domenica 12 aprile 2015

La foto della domenica - Aprile/2*2015 - #MIAfair



Stanca e frastornata.

Un po’ di sindrome di Stendhal?
Forse sì, o forse è sempre e ancora l’età che avanza…

Ieri siamo stati al MIAfair di Milano, la fiera internazionale d'arte dedicata alla fotografia e all'immagine in movimento.

Avevamo visitato anche l’edizione dello scorso anno (ne avevo parlato qui) ma questa volta a spingerci ad andare era, oltre la nostra passione per la fotografia, l’eccezionale presenza di un’opera di nostra figlia Silvia.



Un suo mosaico di 12 Polaroid a formare una finestra attraverso la quale in un paesaggio capovolto volano dei fenicotteri dipinti ad acquarello. Un uomo di spalle (il suo ragazzo, formato a sua volta da tre lift off di Polaroid) li osserva dall’interno di questa casa volante.

Le grandi finestre della casa volante (more on DeviantArt)

Non so da dove le vengano certe idee (i film di Miyazaki? Pizza tonno e cipolla? Incubi da esami di maturità imminenti?) fatto sta che la normalità non abita la sua mente.

Nello stand Nital/Impossible Project erano esposti dieci dei mosaici di Polaroid che hanno partecipato al recente contest indetto dal sito Polaroiders e Silvia, pur non avendo vinto (onore a Roberto Landello e al suo bellissimo lavoro "Cenere") ha avuto una menzione d’onore e quindi l’invito a esporre.



Poi abbiamo trascorso ore tra i vari Stand, parlando a volte con i galleristi, altre direttamente con gli autori se erano presenti.

Un po' di stand...

“Tanta roba” per dirla in modo grossolano ma calzante.

Dalle foto icona di Gian Paolo Barbieri e Giovanni Gastel, che evocano riviste patinate di qualche decennio fa, alle sperimentazioni più ardite, dove la foto è solo una parte dell’opera.

Fotografi che sono anche performer.
Pittori che sono anche fotografi.
Una contaminazione di stili, di materiali, di messaggi.

Così, passeggiando con mio marito commentavamo questo e quello, lui molto più tradizionalista e nostalgico di me ma in definitiva d’accordo su alcuni punti cardine, tipo: “che almeno qualcosa sia a fuoco, che diamine!”.

Poi tornando a casa, collassata sul Frecciabianca delle 17,35 ho ripensato a tutto quello che avevo visto e ragionato sul mio metro di giudizio e su quello che in generale è la fotografia al giorno d'oggi.

Una specie di girone infernale che raccoglie chiunque: dagli instagramers ai famosi professionisti, dove quasi tutto è già stato fatto.
Dove guardando un’immagine spesso il primo pensiero è: “l’ho già vista”, “somiglia a”, “è lo stile di”, “mi ricorda”.

Per emergere, per lasciare un segno qualunque bisogna lavorare tantissimo, mentre un tempo i fotografi erano pochi e quelli famosi ancora meno.

Era il meraviglioso momento della “prima volta”.

Forse questo è uno dei pochi casi dove essere pionieri è più semplice che arrivare a cose fatte.

Quanta fatica per ottenere un risultato che non venga fagocitato dall’oceano di immagini che ogni giorno ci bombardano da ogni mezzo di comunicazione!

Un ricordo di quando ero piccola è mio padre che legge una rivista intitolata “Progresso fotografico”.

I punti di riferimento erano quelli e poco altro.
Adesso le mostre e i festival si susseguono in ogni città.
I contest sono migliaia, per tutti i gusti.
Poi forum, gruppi Facebook, igers e polaroiders, quelli che solo la reflex, quelli che solo lomo, in un flusso continuo.

Siamo tutti fotografi e siamo tutti critici fotografici.

Quei magnifici bianco e nero africani mi ricordavano le foto degli indigeni di Irving Penn.

Quei bambini messicani somigliavano a certi scatti di Tina Modotti.

Questo sembra di Helmut Newton, quello pare di Berengo Gardin.

Però in mezzo a tanto disquisire e confrontare qualcosa mi ha colpito in modo puro e diretto.

I Palazzi di Parole di Nicolò Quirico, i ritratti del cinese Eric Guo, i bianchi e nero di Marshall Vernet, gli interni di Sylvie Romieu, le installazioni di Tania Bressesco e Lazlo Passi Norberto.

Grande tecnica, perizia, sensibilità, inventiva, eleganza.

Insomma, MIAfair val sempre una visita.
C’è tempo fino a domani sera!

La foto della domenica è un'idea di Bim Bum Beta
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3 commenti:

  1. Ma che grandissima soddisfazione, complimenti alla tua ragazza!
    Conosco poco il mondo della fotografia, ma il discorso che fai calza anche con il "mio" mondo, quello art&craft, dove è davvero difficile vedere e inventare qualcosa di nuovo e innovativo. Cerchiamo almeno di imprimere il nostro stile e personalità!

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    1. Eh sì, se da una parte il mercato è enorme e quindi anche la visibilità dall'altra la concorrenza e le idee sono tantissime e si rischia di demoralizzarsi.

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  2. La foto della domenica... posso dirlo? CHE FOTO!!!!
    Onoratissima di accogliere per questo momento la bellissima opera di tua figlia (davvero... chissà come nascono certe idee, da quale porto lontano son partite, quale scintilla dà loro vita...) ma anche tutti gli spunti fotografici e conoscitivi che mi lasci, cara Annalisa.
    Come sempre sei una fucina di informazioni e input. Grazie!

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