Il caldo di questo fine agosto ha finalmente fatto tirar fuori i discorsi triti e ritriti su temperature reali e percepite, record, medie superate e altre considerazioni noiosissime come le zanzare tigre sulla nostra pelle sudata.
Negli ultimi anni è sempre così: arriva l’estate, ovviamente fa caldo, e partono subito i confronti e le statistiche, bollini rossi, allarmi sanitari, effetto serra ed altre fosche previsioni.
Ne parlavo con mio marito e tutti e due ci ricordiamo benissimo che d’estate ha sempre fatto caldo. Dov’è la novità? A volte pioveva a giugno ed il caldo restava fino a settembre. A volte partiva l’afa già in maggio e dopo ferragosto rinfrescava.
La vera differenza è che quando eravamo piccoli noi non c’era l’aria condizionata.
Ricordo il lenzuolo di lino sul divano di velluto verde del salotto. Un piccolo ventilatore guardando la tv con le finestre aperte. Allora si poteva. Passavano poche auto ed eravamo tutti sintonizzati su quel canale.
Al pomeriggio si abbassavano le tapparelle e si cercava di creare corrente tra una stanza e l’altra.
Il freezer non c’era, ma c’era un cassettino all’interno del frigo con una serpentina perennemente avvolta dal nevischio. In mezzo due stampi per i cubetti di ghiaccio che servivano a fare le granatine all’orzata.
Con gli altri bambini partivamo in bicicletta verso il Parco delle Colombare, sulle Torricelle, e passavamo lunghi pomeriggi a giocare a guardie e ladri, fermandoci sotto i getti dell’annaffiamento automatico per rinfrescarci. Una volta avevo un vestitino blu che ha perso il colore e sono tornata a casa con le gambe a righe…
Mio padre si portava una sedia da campeggio nel garage condominiale, che essendo seminterrato era piuttosto fresco, e leggeva i suoi amati romanzi di fantascienza Urania.
A tavola non mangiavamo insalate fredde di riso, di pasta, di farro come adesso, ma pastasciutte roventi e secondi caldi come tutto il resto dell’anno. Era normale.
C’era però la bottiglia col tappo a scatto con l’Idrolitina oppure la caraffa con acqua e limone.
Nessuna automobile aveva il climatizzatore e durante i nostri lunghi viaggi all’estero coprivamo i sedili di finta pelle con asciugamani di spugna e con tutti i finestrini abbassati andavamo a zonzo per l’Europa, protestando solo perché da noi la benzina costava ben 170 lire ed era la più cara di tutte.
Non lo so se c’era davvero meno caldo di adesso.
So che era fastidioso anche allora, ma ci si faceva l’abitudine e non c’erano i continui sbalzi di temperatura a cui siamo sottoposti oggi. Il caldo era ovunque e si aspettavano i primi temporali di agosto che avrebbero portato un po’ di refrigerio.
Mio padre diceva sempre: “Se piove esco e la prendo tutta!” In realtà non l’ha mai fatto… credo che toccherà a me realizzare questo suo proposito.
Sempre che questi benedetti temporali si decidano ad arrivare!
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Che salto nel passato... la tv accesa con le finestre aperte, il telo di lino sul divano di velluto... anche a casa mia era così, il ventilatore anni'50 con le pale rosse che giravanonel vano tentativo di rinfrescare(?) la casa... l'asfalto bollente che a camminarci sopra si scioglieva sotto i tacchi... il rumore dell'acqua della fontanella pubblica che si riusciva a sentire nel silenzio assordante della città vuota, la domenica il cocomero per rinfrescarsi al ritorno dal mare.
RispondiEliminaChe bei ricordi... ed allora non sentivo il caldo...oggi si, tantissimo, ma forse ciò che veramente mi pesa non è il caldo...