Permaloso e con la coda di paglia.
Sì, così definirei il commentatore medio dei post che
criticano più o meno simpaticamente qualcosa.
Già mi aveva colpito tempo fa la marea di commenti
inviperiti ad un post che prendeva bonariamente in giro i runner e le loro
manie tra scarpette tecniche, tempi di percorrenza e via dicendo.
Centinaia di lettori avevano letteralmente demolito il
povero autore, accusandolo di ogni nefandezza nemmeno fosse Hitler redivivo.
Orbene, è capitato di nuovo.
Voglio dire, capiterà ogni giorno, ma io mi sono imbattuta
in una situazione analoga solo l’altro ieri.
Il post incriminato si intitola “Gli aspiranti fotografi hanno rotto il cazzo”, di tale Malcolm Y del blog “L’Ibernazione”.
Appena l’ho visto condiviso su Facebook l’ho letto,
ovviamente.
L’ho trovato spassoso, un po’ sopra le righe, ma perfetto
per descrivere un fenomeno che conosco molto bene.
Io per prima sono una fotografa della domenica e sono sempre
stata circondata da fotografi più o meno dilettanti, molti dei quali armati di
vera passione e dedizione, ma pur sempre dilettanti.
Non facciamo del male a nessuno, però sicuramente all’altra
parte, a quella delle persone che non si interessano di fotografia o anche e
soprattutto ai veri fotografi professionisti, ABBIAMO ROTTO IL CAZZO!
A chi non è mai capitato di trovarsi in una di quelle
circostanze così ben descritte dall’autore, quando la conversazione viene
monopolizzata dall’appassionato di turno (leggi per esempio mio marito…) che
comincia a parlare dell’ultima macchina fotografica acquistata come un
invasato, scendendo anche in dettagli squisitamente tecnici, tediosi per natura
e di nessun appeal per molti?
È che ci dà fastidio ammettere di essere noi quel tipo di
fotografo.
Gli altri lo sono, quelli che mettono PH davanti al loro
nome su orrende foto scattate in discoteca o che appioppano titoli assurdi a
scatti mediocri.
Nessuno degli acidi commentatori che abbia ammesso di aver
scattato foto di merda, di essere stato banale e ripetitivo, di aver
scopiazzato i grandi nomi…
Tutti punti sul vivo a parlare di democrazia e di diritti
dei dilettanti.
Ma chi li aveva messi in discussione?
Era solo uno sfottò, una presa in giro di un fenomeno che
veramente si sta diffondendo a macchia d’olio, viste le prestazioni dei
cellulari ed i prezzi sempre più abbordabili di una reflex media.
Malcolm Y citava gli scatti tipici dell’aspirante, tipo le
foto agli specchietti retrovisori o quelle ad altri che stanno fotografando, i
fiori con le gocce di rugiada…. azzeccando
in pieno proprio i miei ultimi scatti!
Come qualche sporadico commentatore scriveva ogni 20 o 30 cattivissimi commenti: fatevi una risata!
Una bella risata e non prendetevi troppo sul serio.
Verranno meglio anche le foto.
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Permaloso e presuntuoso aggiungerei! Ho letto anch'io l'articolo. Chiunque dotato di un minimo di autoironia era in grado di cogliere le situazioni volutamente esasperate per far sorridere. Da noi (e mi sa anche da te) si direbbe: ma copeveeee!
RispondiEliminaAh ah, copeve è perfetto!
EliminaAdoro le foto e tu lo sai e non distinguo un vero fotografo da un dilettante quindi le parole mi scivolano via , io che tento da secoli di fare almeno uno scatto decente in vita mia...e mi prendo sempre l'impronta digitale!
RispondiEliminaBaciotto!
ti do ragione al 100%
RispondiEliminapure io ho letto quell'articolo e l'ho percepito come ironico, sopra le righe, certo, forse con un intento provocatorio, ma non mi sarei mai immaginata di leggere tanti commenti incattiviti.
come te ho concluso che chi li ha scritti ha la coda di paglia ^__^
Ho letto anche io l'articolo, condiviso da qualche amica su facebook (magari tu?).
RispondiEliminaPenso che sia tutto un problema di arroganza. La gente moderna è arrogante, crede di essere, di sapere, di poter fare tutto, un discorso applicabile alla fotografia come a qualunque altro settore. Io dico sempre "ad ognuno il suo lavoro".
L'articolo era ovviamente, come dici tu, una presa in giro. Dai voi si dice "copeve" e da noi si direbbe "TOLASUDOLSA!" (trad. prendila alla leggera) ;)