giovedì 16 agosto 2012

Amortalità (o immaturità) ?


Questo termine, fino a ieri a me sconosciuto, descrive un fenomeno che invece conosco molto bene.

Ossia quello delle persone che nonostante l’avanzare dell’età vivono e agiscono sempre e come quando erano giovani. 
Dall’abbigliamento allo stile di vita, dai progetti all’amore, tutto si svolge come se il tempo che passa non li condizionasse minimamente.

Gli esempi tra i Vip si sprecano: da Madonna a Mick Jagger, da Tom Cruise a Johnny Depp, passando per i nostrani Morandi e Margherita Hack.

Individui che a dispetto delle rughe o anche misteriosamente senza, continuano imperterriti ad impersonare loro stessi cristallizzati nel periodo migliore della loro vita.

Chi ha studiato la cosa (tale Mayer – Amortalità. Piaceri e pericoli del vivere senza età – Iacobelli editore) e anche vari sociologi spiegano la logica del “qui e ora” che ha sostituito tutta una serie di step che segnavano la vita delle persone fino a pochi decenni fa: l’agire prima da bambini, poi da ragazzi, da giovani sposi, da genitori, da nonni.  
Con tutto il corollario di abbigliamento diverso, divertimenti diversi, progetti diversi e cosi via.

Guardo me stessa, con l’identico taglio di capelli adottato a 22 anni e mi domando: cosa c’è di sbagliato?

L’unico rischio che vedo su di me e molto più spesso sugli altri, è di cadere nel ridicolo. 
Perché se si perdona a Mick Jagger di indossare sempre jeans skinny multicolore a 70 anni, forse si sarebbe meno indulgenti con lo zio invitato alla Comunione.  Ma anche no. 

Per secoli la società è stata così schematica: ricchi, poveri, giovani, vecchi, sposati, celibi e zitelle… 
Ognuno doveva stare al suo posto ed era guardato male e spesso osteggiato se cambiava qualcosa.

Io faccio parte della generazione di mezzo. 
Quelli che sono stati educati alla vecchia maniera, con tutti i comportamenti da usare in determinate situazioni  che però si sono affrancati da questa schiavitù, non senza sentirsi spesso in colpa.

Certo tutto era più chiaro una volta e forse anche più ordinato, ma c’era tanta ipocrisia e insoddisfazione credo.

Se a 60 anni si ha l’entusiasmo e la voglia di agire come a 20 perché frenarsi?  La vita si è allungata ed il declino arriva più lentamente e si può contrastare efficacemente.
Ci sono coppie che si separano dopo 30 anni o donne che hanno figli a 50. 
Io resto ancora perplessa, ma la colpa è solo dei miei retaggi infantili.

Bisogna affrontare questo cambiamento: il governo l’ha già fatto spostando le pensioni a data da destinarsi. 
E’ inutile sentirsi dei ragazzini e voler smettere di lavorare a meno di 60 anni. 

Eccola qui la fregatura….
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3 commenti:

  1. ... già... avete voluto la bicicletta (ovvero: for ever green and young)? E allora, ora pedalate... e cercate di arrivare alla pensione solo qualche attimo prima che madre natura si ricordi di fare - definitivamente - il suo corso...

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  2. Va bhè non tocchiamo il discorso pensione che io dopo anni di borse di studio (senza contributi) non la vedrò mai... per il resto penso che se io a 36 anni mi sento ancora una 26enne non vedo perchè a 50 dovrei sentirmi una nonna col fazzoletto in testa. La vita è una, viviamola nel rispetto dell'etica e della libertà altrui ma godiamocela anche! Non voglio mica chiudermi in casa a far la calza perchè secondo gli altri "alla sua età" si fa così! Ohibò... adesso esco e mi faccio 3 tatuaggi!

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  3. A proposito di vip, ieri al tg han fatto un servizio su Robert Redfort, che di anni ne compiuti ieri 75 e sembra esser cambiato nel corso degli anni nel miglior modo rispetto ai suoi colleghi. Ha sentenziato se molti vanno in terapia, io vado a farmi una passeggiata nei boschi ! Sara' questo il suo segreto ? Capisco bene quello che vuoi scrivere nel tuo articolo. C'e' un traguardo, diciamo quello della maturità, che si avverte. E io posso dirlo perchè mi sento molto vicina. Poi si può fare di tutto, riempirsi di tatuaggi, ostentare vestiti dai colori shock, buttarsi a capofitto nelle attività sportive piu' azzardate. Per non sentire in qualche modo che si sta inesorabilmente, invecchiando. Ma basta uno sguardo, di qualcuno di qualche anno piu' giovane, che quello sguardo ha un peso "enorme". E sembra che tutta la fatica che ci abbiamo messo sia andata perduta. Non penso che una volta fossero piu' ipocriti e insoddisfatti. Le vedo maggiormente oggi le persone piu' ipocrite e insoddisfatte, di sè stesse soprattutto, e quindi per riflesso, questo viene gettato sull'altro. Fregarsene sarebbe da dire, o come dice il grande Paolini, aver la capacita' ogni tanto di "mandare in vacca", ma non sempre è facile. Il giudizio pesa, e la gente oggi non fa che giudicare. Se fai questo, se non fai quello, e perchè non fai così, e perchè non fai colì... Tutti saggi...tutti spara consigli a raffica. Prendersi per quello che si è, bambini, giovani, adulti, vecchi... una comunità integrata, e non "caste" separate.
    Sarei curiosa di leggere il libro che hai citato, perchè anch'io che ho studiato la teoria del "qui e ora " (nel mio corso di shiatsu) non è spiegata proprio cosi. Significa "essere" semplicemente "presente" nell'azione che fai, che compi nel momento in cui la esegui. Tipo se mi arrampico per una parete rocciosa, a strapiombo su un burrone, devo essere consapevole di quello che sto facendo. E secondo te, tutti quelli che oggi si lanciano in cosi ardue imprese oltre una certa età sono consapevoli di questo ? Secondo me no ! Molti penso vogliono solo dimostrare con questo, che sono "ancora giovani" , il che e' una cosa ben diversa. Ma dimostrarlo a chi ? Agli altri o a sè stessi ? Bhe' forse bisognerebbe iniziare a raccontarsi meno storie, tornare ad una vita più semplice e concreta. Perchè non sarà certo costringermi a lavorare fino a 70 anni che mi farà sentire più giovane, o allungarmi la vita fino a dover dipendere da pastiglie di tutti i tipi, o da altre persone perchè magari non piu' autosufficienti. Il corpo ha un suo declino naturale, e dovremmo forse cercare di tenerlo presente di più. E capire magari che un figlio a 50 anni è più un qualcosa che facciamo per ns egoismo, che per amore... Il termine AMORTALITA'.. me ne rimanda un altro AMORALITA'...Anch'io ho un libro da suggerire, di chi ho sentito qualche giorno fà una vecchia intervista all'autore, Ogni cosa alla sua stagione, di Enzo Bianchi http://www.einaudi.it/libri/libro/enzo-bianchi/ogni-cosa-alla-sua-stagione/978880620465
    Ciao Buona Domenica

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