Io ne sono l’esempio più fulgido.
Durante questa settimana di morte civile, nel mondo reale
come in quello virtuale, ho trascorso ore a guardare i mondiali di atletica in televisione.
Domani finiranno e possiamo contare su una sola medaglia, l’argento
conquistato dalla maratoneta Valeria Straneo.
Gli italiani, i pochi che erano riusciti a qualificarsi,
sono stati falcidiati tra batterie e semifinali, con l’eccezione di un paio di
settimi posti in finale.
Ma io non mi sento di recriminare troppo.
Tirar su sportivi “attivi” non fa parte delle priorità della
nostra nazione.
Infatti dove spesso eccelliamo è in quegli sport che si
possono fare per strada, spendendo quasi niente, tipo il calcio o anche la
maratona.
Per il resto bisogna essere proprio determinati e convinti,
con tempo e denaro da dedicarci.
Oppure essere nati in montagna, o avere il padre che fa il
guardiano del circolo del tennis e così via.
Tanto per fare un esempio, nelle mie scuole elementari non
esisteva una palestra così come nelle elementari frequentate da mia figlia 30
anni dopo. C’era il suo bravo cortile
dove giocare a prendersi o fare giro giro tondo.
D’inverno si marciava intorno ai banchi e si facevano delle
ridicole flessioni.
Alle medie la palestra c’era ma le marce sono continuate.
Ricordo molte ore a salire e scendere in vari modi dal
quadro svedese e qualche triste prova di salto in alto, a sforbiciata.
Come sarebbe stato possibile accorgersi se qualcuno di noi
aveva un qualche talento sportivo?
Alle superiori c’era una bella palestra dove l’unica
attività svolta era la pallavolo, sport nel quale io sono sempre stata una
ciofeca.
Non ricordo nessun insegnante che indossasse la tuta, ma
molti che leggevano il giornale dicendo ogni tanto di non urlare.
Dove sono da noi quelle scuole con allenatori col fischietto
e campi sportivi da fare invidia ad un centro federale, pieni di piste, di
piscine, palestre per il basket e gradinate per il pubblico?
Non ci sono più nemmeno i giochi della gioventù.
E allora tanto di cappello a quei pochi che nonostante tutto
trovano la volontà di mettersi alla prova e di allenarsi, magari o quasi
sicuramente, lontano da casa e a costo di grandi sacrifici.
Certo, poi io mi lamento comunque, che non c’è mai un
italiano in finale perché questa è la caratteristica principale dello sportivo
da divano: inveire e criticare.
Mi scaldo anche…quasi come avessi corso anch’io!
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E come darti torto! Noi la palestra ce l 'avevamo sia alle elementari che alle medie e superiori ma non l'abbiamo mai usata veramente! Se ti vuoi allenare tocca che paghi e se hai sogni di gloria in atletica, tuffi, scherma e questi sport cosí un po´ meno consueti tocca che diventi finzanziere o carabiniere. Tutti i nostri campioni fanno parte dell'arma... TUTTI!
RispondiEliminai3/4
Io avevo la palestra ma sono sempre stata impedita,tra l'asma ed il fisico ciccio non mi sono mai intrippata di nessuno sport.Già correre se sto perdendo l'autobus mi urta da morire ^^
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