Ieri niente “Foto della domenica”.
Sono stata impegnata fino a tardi e così per una settimana ho saltato il
consueto appuntamento.
Ma alcune foto sono state ugualmente scattate e servono a documentare una
domenica “artistico-commerciale” in quel di Milano.
Infatti per tutto il giorno siamo stati impegnati a vendere e divulgare “il
verbo” Polaroid presso la Galleria ARTRA, dove era in corso il Festival della
Fotografia Istantanea ISO600.
Abbiamo allestito il nostro banchetto con decine e decine di macchine
fotografiche Polaroid, dalle più vecchie degli anni ’40 fino alle ultime uscite
negli anni 2000.
Ed anche flash,
custodie, accessori rari e rivestimenti fantasiosi.
E’ stato faticoso ma esaltante allo stesso tempo.
Mio marito non si è mai seduto, coinvolto in
mille spiegazioni e descrizioni delle varie tipologie di macchine, in consigli
e trucchi per non sbagliare dove non esiste ne’ Photoshop ne’ anteprima di
stampa.
Lo guardavo mentre teneva banco, parlando di ciò che ama a gente che
pendeva dalle sue labbra.
Non capita tutti i giorni.
Avere una passione e poterne parlare senza stancare chi ti ascolta ed anzi
essere incalzato a parlarne di più e, cosa ancora più stupefacente, da persone
molto più giovani di te.
Sono così frequenti ormai le occasioni in cui noi che abbiamo superato gli “anta”
ci sentiamo ormai tagliati fuori, inutili e obsoleti come qualche vecchio
elettrodomestico da rottamare.
Siamo imbranati con gli smartphone, non capiamo le abbreviazioni, il 3D ci
stanca gli occhi… i giovani sbuffano e ci guardano spesso con compatimento.
Invece ieri no.
Ieri il contrasto
tra mio marito, capello corto brizzolato, con i suoi bravi pantaloni con la
piega e la camicia botton down grigia ed i suoi interlocutori era quanto di più
tremendo e divertente io potessi immaginare.
Dreadlocks, piercing, tatuaggi.
Caftani, anfibi e borchie, gonnelloni e
look etnici.
Persone che in un altro
contesto non si sarebbero mai incontrate ne’ tantomeno parlate, ieri
conversavano ed era tutto uno scambiarsi idee ed indirizzi mail per futuri
bisogni.
Persone che usano parole come “equosolidale” e “vegan”, coppie gay
abbracciate, qualche cinquantenne con pelata ma residui capelli raccolti in
coda di cavallo: tutto un mondo avulso dai nostri abituali contesti.
Ci siamo resi conto di essere antichi e provinciali.
Ogni tanto un tuffo in
qualche realtà metropolitana ci vuole.
Tra un paio di mesi probabilmente replicheremo a Bologna.
Lì c’è il DAMS… saranno scintille!
.
.
Se voi siete provinciali lassù, figurati noi qui nel profondo sud! Sembra un altro pianeta ;)))
RispondiEliminaBello si e bella sensazione. Mi sono ritrovata nella situazione di quando ho fatto lezione ed esercitazioni pratiche agli studenti universitari di biotecnologie.. bellissima sensazione e ricordo che mi stupivo che fossero interessati. invece erano elettrizzati e a distanza di anni mi hanno riconosciuta e salutata per strada.. wow!
RispondiEliminaLa foto è molto esplicativa: rasta/no global contro brizzolato/camicia eppure... una passione in comune!
ma che belle quelle macchine fotografiche Polaroid e pure il contrasto fotografico è bellissimo :)
RispondiEliminaAnnalisa (ho scoperto il tuo nome sul post di Monica) ho letto questo post come se parlassi di me, di noi. Scopro alcune affinità tra le passioni dei nostri mariti e mentre ti descrivi non più giovanissima (anche se dalla foto si direbbe il contrario) mi rivedo in situazioni simili. Non vedo un tuo contatto mail, volevo scriverti. Ciao
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