mercoledì 23 maggio 2012

Una vacanza in coda


Sono appena tornata dalla mia settima e peggiore volta a Parigi ed anziché dedicarmi a qualche post “recensione” come era mia intenzione, sono costretta a fare un’amara analisi di quello che significa al giorno d’oggi  visitare le mete classiche del turismo di massa.

Significa frustrazione, rotture di scatole, incontri sgradevoli, delusioni cocenti, rimpianti, voglia di essere in un altro posto e soprattutto in un altro tempo.

Si parte dai controlli aeroportuali e pure museali, dove veniamo trattati come i peggiori terroristi, costretti a spogliarci, ad aprire e sparpagliare ogni oggetto contenuto nelle borse, a buttare bottigliette d’acqua appena comprate per ricomprarle al doppio del prezzo subito dopo…

Ci si trova in una megalopoli dove nonostante una capillare rete di metro e bus non si riesce a viaggiare seduti se non in rarissime occasioni, dove si viene letteralmente trascinati dalla fiumana di gente che invade i mezzi pubblici ad ogni ora, come formiche impazzite.   

Non esistono più le ore di punta, ogni momento è buono per essere in movimento e mai dove logica direbbe di essere. 
Infatti nessun luogo apre prima delle 10 o delle 11 di mattina, molti bar forse aprono alle 17 e i musei pensano bene di chiudere il lunedì e gli altri giorni di aprire tardi e chiudere presto. 

Sabato 19 era la notte dei musei aperti ed è stato sconvolgente vedere la marea persone che tentava di entrare al Louvre.
Noi poveri pellegrini ci eravamo illusi di andare a vedere la mostra fotografica di Helmut Newton al Grand Palais… dove la coda faceva il giro di tutto l’isolato e tra poco arrivava agli Invalidi.

Abbiamo tentato il giorno dopo, a pagamento, ma anche questa volta era assurdo solo pensare di entrare nel giro di un paio d’ore…   
Abbiamo ritentato ieri, ma abbiamo scoperto che quello era l’unico museo che chiude di martedì e non di lunedì.

Si fa la coda per ogni cosa ed ogni cosa è così piena di comitive, di scolaresche, di gruppi di ogni etnia ed età che è impossibile fermarsi ad apprezzare quello che si è così faticosamente  raggiunto:  si viene spintonati e il brusio è costante.  

Fastidio è la parola più adatta.  Fastidioso aver fatto parte di questo fenomeno del turismo low cost, del mordi e fuggi, del visitare per forza quello che, se si va in quel posto,  “bisogna” visitare. 

Necessità di  inventarsi mete alternative, gite su canali sconosciuti, soste in atelier elitari per fotografi nostalgici delle Polaroid, pranzi in vicoli nascosti per ritrovare una dimensione umana, una vacanza dove potere godere di situazioni diverse da quelle che incontriamo tutti i giorni, dove non imbattersi in H&M, Zara, Bata, Benetton e McDonald, dove sembra di essere rimasti a casa propria se non fosse che tutto costa di più.

L’unica coda che abbiamo accettato di fare è stata quella al Museo d’Orsay, solo perché avevo già comprato i biglietti su Internet ed era comunque l’ultimo museo che non avevo mai visitato di Parigi. 
Avere già il biglietto ha forse fatto risparmiare un quarto d’ora, ma niente di più…

Dentro era la follia: le sale con i capolavori di Van Gogh e Gauguin così stipate da non poter fermarsi a commuoversi in pace. 

Il delirio davanti la statua della piccola ballerina di Degas.   
Intraviste le ninfee di Monet.

Basta…
Pensavamo di organizzare un altro week end lungo a Londra, ma alla luce di quello che è accaduto con Parigi, penso che opteremo per un bel 4 giorni in qualche luogo termale, tra massaggi e percorsi Kneipp.

I musei li visiteremo con il PC virtualmente, ormai paradossalmente il modo più umano per farlo.
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8 commenti:

  1. Oh mamma.. quando andrò a Parigi, pianificherò di andarci a Novembre...
    Terme di saturnia. Claudia sul suo blog "la bussola e il diario" ne ha parlato pochi giorni fa!

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    1. Sì, l'ho letto. Saturnia in questo momento sarebbe perfetta...

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  2. ...dei miei 8 viaggi a Parigi, tra cui anche viaggi di lavoro, posso dirvi che in quelli fatti ad agosto sono stata da pascià... si gode di tutto ciò che la città offre ed è comunque sempre tutto aperto... e le file si trovano solo per la Tour... o a Disneyland (che si potrebbe ben evitare) ;)

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  3. poco male, vi siete risparmiati l'ennesima paura per il terremoto...

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  4. Nooooooo, non dirmi così, mi smonti :( io purtroppo da quando sono diventata mamma non sono più andata a Parigi, ma è una città che adoro! che io ricordi, ho sempre fatto file e c'era sempre folla, da piccola sono stata spiaccicata dalla folla nell'ascensore che saliva sulla Tour Eiffel e ho preso una gran paura... però mi è sempre piaciuta tanto.

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  5. ci sono stata più volte, l'ultima due anni fa. In genere andiamo in settembre o dicembre. Sarà che sono abituata a Roma, ma non mi è sembrata così caotica... e l'unica fila che ho sempre trovato è stata al d'Orsay... al Louvre entrati dopo 10 min. di fila... in metro seduti sempre... possibile che in due anni è così cambiata?

    P.S. terme di Saturnia OK, ma se ne avete la possibilità, Ischia (soprattutto costa meno...e se fuori stagione anche poca gente...)

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  6. Parigi. Ci ho vissuto 5 anni a Parigi e la mattina per andare a lezione lasciavo passare anche 3 metropolitane prima di riuscire a salire, quei 40cm quadri di spazio a cui avevo diritto. Quando mi chiedono perchè ho lasciato Parigi spesso rispondo che ero stanca di combattere per qualsiasi cosa. A novembre e dicembre in certi quartieri non si cammina neppure a piedi sui marciapiedi. Quella non puó essere vita. Peró ci sono delle Parigi che penso tu non abbia visto. Molto molto lontane dal Louvre e Montmartre emolto piú vere. Se un giorno ti torna la voglia dimmelo, veramente.

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