E’ bastata una settimana di sole
e mille gemme hanno fatto capolino.
Cos’è
tutta questa fretta?
Non avevamo ancora potato nulla e così abbiamo dovuto tagliare senza pietà.
Non avevamo ancora potato nulla e così abbiamo dovuto tagliare senza pietà.
Ma adoriamo questa attività.
Ne
avevo già parlato in uno dei primi - e da me più amati - post “Vita in campagna”.
Potare una pianta, soprattutto una vigna, per
noi significa aprire un portale verso un altro mondo.
Il mondo dove volevamo vivere.
Dove il tempo
avrebbe dovuto essere scandito dai ritmi delle piante.
Così ci si ritrova a rifare
movimenti mai dimenticati, a ragionare su cosa accorciare, cosa eliminare. Immaginare lo stesso ramo da qui a qualche
settimana.
Il giardino è piccolo ed in poco
tempo tutti questi lavori sono fatti.
Io mi ritrovo a centellinare i tagli, per avere la scusa di passare ancora una mezz’oretta davanti la siepe di ibischi, tagliuzzando qui e là come un parrucchiere delle dive che ad ogni ZAC si allontana per ammirare il lavoro di insieme.
Io mi ritrovo a centellinare i tagli, per avere la scusa di passare ancora una mezz’oretta davanti la siepe di ibischi, tagliuzzando qui e là come un parrucchiere delle dive che ad ogni ZAC si allontana per ammirare il lavoro di insieme.
Non vedo l’ora che sia
primavera.
Togliere quei brutti sacchi
che coprono le piante più delicate, vedere spuntare le bulbose, rigenerare il
prato invaso dal muschio.
Bisogna resistere, perché giornate
come oggi inducono a pensare che il peggio sia passato, ma la gelata è sempre
in agguato e la visione dei tristi vasi sul balcone dovrà farmi compagnia per
altre due o tre settimane prima di azzardarsi a piantare le violette.
Per adesso accontentiamoci di
aver riordinato un po’.
.
.
Già ma attenzione perchè settimana prossima mi sa che ci sarà da rabbrividire parecchio!
RispondiEliminaE' bello avere una passione così per il verde, credo che sia una cosa rigenerante!