Ci siamo finalmente: iniziano le Olimpiadi.
Io sono una grande appassionata di questa
manifestazione.
La aspetto con impazienza da un’edizione all’altra solo parzialmente
consolata dalle edizioni invernali e dai mondiali delle varie discipline.
Sono una grande sportiva da divano.
La televisione resta praticamente sempre
accesa e seguo qualsiasi sport fin dalle batterie iniziali.
Ho chiaramente alcune preferenze tipo il nuoto, la ginnastica
artistica e ritmica, la scherma, ma potete trovarmi con il cuore in gola a
seguire finali di taekwondo o tiro con l’arco, così come le staffette o la
vela.
Cosa c’è di più bello che vedere giovani di tutto il mondo
che si confrontano ai massimi livelli nelle specialità dove sono campioni?
E’ una gioia per gli occhi e un’emozione
grande vederli combattere e abbracciarsi all’arrivo, piangere di gioia o di
delusione.
Sono una di quelle che si commuovono ogni inno, anche se non
italiano, basta che il vincitore di turno abbia l’occhio lucido che io per
simpatia mi sciolgo, le bandiere salgono e io singhiozzo senza vergogna
pensando ai loro genitori, alla soddisfazione che gli danno, a tutti i
sacrifici fatti e quant’altro.
Le prime Olimpiadi che ricordo bene sono quelle di Monaco
1972.
I sette ori di Mark Spitz nel nuoto e le medaglie di Olga Korbut, una
piccola ginnasta dell’Unione Sovietica.
Purtroppo anche l’attacco dei fedayn alla delegazione israeliana. Uno
shock mai dimenticato e che ancora oggi mi fa preoccupare all’inizio di ogni
Olimpiade.
Mi ricordo dei 7 punteggi pieni, mai dati prima di allora, a
Nadia Comaneci nel 1976 a Montreal e del mitico oro nel salto in alto della mia
concittadina Sara Simeoni vinto nel 1980 a Mosca.
I quattro ori di Carl Lewis a Los Angeles ‘84 e le
fantastiche imprese dei fratelli Abbagnale nel canottaggio, con Galeazzi che si
sgolava e rischiava l’infarto…
A Seul nel 1988 la delusione per l’imbroglio di Ben Johnson
e la gioia per la vittoria nella maratona (la gara più eroica) del veneto
Gelindo Bordin.
Poi ad Atlanta ’96 ci sono state le vittorie del Settebello
di pallanuoto, la squadra di scherma che ci ha sempre regalato grandi
soddisfazioni, Juri Chechi, il bel Antonio Rossi nel kajak e Paola Pezzo, un’altra
veronese, nella mountain bike.
E ancora le Olimpiadi più recenti con i trionfi nel nuoto di
Fioravanti e Rosolino, della Pellegrini, delle eterne Vezzali, Idem, Sensini.
Un’altra cosa che mi piace delle Olimpiadi è che fa scoprire
discipline misteriose tipo lo skeet o il pentathlon moderno, trasformandoci in
pochi minuti in grandi esperti che danno pure consigli e criticano errori degli
avversari.
Ci accaloriamo per falli o
sviste degli arbitri in sport di cui non conosciamo neppure vagamente le
regole, ma è lo stesso: c’è un italiano in gara e deve vincere.
Quando si svolgono dall’altra parte del mondo stiamo svegli
fino a tardi o ci imponiamo delle levatacce per vedere le finali in diretta, perché
la differita nelle Olimpiadi sa di poco.
Insomma, non so se si è capito, ma io non vedo l’ora che
inizi la Cerimonia di Apertura delle XXX Olimpiadi, lunghissima, magari un po’
noiosa, ma la voglio così, con tutte le delegazioni che sfilano, dalle più
numerose a quelle dove c’è solo il portabandiera e due atleti.
Con i colori più sgargianti, i costumi più
strani, i copricapo tipici e le giacchette con i bottoni d’oro.
Voglio vedere arrivare l’ultimo tedoforo e la fiaccola che
si accende.
Vorrei che fosse come nell’antichità e che almeno per la durata dei
giochi le guerre si fermassero.
Magari!
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Anche io! Una sportiva da divano, definizione perfetta! Le adoro e come te mi guardo il più possibile di qualsiasi disciplina e nazionalità e mi commuovo come una fessa!
RispondiEliminaSpero sempre che quello sia lo sport vero, pulito, sano, onesto.. e tra un'olimpiade e l'altra per fortuna che ci sono i mondiali e quelle invernali.. 4 anni son troppo lunghi!