Cari lettori: Buona Pasqua!
Oggi sarò di poche parole, ottenebrata come sono dalla quantità abnorme di cibo ingurgitato...
Questa è la mia coppa di colomba, frutti di bosco e crema vaniglia.
E' lei che mi sta zavorrando davanti al computer in questo momento...
La foto della domenica è sempre un'iniziativa di Bim Bum Beta.
domenica 31 marzo 2013
sabato 30 marzo 2013
Fotografia a Venezia - 1 - Maurizio Galimberti
Ieri spedizione a Venezia con mio marito, nonostante il
tempo incerto e freddino.
Due importanti mostre fotografiche ci attendevano da settimane
e così abbiamo affrontato pioggia e folla per riuscire finalmente a visitarle.
Oggi parlerò della prima, che era allestita a Palazzo
Franchetti, intitolata Paesaggio Italia.
Erano esposti i famosi mosaici e collages di Polaroid creati da Maurizio Galimberti, il più importante fotografo italiano che utilizza
macchine istantanee.
Per mio marito si è trattato di una sorta di pellegrinaggio
dato che la sua passione per le Polaroid, che usa, colleziona e restaura, è
ormai al limite del patologico…
Galimberti è, secondo me, bravo, furbo e fortunato.
I suoi mosaici di decine e decine di scatti dello stesso
soggetto hanno raggiunto quotazioni folli e lui giustamente ne
approfitta.
Capito che l’idea piace, la
ripete all’infinito.
Ieri si trattava del Duomo di Milano o della Torre di Pisa,
ma lo stesso sistema vale per i palazzi di New York o la faccia di Johnny Depp…
Con la sua mano eccezionalmente ferma e precisa scatta foto
spostandosi ogni volta leggermente a destra e poi leggermente in alto o
viceversa fino a creare una sorta di grande immagine caleidoscopica che
indubbiamente lascia stupefatti e ammirati.
Le variazioni sul tema sono ovviamente infinite.
La macchina
può essere inclinata o le foto speculari, comunque il risultato è un grande
pannello pieno di Polaroid sistemate con perizia in modo geometrico.
Bello bello. Secondo me “bello senz’anima”.
Ma sicuramente sbaglio.
Dato che lui ha avuto successo e ricchezza ed io sono una che prende 4 “mi piace” al massimo per ogni foto che faccio con
Instagram…
Mi sono invece piaciuti di più i suoi collages.
Si trattava di vecchie cartoline raffiguranti
luoghi turistici italiani con appiccicata sopra la Polaroid di una parte di esse.
Molto carini. Molto ben incorniciati. Particolari.
Altra invenzione di Galimberti sono le foto manipolate,
incise o graffiate mentre si stanno sviluppando.
Ne risulta così un’immagine dove alcuni particolari sono
incorniciati o comunque evidenziati dalle righe di gelatina fotografica.
Tutte queste tecniche, dal mosaico ai graffi, sono state
ovviamente imitate da cani e porci, facendo crescere l’autostima di presunti
artisti che altro non sono che dei copioni.
Galimberti è unico, che ci piaccia o no.
Imitarlo è da poveretti.
Possiamo solo rosicare e sperare di avere anche noi qualche idea
vincente…
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martedì 26 marzo 2013
L'autogestione 2.0
Oggi mia figlia ha il primo dei due giorni di autogestione
previsti dal suo liceo.
Ecco, già in questa frase non sentite qualcosa che stride?
Previsti.
A me, adolescente negli anni di piombo, questa cosa in fondo
deprime un po’.
Dunque ogni anno nelle scuole superiori si decidono due
giorni, strategicamente vicini alle vacanze di Pasqua, di “gestione autonoma
del tempo scolastico da parte degli studenti”.
Vale la pena analizzare tutta la questione perché è
decisamente tragicomica.
Molti ne approfittano per allungare le vacanze, sia con il
beneplacito della famiglia che all’insaputa della stessa.
Per gli altri, quelli diligenti, il programma è ben
definito.
Manifestazione principale e graditissima della due giorni è
lo Student's Got Talent, dove decine di aspiranti cantanti e gruppi si esibiscono
davanti ai loro compagni che li giudicano.
