sabato 22 giugno 2013

Porte e finestre dei miei viaggi



A scuotermi dal mio girare a vuoto e piangermi addosso arriva il nuovo tema mensile di Monica del blog  Viaggi & Baci.

Lei sì che è una blogger con i fiocchi per la quale nutro sincera ammirazione e senso di inarrivabile. 
Ma almeno una volta al mese entro anch’io nel suo mondo e mi muovo come una travel blogger consumata…

Dunque parliamo di porte e finestre: oggetti  tangibili ma anche meravigliose metafore per il viaggiatore sensibile e attento.

La sicura porta di casa che si chiude alle nostre spalle…il solito paesaggio che vediamo dalla finestra che sfuma via…nuovi orizzonti…nuovi incontri ci aspettano appena ci allontaniamo, anche di poco, dal nido.

Ho scelto volutamente tre foto dove è presente anche  l’elemento umano.

Volevo qualcosa di più, qualcosa che andasse oltre l’estetica perfetta, l’equilibrio dei colori e delle forme, volevo un assaggio delle vite che si svolgono o si svolgevano dentro quei luoghi.


La prima foto è stata scattata in Turchia, vicino Pamukkale.
Sì, la Turchia torna spesso nelle mie foto perché ci sono andata quattro volte:  fino ai confini con l’Iran, fino alla Siria, fino a dove c’era una strada vagamente percorribile, fino a rompere gli ammortizzatori e a restare bloccati senza benzina super…

L’ho conosciuta prima. Prima del 2001 e prima dell’integralismo e delle rivolte e anche prima del boom turistico.

In questa foto due donne posano davanti la loro povera casupola. 
Poi ci offrono del te rovente (çay) dentro bicchierini di vetro su un vassoio tenuto da tre catenelle. 
Ci mostrano orgogliose i loro tappeti e toccano i nostri vestiti ridendo.  


La seconda foto mostra una vecchia seduta fuori una piccola chiesa in Portogallo, a Nazarè.  

Il suo viso segnato mi fa immaginare la moglie di un pescatore che aspettava il ritorno del marito con apprensione, facendo seccare al sole il pesce, come fanno da queste parti, occupandosi della casa e dei figli. Chissà…


La terza foto è di un luogo del cuore per me. 
Questo è l’ingresso della Cranley House a Londra, Cranley Gardens n. 1 a South Kensington. 

E’ l’ostello dove ho lavorato come cameriera per qualche mese appena finita la scuola. 
Alla finestra il portiere di giorno e la cuoca, due dei miei adorati colleghi, quasi tutti australiani.

Qui andavo a preparare le colazioni ogni mattina e poi prendevo la lista delle camere da rifare. 
Qui ho provato per la prima volta l’ebbrezza dell’autonomia e della libertà.
I primi soldi guadagnati, vivere da sola, organizzarmi le giornate, non dover chiedere il permesso ne’ rendere conto a nessuno.  

Al di là della porta un’orrenda moquette e un’altrettanto orrenda tappezzeria a grandi fiori arancioni.… ma nei miei ricordi rimane sempre un luogo paradisiaco!
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7 commenti:

  1. Un bel classico porte e finestre, come la polo nera e la camicia bianca.....

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  2. Fantastiche le foto del mio compianto suocero. per sempre un maestro! Bella anche l'ultima, ma per diversi motivi.

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  3. E se ti dico che mi hai fatto venire i brividi?
    Sarà che sono follemente innamorata della Turchia e il primo scatto mi ha riportato in un posto specifico di quello splendido paese. E poi le parole con cui accompagni l'ultima ...
    poi leggo quelle di Massimo e mi crescono i lucciconi agli occhi
    grazie Annalisa, davvero grazie
    PS: anche per il complimento ;)

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  4. a me quelle casette inglesi piacciono tanto!

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  5. Meravigliosa la seconda, sembra quasi a copertina di un libro e fa venire voglia di leggere la storia!
    Complimenti. Un bacione, buona giornata!

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