Come regalo di Santa Lucia la mia autoradio ha deciso di perdere tutte le stazioni che avevo memorizzato così mi sono ritrovata ad ascoltare Radio Montecarlo.
Non è male, anzi.
Ad un certo punto i DJ hanno lanciato la seguente domanda: “Su cosa puntate per far colpo al primo appuntamento?”.
Io nel frattempo ero arrivata a casa e non ho sentito le risposte degli ascoltatori, ma la domanda ha continuato a ronzarmi in testa e così ho cercato nei meandri della memoria qualche lontanissima esperienza personale.
E’ incredibile come possano trascorrere anni, decenni ormai, senza pensare più a qualcosa.
C’è stato un tempo in cui aspettavo e temevo il primo appuntamento.
Si arriva a questo fatidico momento in vari modi.
Passivamente e spesso per sfinimento se si è stati oggetto di lunghi abbordaggi, di insistenti inviti, di descrizioni minuziose di ristorantini o luoghi sconosciuti ai più in cui l’uomo di turno vuole assolutamente portarti per vivere questa esperienza unica.
A me capitava di accettare di uscire con la stessa mentalità con cui si fa un fioretto, del tipo: “Dai, sforzati, è inutile che ti lamenti di essere sola se poi non esci con nessuno!”.
Questa soluzione non ha mai portato a nulla.
Per l’occasione mi preparavo senza particolare ansia e al massimo mi segnavo mentalmente il posto per una eventuale seconda visita con qualcuno di più meritevole.
Potevo essere veramente sgradevole.
Un po’ come faccio ora con i poveri operatori dei Call Center. “Grazie, non mi interessa, non voglio essere più disturbata”.
Poi c’erano gli “altri” primi appuntamenti.
Quelli desiderati, per i quali si era lavorato in modo sommerso ma implacabile, quelli che facevano passare ore a letto con l’occhio sbarrato ipotizzando tutti i possibili scenari, quelli che ti facevano venire caldo e freddo guardando l’orologio e contando il tempo che mancava.
Qui la preparazione era accurata: trucco e parrucco, scarpa tattica, vestito che esalta quello che c’è e mimetizza quello che non va, orecchini pendenti da far ondeggiare a ogni risatina, anelli con cui giocherellare per fargli vedere che belle mani che hai, poco profumo ma molta pulizia.
Ricordarsi di parlare poco e ascoltare molto.
Che esito avevano? Praticamente lo stesso del primo tipo.
Grosse delusioni e per giunta dopo aver sprecato tempo e denaro nella preparazione.
Aver investito il solito pacco di sogni e speranze per niente.
Doversi anche scusare “Ops, mi ero sbagliata, porta pazienza….”
Adesso so perché non avevo più ripensato a questa cosa: il primo appuntamento è un’esperienza che spero di non dover mai più ripetere.
Giusto l’ultima volta mi è andata bene.
Ci credo: con tutti i fallimenti precedenti non potevo sbagliare!
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he he he! Ti auguro anch'io di non dover più ripetere l'esperienza!
RispondiElimina... prima o poi un primo appuntamento "come si deve" capita!!!
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