mercoledì 25 marzo 2015

The 20x24" Esperience


Quando le passioni portano a fare cose folli…

Tipo precettare moglie, tre figli più che adulti che vivono in città diverse, ragazzo della figlia, tre amici polaroiders e noleggiare un pullmino per andare a Formigine (Mo) partendo all’alba.

A fare cosa a Formigine?

Due scatti con la mitica Polaroid Giant Camera, oggetto di dimensioni straordinarie, uno degli unici quattro (o cinque? Vi sono diverse leggende…) esemplari esistenti al mondo in grado di produrre fotografie di formato 50x70 cm con sviluppo istantaneo e negativo a strappo.

Com'è possibile intuire, ogni opera prodotta con questa fotocamera è UNICA ed irripetibile.

La Giant Camera non ha nessun tipo di supporto tecnologico che possa facilitare il professionista nel suo compito: il calcolo della luce, la distanza, il diaframma e i tempi devono essere scrupolosamente previsti in modo analogico, senza automatismi.



La fotocamera era fornita sia di lenti per il ritratto che per figura intera e medio grandangolare e sono state usate pellicole originali Polaroid, scadute da anni ma ancora perfettamente funzionanti, tipo “Chocolate” .




É arrivata in Italia per un solo fine settimana direttamente da Vienna, dove abitualmente viene usata presso il mitico Supersense, grazie ad Alan Marcheselli dell’Impossible Store di Maranello.



La location era quanto di più adatto ad un evento del genere: gli splendidi Magazzini San Pietro, un loft di recupero industriale di circa 1000 mq utilizzabile sia per lo scatto a luce naturale che con luci studio.






Noi ci eravamo prenotati per domenica mattina.




Alle 9,00 eravamo sul posto, carichi come molle, e si è subito iniziato a preparare il primo scatto, quello dei “tre fratelli”.

Il padre supervisiona...

Marco Christian Krenn, l’operatore che ha accompagnato la macchina da Vienna, si occupava dell’inquadratura ed Alan Marcheselli delle luci.

E’ stato divertente, ci siamo sentiti quasi come modelli o attori famosi.

Senza scarpe per non sovrastare il marito...

Dopo lo scatto ci sono alcuni momenti frenetici, l’atmosfera in fondo richiamava un po’ quella della sala parto.


Trasportare il negativo, metterlo nella sviluppatrice per farlo aderire alla carta fotografica inserendo gli acidi, poi appendere il tutto ed infine "aprire" la foto creava un’aspettativa tremenda.

C’era tanto di "ohohohoh" in crescendo e poi l’applauso liberatorio quando appariva il risultato.



Che nel caso della prima foto è riuscito meraviglioso, mentre in quella denominata “le due coppie” ci sono io con un'espressione così arcigna da far impallidire la Signorina Rottenmeier di Heidi.



Ero talmente preoccupata di non chiudere gli occhi che mi sono dimenticata di sorridere.

Pensare che ero così contenta…



2 commenti:

  1. Mi ricordi tanto una carissima amica, che sembra sempre seccata e infastidita e invece è solo concentrata e poi è dolcissima.
    Però che belle, ho capito perché "chocolate", sono bellissime!

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  2. Non capisco nulla d queste cose , ma cara Annalisa, sei veramente divertente..mi sarebbe piaciuto vedere la foto..
    Indubbiamente un marchingegno curioso( mi sentisse tuo marito, mi sparerebbe a vista)..un'esperienza anche emozionante per voi modelli, vero?
    Abbraccio forte amica mia!

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