Cercando col lanternino una notizia che non mi facesse deprimere e/o arrabbiare, ho trovato questa su la Sindrome da ultima puntata, e devo dire che un po' colpisce anche me.
Io sono una che si affeziona a posti, a mobili, ad animali, qualche volta a persone e, perchè no, a personaggi che vivono solo nei libri e nel "virtuale".
Protagonisti di romanzi che ho amato e di film o serial televisivi popolano ancora la mia mente e in fondo occupano lo stesso posto di persone reali che ho conosciuto.
Cito le loro gesta o frasi che mi avevano colpito, e li ricordo spesso con nostalgia.
Dove saranno adesso? Cosa farebbero oggi? Che ne è stato di loro o dei loro discendenti?
Sì, l'ultima puntata, così come l'ultima pagina, spesso ci lascia soli e un po' avviliti.
Ne vorremmo ancora, vorremmo sapere che per un po' di tempo possiamo mettere in standby la realtà e tornare lì, dove ci raccontano altre storie, dove i problemi li affrontano altre persone e dove c'è qualcuno che sembra migliore o meno noioso, spesso più bello, più agile, più ricco, con una vita più interessante.
Dove sono Sawyer e Sayid di Lost? Perchè io non incontro mai nessuno che vagamente gli assomigli?
Che fine hanno fatto il Dottor Ross e il Dottor Carter di ER? Al pronto soccorso della mia Ulss non ci sono di sicuro.
Ma Giulia e Carlos di Dancing Days saranno ancora sposati?
Il capitano Kirk l'ho rivisto in Boston Legal, ma è così vecchio e grasso che preferivo ricordarlo in qualche galassia lontana...
Rossella e Rhett si sono rimessi insieme? E Rory Gilmore di Una mamma per amica, è tornata al ridente paesino di Stars Hollow?
Chissà...almeno qui non si va incontro alle delusioni che capitano nella vita vera: tutti i nostri amici immaginari restano lì, cristallizzati al loro meglio, pronti a tornarci in mente quando ne abbiamo bisogno e a ripetere all'infinito quelle battute che ci erano tanto piaciute.
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