venerdì 10 febbraio 2012

Anni ruggenti

Ho visto l’altro ieri uno degli ultimi film di Woody Allen: Midnight in Paris.

Nella videoteca di casa mia il vecchio Woody occupa un bel ripiano, con tutta la sua filmografia dagli esordi ad ora.  Ci piace quello che fa, tranne come si pettina…

Il film ha tutte le caratteristiche per piacere a me e mio marito.   
C’è Parigi con la sua bellezza, le stradine di Montmatre ed i bistrot con i tavolini più minuscoli del mondo. 

I luoghi che amiamo, dal giardino della casa di Rodin al mercato delle pulci, dalle scalinate vicino il Sacro Cuore ai lungo Senna così romantici.

Poi c’è l’insoddisfazione del presente e il desiderio di vivere in un passato considerato migliore.
Un argomento di cui ho scritto spesso.   
Questa nostalgia che ti fa vedere solo i lati positivi di un’epoca lontana, una scusa che si trova quando non si riesce a concludere nulla e si pensa che “allora sì che avrei potuto diventare qualcuno! Allora sì che sarei stato felice!”.

Il nostro protagonista (Owen Wilson, un attore che ho sempre considerato un idiota, ma che qui è bravino) è uno sceneggiatore Hollywoodiano con il sogno di scrivere un romanzo. 
Crede che sia impossibile farlo a casa propria e pensa come prima cosa di trasferirsi a Parigi, decisamente osteggiato dalla sua fidanzata.   

Nel suo immaginario comunque il momento parigino ideale per avere la giusta ispirazione sarebbe quello dei “ruggenti anni ‘20”, quando la città era frequentata da Scott Fitzgerald e Hemingway, quando si frequentava il salotto di Gertrude Stein e potevi incontrare un giovane Dalì e sentire Cole Porter agli inizi della sua carriera.

Woody Allen gli fa magicamente vivere delle notti in quell’epoca, gli fa incontrare tutti i suoi eroi ed anche l’amore, forse.
Ma qui viene il bello. 

La ragazza, che frequenta abitualmente tutto quest’ambiente intellettuale e considerato fonte di ispirazione dal protagonista, gli dice che il vero periodo d’oro per lei era quello della Belle Epoque, quando si potevano incontrare Degas, Tolouse-Lautrec e Gauguin.  

Vengono trasportati in quell’epoca e lei decide di restarci, affascinata dal Mulin Rouge ed il can can.

Il protagonista invece forse ha imparato la lezione.   
Torna al presente, molla la fidanzata più antipatica che potesse avere, reincontra una simpatica ragazza che lavora al mercato delle pulci e si avviano insieme sotto la pioggia, che entrambi amano.

Così come amano le cose del passato, ma senza restarne imprigionati.
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4 commenti:

  1. anche io adoro Woody Allen e come te vorrei risucire ad avere tutti i suoi film negli scaffali di casa mia un giorno!
    Midnight in Paris è una favola, un bijoux, qualcosa di incredibilmente delizioso e piacevole da guardare :D

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  2. Non ho mai amato particolarmente Woody Allen e forse per questo sono un po' prevenuta, ma questo film ho voluto guardarlo perchè omaggio ad una città che ho sempre amato molto, PARIGI. Quanto al film, l'ho trovato personalmente brutto e lento, soprattutto il protagonista incosistente, sognatore e alla fine dei conti fortemente sfigato. La fidanzata sarà stata anche antipatica, ma sicuramente più vera, decisa e attiva. Il protagonista un uomo giovane, ma che dava l'idea di avere lo spirito di un vecchio pedante (forse lo stesso Allen ?!). Film dorato e melenso, con tantissime citazioni, massime di filosofia sparate a raffica di cui è difficile far tesoro, qualche pausa forse non sarebbe stata male. Gli artisti che animano Parigi finiscono per diventare delle caricature. Ogni spazio è troppo pieno di parole e riferimenti dotti; come detto il ruolo del protagonista maschile pedante ed esperto in tutto, davvero alla nausea... Professorino da 10 e lode !
    No, non m'è proprio piaciuto.
    E WA forse dovrebbe smettere di fare film per risparmiare i soldi di un bravo psicanalista.

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    1. Veramente quello pedante ed esperto in tutto era l' "amico" della fidanzata...
      Ma soprattutto spero che WA non smetta mai di fare film!

      In ogni caso: de gustibus non disputandum est!

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  3. Leggo soltanto adesso questa recensione e devo dire che anche a me Midnight in paris è piaciuto molto. Contenuto, forma, dialoghi... il piacere sottile alla Woody Allen!

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