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Tabù |
Tutti i giorni porto Tabù a fare una o più passeggiate.
Il percorso classico è una specie di giro dell’isolato,
dove l’isolato è costituito da una serie di ville e villette ed aree
edificabili selvagge, molto adatte a raccogliere i copiosi bisognini del
cocker.
Qui tutti hanno il cane.
Anche più di uno e ognuno di
questi cani è convinto di essere padrone di tutto ciò che vede dal suo giardino.
Usciamo dal cancelletto ed incontriamo subito Urian, di cui
ho parlato
qui, che essendo il nostro vicino, cresciuto insieme a Tabù e suo
compagno di chiacchierate e corsette lungo il muretto, non si agita più di
tanto.
Loro due sono d’accordo per quanto riguarda il
pattugliamento della zona davanti le nostre case.
Nessun postino, lettore di contatori, piazzista o mendicante
la passa liscia.
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Urian |
Abbaiano, corrono su e
giù e ringhiano fino allo sfinimento o piuttosto fino a quando noi padroni, esasperati, gli urliamo di smetterla.
Urian quando usciamo ci lancia solo qualche occhiata tra l’invidioso ed il
distaccato e così superiamo indenni la sua villa.
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Max |
Ma già all’angolo il piccolo shih-tzu Max si precipita giù per le
scalette verso il suo cancello e dall’alto dei suoi 20 centimetri inizia a
urlarci contro, saltando come una molla.
Una volta ha saltato così tanto che è riuscito a venir fuori dalla
cancellata ed in un attimo si è trasformato da belva feroce a terrorizzato
botolo che non capiva dov’era e appoggiato alle mie gambe guaiva disperato.
Adesso i suoi padroni hanno messo una retina, di quelle antiratto, che lo
trattenga dentro i confini.
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I pastori svizzeri tentano di scavalcare
(andata) |
Attraversiamo a sinistra e dopo aver superato con vigile indifferenza la colonia di
gatti della trattoria del paese (gatti ben pasciuti che mangiano il miglior
luccio in salsa della zona…) arriviamo in un punto cruciale: a destra Dolly,
un border collie che con i suoi latrati
avverte i suoi dirimpettai, due schifosi pastori svizzeri bianchi che se
potessero scavalcare il loro cancello farebbero di me e del mio cane un sol
boccone.
O almeno questa è l’impressione.
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Birillo |
Ormai tutti i quadrupedi della zona sono all’erta e così si passa
davanti a Bula, che è chiusa in un recinto e da lontano urla tutto il suo
disappunto a Birillo, una specie di pincher che saltella digrignando i denti
facendo una cresta che lo fa assomigliare ad una iena.
Si procede spediti verso il temibile Pedro (assicurarsi sempre che il cancello elettrico sia chiuso...).
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Pedro e la Jack Russel |
E' un boxer dalle spalle larghe e dalla voce chioccia che per la rabbia di non
poterci azzannare morde la recinzione metallica e fa sporgere ancora di più i denti
inferiori.
Orrendo e sbavoso.
Quest’estate lo ha affiancato una Jack Russel carinissima che è ancora sua
succube e quindi non ha voce in capitolo.
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"la merdina" |
Giriamo a sinistra e becchiamo in un sol colpo il gigante
nero peloso, forse un terranova, e "la merdina".
Il più grosso salta e abbaia come un matto
mentre la più piccola, di razza indefinita, ringhia tenendo una palla da tennis
in bocca e scuote la testa come se la pallina fosse una preda da ammazzare.
Inquietante.
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Birillo (ritorno) |
Ci tocca di nuovo Birillo, perché il suo giardino è grande
e arriva fino alla strada sul retro.
Qui però Tabù si sfoga e siccome sono
divisi solo da una rete metallica, gli piscia sul muso volentieri.
Sorpassiamo il centro sportivo ed ecco alla nostra sinistra
arrivare di nuovo i due pastori assassini che forti della doppia rete e dei
cartelli che li descrivono come “Cani addestrati – attenzione non avvicinarsi”
si danno un gran daffare.
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I pastori svizzeri si azzannano
(ritorno) |
Nel loro campo ci sono sempre diversi palloni che maldestri calciatori hanno lanciato sbagliando clamorosamente la porta.
Nessuno li reclama...
Ringhiano e saltano perchè sono più in basso rispetto al livello stradale e siccome Tabù gli ignora bellamente, si azzannano tra
di loro.
Intelligenti.
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Zagor il "mini-mannaro" |
Svoltiamo di nuovo sulla nostra strada e last but not
least, dobbiamo superare i possedimenti di Zagor, da me battezzato “il
mini-mannaro”.
Chi avesse dimestichezza
con la trilogia del Signore degli Anelli pensi ai mannari che accompagnavano
gli orchi per attaccare Rohan e ne faccia una versione alta 30 centimetri.
Spalle larghe, culo basso e stretto, faccia da carogna,
ringhio inferocito: è lui la creatura di Tolkien.
Ci sarebbe anche un Labrador che cerca di farsi notare, ma
è rinchiuso in un recinto in fondo ad un giardino e quindi troppo lontano per
infastidirci.
Finalmente a casa.
Gli abbai si stanno spegnendo lentamente e spesso il padrone di Urian mi
prende in giro dicendo che tutti sanno
quando io e Tabù andiamo a fare il giretto.
Sì, vorrei essere il Dottor Dolittle e cercare il dialogo con
tutti questi quattro zampe scatenati.
La serenità del paese ne avrebbe un gran
giovamento.