mercoledì 18 aprile 2012

Delle gite scolastiche

Oggi mia figlia è a Ravenna con la sua classe. 
Moderato entusiasmo, moderato odio per i viaggi in pullman, moderato interesse per la meta che ha già visitato nell’unica altra gita cha ha fatto in IV elementare.

E’ successo che dopo un periodo felice in cui le classi facevano gite che erano dei veri e propri viaggi con tanto di volo all’estero, vitto e alloggio - quasi una minivacanza - si è passati al blocco totale, almeno per quel che riguarda gli istituti scolastici di Verona.

Troppe spese e soprattutto troppe responsabilità per gli accompagnatori che non se la sentono più di tener testa a un branco di adolescenti con l’ormone impazzito e la disciplina di un bambino di un anno…

Non posso biasimarli, però è un peccato.  

Mancherà nel bagaglio dei ricordi fondamentali quello della gita scolastica "lunga".

Delle notti a farsi gli scherzi, delle fughe dai professori, delle piccole trasgressioni. 
Gli scambi di vestiti, di trucchi, le foto mosse, quello che si perde...quello che è sempre in ritardo…

Per me sono state fondamentali soprattutto tre gite scolastiche, ognuna memorabile per qualcosa.

La prima a Roma, in treno, tre giorni all’ostello della gioventù all’Eur.
C’erano ancora gli scompartimenti ed abbiamo fatto tutto il viaggio con i sedili completamente abbassati, suonando la chitarra, cantando Bennato, Guccini, Battisti, gli Inti Illimani. 
Facendo amicizia con una classe maschile di Brescia che andava come noi nella capitale. 

Mi ricordo i tram, il caldo anche se era marzo, il mio incontro scontro con Vittorio Gassman. 

E già: io a 16 anni ho sbattuto addosso a questo signore alto che stava comprando il giornale in un’edicola in Via del Corso.
Ero rimasta indietro rispetto ad alcune mie compagne e ridacchiando come una scema correvo per raggiungerle.     
Mi sono scusata, e stavo già riprendendo la corsa quando mi sono resa conto di chi fosse e ho urlato alle altre: “C’è Gassman!!” Lui mi ha fatto l’occhiolino e si è prontamente defilato…
Sono rimasta inebetita per una buona mezz’ora.

L’anno dopo siamo andate a Urbino con il professore di tecnica.
Eravamo tutte, dico indistintamente tutte, innamorate perse.  

Aveva 30 anni, laureato in sociologia a Trento, finito a fare questa supplenza in una scuola tecnica quasi interamente femminile, completamente diverso da qualunque insegnante avessimo mai avuto.
Aveva questo aspetto un po’ hippy, con i baffi, i vestiti informali, i bracciali di metallo dipinti da lui. Quell’anno eravamo tutte bravissime in tecnica bancaria perché nessuna voleva fare brutta figura e deluderlo…

In gita ognuna di noi sognava un’avventura romantica (quelle più scafate anche qualcosa di più…) e ripensandoci adesso credo che per lui sia stata veramente dura resistere a 25 ragazze assatanate!
Pendevamo dalle sue labbra. Abbiamo ascoltato tutte le spiegazioni degli affreschi, dei palazzi e delle chiese come fossero racconti fantastici.

In quei giorni cantavamo a memoria le canzoni di Jesus Christ Superstar e ci immaginavamo di essere Yvonne Elliman che intona Try not to get worried, try not to turn on to problems that upset you…  

In quinta eravamo maggiorenni e così siamo andate in gita da sole: cinque giorni tra Firenze e Siena.
L’ostello della gioventù era pieno di ragazzi stranieri “interessantissimi”.   
Nei miei ricordi tutti erano bravi a suonare la chitarra, tutti facevano spillette di filo metallico con il tuo nome, tutti ti leggevano la mano e avevano capelli biondi e occhi azzurri.

Abbiamo visitato ogni luogo, camminato per chilometri, salito scale interminabili, mangiato il gelato più buono del mondo da Badiani: una crema che si chiama Buontalenti che purtroppo non ho più assaggiato.
Su Ponte Vecchio la sera cantavamo Agnese dolce Agnese ed il problema più grande che avevamo erano gli imminenti esami di maturità. Che materie sarebbero uscite?

Che bello! Fatemi tornare in gita….
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6 commenti:

  1. oddio quante scene... son l'unica cosa che rimpiango delle superiori :D
    anche se della gita a praga ho solo ricordi vaghi, e tutti al sapore di rum

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  2. Beato te: fai parte delle nuove generazioni, quelle che sono andate all'estero...Comunque anche nelle nostre gite "ruspanti" c'è stato qualcuno che ha alzato il gomito!

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  3. ...e pensa che io non ho MAI fatto una vera gita scolastica, a parte quelle patetiche uscitucole della durata di mezza giornata, perché il mio corpo insegnante si rifiutava categoricamente di portarci... miseri e tapini che non eravamo altro...

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  4. Ahi le gite scolastiche.. è davvero un grosso peccato! Dovrei far leggere il post ad una cara amica del liceo con la quale soono tuttora amica che ancora ha il nervoso perchè una nostra ex compagna ha perso il mitico filmino della gita a Vienna in V liceo! A distanza di quasi 20 anni è ancora una tragedia!
    Peccato per questa maledetta crisi...

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  5. Mi piace il tuo bibblico "In quei giorni".
    Purtroppo io li capisco gli insegnanti che non se la fidano più : tra quelli che volano dal balcone, quelli che saltano dal letto e atterrano su un bicchiere e quelli che si ubriacano, escono, si perdono e poi muoiono congelati in un fosso non posso biasimarli. Bisognerebbe far firmare un contratto a 5000 clausule ai genitori.

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  6. troppo carine queste descrizioni mi ricordano anche i miei anni scolastici

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