domenica 13 gennaio 2013

Grandi lezioni di felicità?



Sono quelle che si potrebbero apprendere al prossimo Festival delle Scienze che si svolgerà a Roma dal 17 al 20 gennaio.

Sì, perché in questa società che misura e studia e disserta su ogni cosa, anche la felicità, la sua conquista, le sue regole e la sua durata, possono essere oggetto di analisi e formule risolutive.

Almeno così pare.  

Molti studiosi ed esperti (persone felici?), partendo dalla Sora Cesira fino ad arrivare ai più grandi luminari nel campo della filosofia, antropologia e perfino economia ci diranno come fare ad essere felici o almeno a capire perché non possiamo esserlo.

Già consci del fatto che sarà difficile trovare una risposta esauriente, chiedono anche il contributo dei comuni mortali, che possono inviare la loro ricetta per la felicità, però in un massimo di 300 battute (il primo indizio per raggiungerla potrebbe essere: capacità di sintesi?).

E’ un progetto ambizioso, senza dubbio.   
Anche perché, molto banalmente, ognuno di noi può essere felice in modo diverso.
Quello che piace a Tizio è fonte di orrore per Caio e così via.

Ho letto le banalità più ovvie, tipo che una società felice fa funzionare anche l’economia o che la salute è strettamente legata all’essere felici.

Ma dai? Basta che il risultato di tutte le giornate di studio non sia che “i soldi non danno la felicità”, perché lo sappiamo tutti.
Che ci spieghino perché anche la loro mancanza non ci rende felici, allora.

Seguirò attentamente lo svolgimento dei lavori dato che sono molto interessata all’argomento.  

Quello che so è che, ammesso che una persona raggiunga la sua felicità, per mantenerla o viverla comunque fino in fondo, dovrebbe essere isolato da tutto il contesto, egoista ed avulso dalla realtà circostante.

Impossibile essere felici e leggere le notizie o guardare la televisione. 
Ma anche girare per strada ed incontrare altre persone, avere una famiglia, parenti e amici a cui si tiene particolarmente. 
E’ l’empatia che ci frega.

Io credo alla felicità di qualche momento, quanto la gioia ti ottenebra e per un attimo dimentichi tutto il resto.
Ambisco più modestamente alla serenità ed alla contentezza.  
Già queste vanno mostrate con pudore…
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