Immagino che sarebbe molto più "politically correct" aborrire questa invasione di colossi stranieri, buoni solo a sfruttare i paesi poveri e a uniformare i gusti degli italiani che hanno una tradizione millenaria..bla..bla..bla...
Per me andare all'Ikea è come andare al Paese dei Balocchi.
Parto la mattina già euforica, con una lista mentale delle cose che vorrei comprare e la curiosità di vedere cosa si sono inventati questa volta.
Io adoro tutto: dai mobili di betulla agli scaffali di pino, dalle soluzioni salva-spazio ai portasapone.
Il reparto del rimpianto è quello riservato all'arredamento per l'infanzia.
Vorrei aver avuto una cameretta come quelle in esposizione: letti con lo scivolo, peluches giganti, dondoli appesi al soffitto, poltroncine e tavolini a misura di bambino, giochi di legno e colori da fumetto.
Possiedo una meravigliosa cucina Adel e metri e metri di scaffalature Ivar, senza le quali sarebbe stato impossibile "stivare" le migliaia di libri e radio antiche che abbiamo accumulato.
Quando si cambia casa o la collezione aumenta, non si fa altro che aggiungere pezzi.
Io e mio marito abbiamo lavorato come degli schiavi a trasportare, in molti casi verniciare e soprattutto a montare uno a uno tutti i mobili che abbiamo acquistato. Ma siamo ancora soddisfatti, dopo molti anni.
Adesso la casa è completamente arredata, ma è lo stesso piacevole passeggiare attraverso i vari ambienti, scopiazzare qualche idea, comperare un accessorio carino.
O si può fare come i protagonisti di "500 giorni insieme": fare finta che sia casa propria, sedersi, sdraiarsi, provare i rubinetti e lamentarsi se una famiglia cinese è in camera nostra...
Alla fine si va a mangiare qualche assurdo piatto tipico svedese: polpettine con salsa di mirtilli, aringhe con panna acida, salmone marinato.
Non può mancare l'acquisto dei biscottini speziati nella scatola di latta.
Bravissima, ho letto il tuo commento su quell'odioso post de La 27a ora! :)
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