venerdì 24 febbraio 2012

Die Italiener


Torno fresca fresca dall’Alta Val Badia, in provincia di Bolzano.  
Bolzano, Italia, appunto.

Allora com’è che mi sembra di essere appena stata all’estero?  
Per i padroni dell’albergo noi eravamo “die Italiener”.

Lo diceva la signora, al telefono con suo marito Fritz, mentre cercava di organizzarci un’uscita sulle ciaspole. 

Ho studiato tedesco a scuola e qualcosa mi ricordo ancora.
Gli chiedeva se potevamo unirci alla spedizione che aveva organizzato per un gruppo di sloveni arrivati assieme a noi.

Dunque per descriverci ci ha chiamati “gli italiani”. 
Ma loro cosa sono allora? O meglio, cosa si ritengono?
Cosa hanno scritto sui documenti: tirolesi?  

Sono tanto lindi e pittoreschi, ma non ce la fanno proprio a considerarsi italiani.
Costretti al bilinguismo dalla legge, parlano malissimo la nostra lingua e preferiscono il tedesco o il ladino. 

Al ristorante propongono qualche specialità “tipica italiana” alla stregua di quei ristoratori americani con vaghe conoscenze delle nostre ricette: “Spaghetti bolognese” (ma quando mai gli spaghetti sono tipici di Bologna?) e il caffè somiglia pericolosamente a quello d’oltralpe .

Meglio buttarsi sulla loro cucina tradizionale e dire ciao alla dieta.
Colazioni con salumi, uova e formaggio.
Pranzi con canederli, crauti, wurstel e patate. Cene con minestrine di vari colori con pezzetti che galleggiano e carne, carne, carne e dolci dolci dolci.
Poca verdura fresca e poca frutta.
E poi lo strudel: sfornato caldo tutti i pomeriggi e servito con crema di vaniglia a parte. 
Come resistere?

Per fortuna abbiamo sciato e “ciaspolato” molto.   

Le Dolomiti circondano il Passo delle Erbe come una corona rosata. 

Il paesaggio era punteggiato di cirmoli pieni di neve che il vento faceva cadere in nuvole farinose e le piste passavano vicino a bellissime baite usate per l’alpeggio estivo.

I galli forcelli prendevano il volo da sotto la neve, spaventati dal nostro arrivo.

I pochi fondisti che incontri ti salutano con un GrűssGot, ma che importa…anche questa è Italia, che gli piaccia o no, ed è magnifica.

Ho perfino rispolverato il mio tedesco arrugginitissimo.  Ich bin glücklich, Italiener zu sein!
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4 commenti:

  1. la noia non è tanto il fatto che si sentano stranieri, per quello cazzi loro... è che magari poi trovi anche quello che ti tratta male perché sei italiano
    certo, per andare in quei posti ne vale la pena :)

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  2. mi ricordo quando andai per la prima volta a Brunico con gli scout, millenni fa, mai sentita tanto fuori Italia: quando chiedevamo informazioni, spesso ci dicevano "ah, bello giù da voi in Italia...", come se fossimo di un mondo a parte. Al momento mi diede parecchio fastidio, ma studiando ho capito che un bel po' di ragione ne hanno... All'epoca furono staccati per decreto dall'Heimat Austria, subirono l'imposizione forzata di nomi italiani ai luoghi(qualche volta con risultati davvero comici...) e l'immigrazione di massa di italiani traferiti per bilanciare la componente germanica (evidente a Bolzano e nelle grandi cittadine, quasi niente nelle valli alpine). Anche io mi diverto ad ascoltare i discorsi in tedesco (per quel poco che ne capisco...) e a volte (spesso a ragione)i commenti sui comportamenti degli italiener non sono proprio esaltanti. Però il SudTirolo è bello, bellissimo, impossibile non andarci... anche se l'anno scorso, poichè il buon presidente della provincia Luis Durnwalder (o come si scrive)ha deciso di dissociarsi dalle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, ho saltato l'appuntamento con la montagna altoatesina ed ho dirottato gli scarponi da trekking... in Abruzzo!

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  3. E' da quando sono piccola che vado a Riva del Garda.. la provincia è Trento e tanto basta per sentir parlare tedesco! Devo dire che a volte ho assistito a comportamenti poco piacevoli nei confronti degli "italiani" ... e a me dispiace molto.. moltissimo!

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  4. Da piccola il mio club di pallavolo accoglieva sempre un gruppo di bambine di Bolzano, che un pó venivano ad allenarsi con noi, un po´ si godevano il mare. Un giorno una mi chiese: "Ma qui c'è qualcuno che parla italiano?" e io "Beh, tutte!"... "Ma no, italiano quello vero!". Cosa mai avrá voluto dire?

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