venerdì 13 aprile 2012

Memoria selettiva, demenza senile o.........?


Stamattina l’ultimo episodio.  Anzi due nella stessa mattina.

Sono all’Aci per le pratiche relative alla mia auto nuova e l’impiegata appena mi vede fa: “Ma lei abita a ….!”.  “Eh già” rispondo io stupita. “Lei sta dove abitava Tizia e ha un cocker nero”. “Esatto” – ma chi sei? – penso.  “Abito lì vicino, la vedo sempre”.

Ma perché io invece non l’ho mai vista? Odio quando mi succedono queste cose.  

Evidentemente giro per strada senza guardare in faccia nessuno.   
Il bello è che saluto e sorrido a tutti.  
Forse sono come Dori, la pesciolina blu del film Alla ricerca di Nemo, che aveva una memoria labilissima e si dimenticava all’istante qualsiasi cosa…

Più tardi sono passata a salutare la mia amica Elena al lavoro e poco dopo è arrivato un tipo che l’ha abbracciata calorosamente dicendole che era venuto per farsi offrire un caffè dato che era da quelle parti.

Lei gli dice: “Ti ricordi, vero, della Guà?”.  E lui: “Ma certo, la tua compagna di scuola, è sempre uguale!” 
Si rivolge a me dicendomi il suo nome, dandomi diversi riferimenti che avrebbero dovuto farmi accendere la lampadina…che non si è accesa!

Ma io dov’ero quando sembrava che ci fossi?  Io che mi vanto di ricordare tutto. 

Tutti i torti subiti. Tutti i vestiti che indossavo in determinate occasioni. 
Tutti gli attori di ogni film. Tutte le parole di tutte le canzoni. 
Un sacco di date, di poesie, di stupidate anche.

Mi è capitato con Facebook. 
Essere contattata da persone del mio passato, che citavano aneddoti che mi riguardavano e delle quali non ricordavo ne’ la faccia, ne’ il nome, talvolta solo vagamente anche l’aneddoto.

Una volta un tipo, disperato perché dopo diversi tentativi di farmi ricordare chi era - compreso inviarmi una sua foto di allora - non era arrivato a nulla, mi ha mandato scannerizzato un bigliettino gentile scritto di mio pugno che gli avevo dato in V superiore.

Guardavo la mia calligrafia e mi domandavo ancora chi diavolo fosse …

Così, parlandone anche con mio marito e mia figlia e con loro grande divertimento, ho accettato questa tremenda verità: io ero e spesso sono ancora una stronza. 

Non c’è parola più gentile per descrivermi. 

Una di quelle che sembrano carine e disponibili con tutti ed invece vivono nel loro mondo senza farsi scalfire minimamente da quelli che non reputano “interessanti” o peggio “meritevoli” della loro attenzione.

A me non pareva, ma i fatti parlano da soli.   
Episodi come quelli di oggi si ripetono ormai con fastidiosa frequenza e bisogna assolutamente che io mi concentri di più sugli altri e meno su me stessa.

O forse è proprio arteriosclerosi e allora non ho colpe….
.
..

8 commenti:

  1. Sei troppo severa con te stessa! Succede a tutti, proprio a tutti, credimi! Ognuno ricorda il passato a modo suo nell'insieme e nei dettagli... se chiedi a mio marito come ci siamo conosciuti, ti darà una versione completamente diversa della mia, prima mi arrabbiavo, ora dubito... avrà forse ragione lui?

    RispondiElimina
  2. Hahahaha!!! Ma no, anche io mi sono resa conto di avere dimenticato moltissime facce e nomi che quando orbitavo intorno ai 20 anni mi sembravano fondamentali!
    Per non parlare delle diverse versioni che diamo io e mio marito degli avvenimenti, come dice Marilù!
    Ma in questo caso sono comunque più che sicura di avere ragione io! ;)

    RispondiElimina
  3. Come al solito le persone a noi piu' vicine e piu' care, mettono a fuoco le cose che di noi ci piace riconoscere meno. E' una cosa che di recente mi sto accorgendo anch'io. L'amore, che gli altri provano per noi, ci mette a nudo ai loro occhi piu' di quanto noi riusciamo a metterci a nudo davanti a noi stessi. Se gli altri ci dicono che siamo delle "stronze", possiamo sempre dire che si sbagliano. Se arriviamo a riconoscere a noi stesse che forse invece qualcosa di vero c'e', è molto diverso. Amare la propria naturale "imperfezione" e' la cosa piu' difficile da fare. Ma gli altri, se non li disconosciamo, di solito ci aiutano in questa cosa. Se siamo li in quel momento per davvero, se sorridiamo alla persona perchè realmente vogliamo farle un sorriso e non è una mossa automatica dettata dalla convenienza e dalla circostanza... Ciao buon weekend

    RispondiElimina
  4. è una cosa normalissima, e non vedo il motivo di auto-flagellarsi... mi avessero dato un euro per ogni volta che ho scordato il volto di una persona avrei già un bel gruzzoletto da parte. Per non parlare dei nomi.

    RispondiElimina
  5. Non ho letto quello di Guà come un post di auto-flagellazione. Il post di Guà mi sembra una buonissima autoanalisi di sè stessi. Lo trovo molto vero, profondo e acuto. Meno superficiale forse che buttarla sul denaro per fare del facile sarcasmo...

    RispondiElimina
  6. se ti consola, non sei sola... talvolta io immagino che sia l'età... ma in realtà è che persone solo "sfiorate" nel corso degli anni non mi hanno lasciato nulla per cui valga la pena di ricordarle... stronzaggine? No, secondo me è solo sopravvivenza...

    RispondiElimina