Per l’occasione è stata affittata
una sala concerti al Palazzo della Gran Guardia dato che non bastava l’aula
magna.
Per chi ritiene di non essere portato per il mondo dello
spettacolo ci sono interessantissime alternative: corso per preparare le
crepes, torneo di twister, corso di fotografia, lezione di russo.
Ma c’è qualche sopravvissuto della mia epoca che si ricorda
com’era la vera autogestione?
Era una
cosa che nasceva dopo tutta una serie di assemblee e di picchetti, dopo che il
fastidio per un certo modo di insegnare e un certo modo di gestire la scuola
raggiungeva il punto di non ritorno.
Ragazzi in eskimo con l’altoparlante tenevano banco per ore,
abbarbicati in cima alle scale.
Ed era tutto un proporre cambiamenti e soluzioni
alternative.
Portare libri con versioni diverse della storia o della
filosofia che ci insegnavano.
L’impressione era di poter cambiare le cose.
Se si cantava, si cantavano le canzoni dei cantautori e non
era raro commuoversi di fronte a un’idea e infervorarsi, sentirsi galvanizzati.
Pronti a combattere per migliorare le cose.
Se da una parte sono contenta che mia figlia non debba ogni
mattina fare la conta dei propri amici che sono stati pestati a sangue durante
la notte, dall’altra mi chiedo se questa bambagia nella quale la sua
generazione è cresciuta non l’abbia privata di qualcosa.
E comunque mi ritrovo a pensare che se i risultati di tanto
impegno giovanile hanno portato l’Italia al punto in cui è oggi, non ho nemmeno
il diritto di condannare questa generazione di giovani i cui ideali si
riassumono nel possedere l’ultimo tipo di smartphone.
Resta il fatto che chiamarla autogestione continua a
suonarmi come una bestemmia.
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lunedì 25 marzo 2013
Il video della settimana - 13/2013 - Moby
Questa settimana musica elettronica “ambient” e chi meglio
di Moby può rappresentare questo stile così calmo e sofisticato?
Il video “In this world” è per me un piccolo capolavoro.
Io l’ho sempre visto come
un’accusa alla distrazione ed alla fretta della società moderna che non si cura
più delle piccole cose, dei piccoli gesti di amicizia, che pensa solo a sè stessa e non guarda in faccia nessuno.
Questi tenerissimi mini alieni, presumibilmente una famigliola con il loro animale domestico, arrivano a New York con le
migliori intenzioni.
Cordiali ed educati
cercano di farsi notare, ci salutano in diverse lingue ma rischiano solo di
venire calpestati.
Solo Moby alla fine li vede ma si limita a salutarli e se ne
va, condiscendente come davanti ad un cucciolo scodinzolante.
Sotto una voce continua a ripetere: “Signore, non lasciarmi solo in
questo mondo”.
Ripartono. Basterà scrivere un cartello più grande?
Io non ascolto molto spesso Moby (Moby da Moby Dick visto che un suo
prozio era nientemeno che Melville), ma apprezzo alcuni suoi
pezzi, quelli più famosi, quelli che usano nelle pubblicità per intenderci.
E’ un newyorkese un po’ strambo, polistrumentista, famoso
anche per una lunga polemica avuta con il
rapper Eminem, che rifugge le luci della ribalta e si dedica a collaborazioni
con gruppi europei, fotografo, impegnato politicamente, vegano.
A piccole dosi, quando vogliamo crogiolarci nello spleen.
domenica 24 marzo 2013
La foto della domenica - 24/03/2013
Tanto per cambiare una bella domenica piovosa.

Tabù in cima alla scala guarda fuori sconsolato sperando di poter fare una passeggiata...
...marito che ne approfitta per restaurare una delle tante Polaroid acquistate distrutte su e-bay...
...figlia che studia per la verifica di storia di domani....
...ed io, che tento di evitare l'ennesima figuraccia a Ruzzle!
La foto delle domenica è un'iniziativa di Bim Bum Beta.

Tabù in cima alla scala guarda fuori sconsolato sperando di poter fare una passeggiata...
