martedì 23 ottobre 2012

Similitudini



La settimana scorsa chiedevo a mia figlia notizie sulle elezioni dei rappresentanti degli studenti nel suo liceo.

Durante il biennio mi aveva raccontato a grandi linee come si era svolta la campagna elettorale, le varie assemblee, chi si era candidato e soprattutto le proposte delle varie liste.

Sulla carta i programmi erano molto validi. 
Si andava dalla creazione di gruppi di studio pomeridiani dove un tutor avrebbe aiutato gli studenti più deboli nelle varie materie, alle proposte di attività parascolastiche interessantissime, sconti nei negozi più appetibili per i giovani, piastre sportive, viaggi, laboratori, ballo di fine anno e chi più ne ha più ne metta.

Lei, fiduciosa, aveva votato la lista che più le sembrava rispecchiare i suoi desideri.

Ma nulla di quello che era stato proposto aveva visto la luce. 
Ne’ in prima ne’ in seconda superiore.

Ha deciso che non voterà perché tanto non serve a niente.

Le ho fatto “pat pat” sulla spalla e le ho detto: “Se non altro hai avuto una bella lezione di vita su come funziona la politica”.

Ogni giorno quando torna a casa da scuola e mi racconta cosa è successo in classe, come si comportano i suoi compagni ed i professori, le ripeto che lei sta vivendo in un microcosmo che rappresenta perfettamente la realtà più ampia dove vivrà il resto della sua esistenza.

Le ingiustizie ed i pettegolezzi inutili. 
I furbetti che copiano, gli onesti che restano al palo. 
Le doppie facce, quelli a rimorchio e quelli che tirano. 
I fortunati. 
Buoni, cattivi, belli e brutti.   
Amici, falsi amici, nemici leali, pezzi di merda.

E’ tutto uguale. Prima impara e meglio è.

Non sono solo le materie che studia faticosamente che la formeranno, anzi.
La classe e la scuola sono il terreno in cui fare pratica per vivere. 

In cui perdere le illusioni dell’infanzia, il mondo di bambagia in cui spesso ti confinano i genitori.

Il mondo in cui devi iniziare a tirare fuori gli artigli e dimostrare quello che vali.

Lottare per farsi ascoltare, capire quando conviene tacere e quando vale la pena impuntarsi per ottenere giustizia.

E’ un esercizio quotidiano.  

Osserva, le ho detto. Non dare giudizi affrettati. 
Cerca di capire le dinamiche e non sprecare tempo a rimuginare su quello che non si può cambiare.

Poi farai come tutti noi: ti crei uno spazio tuo, sia reale che interiore, dove coltivi la tua felicità, dove puoi essere libero di esprimerti e di mostrarti.

Uno spazio dove fare entrare solo persone fidate, quelle su cui contare per tutta la vita.
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3 commenti:

  1. E' proprio così...uno specchio del futuro. E' fortunata ad avere qualcuno che glielo spiega, almeno saprà a cosa andrà incontro.

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  2. Complimenti per l'attenzione che traspare da queste righe nell'educare e consigliare la prole, non è poi così frequente. Personalmente queste cose a scuola mi sembrano solo uno scimmiottare le decisioni politiche ed organizzative dei grandi, oltre a cose come occupazione mirate , almeno per la maggior parte dei ragazzi (poi c'è pure chi ci crede davvero) a non studiare per un certo periodo...
    comunque si, è una palestra importante per la vita.
    Fermo restando che poi dopo il liceo inizia la "vita vera" ed è più facile farsi valere, anche perchè è a quell'età secondo me che il carattere si è ormai delineato.
    ciao!

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  3. Certo che con tua figlia hai proprio un bel dialogo! per me è un po' più difficile perchè ho un figlio maschio, anche se leggendo il tuo post, mi pare di ripercorrere alcuni dialoghi serali che si chiudono con la mia frase "benvenuto nel mondo degli adulti"
    A presto!

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