lunedì 10 febbraio 2014

La casa delle origini - La foto della domenica 09/02/14


Io, per parte di madre, sono proprio una veronese "de soca".
(soca: radice con la zolla intorno...)

Quindi passeggiando per il centro tantissimi angoli mi ricordano non soltanto fatti della mia infanzia ma anche numerosi aneddoti famigliari sentiti mille volte nel corso degli anni.

Sono così radicati nella mia memoria che a volte penso di esserci stata durante questo o quel episodio, anche se ovviamente è impossibile.

Per esempio se passo da Vicolo Ponte Nuovo mi pare di essere dentro al film della vita dei miei nonni e di mia madre e delle mie zie.



Io ci ho abitato dalla nascita fino ai 3 anni.
Poi, ufficialmente la mancanza del garage ma più probabilmente la vicinanza con i suoceri, ha spinto mio padre a spostarsi in Valdonega, quartiere collinare fuori le mura.

Vicolo Ponte Nuovo è tra le Arche Scaligere e la casa di Romeo da una parte e via Sottoriva dall'altra.

Il mio bisnonno faceva il barbiere.
Il lunedì, siccome non lavorava, andava al Monte di Pietà, o meglio dei pegni, in cerca di affari.
Comprava soprattutto gioielli e strumenti musicali che faceva finta di regalare alla mia bisnonna e a mio nonno, ma che dopo pochi giorni rivendeva "perchè ho un offerta che non posso rifiutare...".

Fattostà che mio nonno non ha mai fatto in tempo ad imparare a suonare alcuno strumento, ma suo padre con i guadagni delle compravendite ha acquistato tutto lo stabile al numero 8 di Vicolo Ponte Nuovo: 4 appartamenti più un magazzino e la cantina.

Lì hanno vissuto i miei bisnonni, poi mio nonno con mia nonna e le loro tre figlie, due delle quali anche da sposate per qualche anno.

Durante la guerra mia nonna è riuscita a cavarsela con un marito al fronte in Africa e tre bambine piccole solo con la rendita degli affitti.

Qui i racconti si sprecano: dalle corse notturne nel rifugio antiaereo, dal quale più di una volta le bambine sono tornate piene di pidocchi, alle code con le tessere per comprare il cibo, con rottura della preziosissima bottiglia dell'olio e successiva colletta del vicinato per riempirne un'altra.

Le case nel vicolo sono così vicine che si sente tutto quello che avviene negli appartamenti circostanti.

Per esempio durante il ventennio abitava di fronte ai nonni una coppia formata da un veronese e una meridionale.  Litigavano spessissimo, o meglio, lei urlava a più non posso nel suo dialetto incomprensibile e lui ad un certo punto interveniva con un secco: "Tasi (taci), abissina" e calava il silenzio.

Noi abitavamo in mansarda. Unico vantaggio il sole che entrava copioso, mentre per andare in bagno bisognava uscire sul pianerottolo ed entrare in un bugigattolo ricavato in un altro angolo della soffitta... non proprio il massimo!

Però avevamo un bel televisore ed i miei nonni si presentavano ogni sera per guardare i programmi con noi.
Forse questo è stato un altro dei motivi che ha spinto mio padre a cambiare casa.

Comunque ogni volta che passo da lì, dove adesso è tutto ristrutturato e nella cantina dove c'era il carbone c'è una specie di galleria d'arte, io mi sento un po' strana, come attraversata dai fantasmi di tanta gente che non c'è più e di cui un po' alla volta si perderà completamente la memoria.


La foto della domenica è un'iniziativa di Bim Bum Beta

#verona #vicolopontenuovo

3 commenti:

  1. Primo: che bella la prima foto, mi ha rapita!
    Secondo: che belli i tuoi racconti e le tue memorie, leggerti è sempre un piacere. Un po' capisco tuo papà che ha voluto trasferirsi...
    Terzo: perché non raccontare tutte queste storie a tua figlia? Forse in futuro anche a lei sembrerà di essere vissuta lì.

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  2. Ma te l'ho giá detto quanto mi piaci quando scrivi storie cosi?
    Continua a farlo e vedrai che la memoria durerá ancora a lungo ... io giá mi vedo i nipoti di silvia che vengono a leggere cosa ha scritto la loro bisnonna sui suoi nonni ... bellissimo!

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  3. Che belli questi racconti dolce-amari, questi ricordi di vita mi affascinano sempre, come la tua prima foto che mi fa venire voglia di venire a Verona!

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