loro quartieri e chiedergli cosa ha ispirato i loro romanzi e cosa ne pensano dell’America e degli americani.

Un programma interessantissimo, dove ho potuto avere conferma della mia immensa ignoranza, non conoscendo io la gran parte degli intervistati e comunque restando spesso ammirata, affascinata ed anche in soggezione di fronte a tali personalità, al loro pensiero così profondo e incisivo, al loro carisma.

Ma ho preso nota dei nomi e ho finalmente collegato romanzi di cui avevo sentito parlare al loro autore, ho collegato facce a nomi famosi e ho una bella lista di “to read” in mente.

C’erano premi Pulitzer e Nobel, come Philiph Roth e Joyce Carol Oates, Eddy Harris, Anne Rice, Michael Collins e James Ellroy.

Tutti così rilassati e alla mano, così semplici nei modi a dispetto della loro mente sicuramente complessa.
Anglosassoni, irlandesi, nativi, neri o di origini sudamericane. 
Un melting pot di culture diverse unite dalla passione per la scrittura.

Quanta invidia! Lo scrittore è uno dei lavori migliori al mondo, a mio parere.

Poter esprimere il proprio pensiero e la propria immaginazione, avere il riscontro del pubblico, poterne vivere.

Lo scrittore può lavorare (se di lavoro vogliamo parlare) quando e dove vuole.   
Gli basta una penna o un portatile ed è a posto.

Infatti questi meravigliosi personaggi vivevano nei luoghi più disparati, anche molto isolati.
Si capiva che passeggiano spesso, che non hanno orari. 
Frequentano la gente e si guardano molto in giro.

Hanno spesso magnifiche case, perché è lì che trascorrono la maggior parte del tempo.

Il colpo di grazia me lo ha dato T.C.Boyle: vive nella prima villa californiana costruita da Frank Lloyd Wright nel 1909.   
L’ha restaurata in ogni dettaglio, conservando anche i magnifici interni di abete rosso, mobilia e accessori originali.
Un sogno. 

Mi sa che scriverei meglio anch’io in un contesto così “alto”…o forse no, ma fa comodo pensarlo!
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5 commenti:

  1. Dopo aver guardato il programma, ho deciso di diventare scrittore... o forse è preferibile che lo diventi Tu! Sarei anche più contento.

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  2. Penso che le più grandi menti in tutti i campi artistici sono poi quelle più semplici nella maniera di porsi e di vivere.
    Anche l'isolamento fa un po' parte della loro vita.Sempre protesi ad osservare il prossimo, si ha bisogno di staccare la spina...
    Un abbraccio e buon w/e, amica cara...

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  3. Ho visto solo il pezzetto su Boyle,e penso anch'io che fare lo scrittore sìa un lavoro bellissimo,senza cartellini,orari...certo hai magari delle scadenze imposte dall'editore,ma il fatto di poter "lavorare"dove vuoi,non ha prezzo davvero!!!!

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  4. Potresti per caso mettere una lista completa degli scrittori intervistati? Anche solo della prima puntata (quella di New York).

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  5. Ho trovato in lista questi...ma non ricordo se sono tutti:
    Paul Auster, Colum Mc Cann, Toni Morrison, Jay McInerney e Jonathan Franzen.

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