La notizia della morte di Gianni Brezza mi ha fatto ripensare alla televisione della mia infanzia. Siccome io ho sempre avuto la fissa di leggere tutti i nomi elencati nelle sigle, sapevo bene chi era.
I primi programmi serali che i miei genitori mi hanno concesso di vedere erano proprio quelli del sabato sera e, quando ero molto piccolina, solo la sigla e poi a nanna.
La prima che ricordo è quella di Scala Reale. C'era il mago Silvan che faceva un gioco di prestigio con le carte e uscivano i vari personaggi. Allora mi sembrava veramente qualcosa di magico.
Poi ricordo canzoncine stupidissime cantate da Sylvie Vartan o da Raffaella Carrà.
Erano così radicate nella mia memoria che quando mia figlia era piccola le canticchiavo per farla divertire.
"Mamma canta ancora Zum Zum Zum o Machemu-machemu-machemusica maestro!" mi chiedeva sempre.
Ricordo Don Lurio che parlava in modo ridicolissimo e Pappagone. Lola Falana e le gemelle Kessler.
Il bello è che sono tutti ricordi in bianco e nero, ma vividissimi.
Ricordo gli ospiti, per esempio quando arrivavano Gassman o Sordi a presentare "L'armata Brancaleone" o "Fumo di Londra".
E Mina, stupenda, quando cantava "Non gioco più" oppure "Parole parole parole" con Alberto Lupo.
Fred Bongusto con Minnie Minoprio che gli zompettava intorno, Johnny Dorelli, Sandra e Raimondo...
Credo di aver smesso di guardare i cosiddetti varietà da almeno vent'anni. Non so, adesso nonostante i colori, le scenografie e quant'altro, mi annoio.
E' tutto già visto, tutto copiato, e copiato male.
In più: i titoli passano così veloci che non riesco neppure a leggerli! Mi hanno tolto anche questo piccolo passatempo...
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