...marito che ne approfitta per restaurare una delle tante Polaroid acquistate distrutte su e-bay...
...figlia che studia per la verifica di storia di domani....
...ed io, che tento di evitare l'ennesima figuraccia a Ruzzle!
La foto delle domenica è un'iniziativa di Bim Bum Beta.
venerdì 22 marzo 2013
Blind auditions
E’ questa la novità che ho potuto apprezzare a The Voice of
Italy, sorta di talent show in onda su RaiDue il giovedì sera.
Il genere reality/talent
non è mai la mia prima scelta quando guardo la televisione.
Io sarei una da film,
in seconda battuta da serial, poi da fiction ma con poche puntate.
Però capita che mi distragga, che salti a destra e sinistra
come una mosca impazzita durante le pubblicità e così possa appassionarmi a un programma che mi fa vedere un obeso che
dimagrisce 60 chili in 8 mesi, o due gemelli di bell’aspetto che
ristrutturano case oppure uno sconosciuto che canta, appunto.
Così sono approdata a questo programma, che è un format
olandese, dal quale avrei voluto subito fuggire appena vista la Carrà, ma che
invece mi sta piacendo.
Questi quattro coach male assortiti, la Carrà appunto,
Noemi, Pelù e Cocciante ascoltano gli aspiranti partecipanti dando loro le
spalle.
La voce è quella che conta.
L’intonazione, l’emozione che sa
trasmettere, la personalità che si può solo intuire.
Nessuno è giudicato per l’aspetto esteriore o per l’età.
Almeno finchè non finisce l’esibizione e viene anche visto e
allora parte l’ormone impazzito della Carrà e di Pelù, che sembrano
perennemente in calore.
Più seri e
concentrati gli altri due, per fortuna.
In queste due ultime settimane (mi sono persa la prima puntata) ho sentito delle belle
voci.
E tanto mi è bastato per passare
un paio d’ore in serenità, distraendomi dall’orrore in cui mi getta l’ascolto
del telegiornale serale.
Una volta finite queste audizioni alla cieca partirà il
confronto diretto tra i prescelti di ogni squadra, fino ad arrivare ad un solo
cantante per coach e quindi al vincitore tra i primi quattro.
La qualità c’è.
Spero che vengano scelte anche delle belle canzoni.
Quindi non resta altro che accomodarsi e, magari sognando di
imitare Abatantuono in Puerto Escondido,
godersi lo spettacolo.
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mercoledì 20 marzo 2013
Non ci sono più certezze
Ecco, io ero rimasta a quando la primavera iniziava il 21 di
marzo.
Ché poi era San Benedetto, la rondine sotto il tetto.
Adesso viene fuori che l’equinozio è oggi, per non parlare
di San Benedetto che viene festeggiato l’undici luglio (San Benedetto, la zanzara
nel letto…).
Facendo un breve excursus nei cambiamenti ai quali la mia
povera mente ha dovuto adeguarsi si parte dai nuovi nomi di molti stati, dalla Rhodesia alla
Birmania, città tipo Bombay o Leningrado, passando per le nuove province
italiane che non ho fatto in tempo a memorizzare che sono state abolite.
Anni per imparare ad usare la tabella dei logaritmi e
scoprire che adesso non se la caga più nessuno.
Vincere il concorso di velocità per stenografi (sistema Meschini) e
raccontarselo da soli perché nessuno ormai ha la minima idea di cosa significhi
stenografare.
Parliamo di cibo?
Prima la pastasciutta fa bene, poi fa
male, poi bisogna cuocere bene, poi bisogna mangiare crudo.
La cioccolata no, la cioccolata sì.
Il vino rovina il fegato, il vino fa bene alla pelle.
Abbigliamento? Accostamenti di due fantasie, colori
discordanti, tacchi con i pantaloni, paillettes di mattina, scollature in
chiesa…
Ma le righe orizzontali allargano ancora?
Non si dice piacere né buon appetito. Anzi, farlo è da
maleducati.
Lo sci deve essere lungo come lo sciatore con il braccio
alzato.
Lo sci deve arrivare alla spalla.
Ma la misura dei calzini si prende ancora intorno al pugno chiuso?
Sono molto confusa…
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