Passo delle Erbe, Val Badia, 2006 metri. Ecco dove mi trovo in questo momento.
Sta nevicando forte e forse accadrà quello che abbiamo sempre sognato: restare bloccati in un rifugio alpino fino al disgelo…
Ma non mi illudo. Siamo arrivati qui stamattina, appena prima dell’inizio della tormenta.
Abbiamo già testato sia lo strudel che i canederli ed il soggiorno forzato non ci preoccuperebbe più di tanto, ma vedo uno spalaneve dalla mia finestra e quindi giovedì prossimo credo torneremo a casa come previsto.
Abbiamo già testato sia lo strudel che i canederli ed il soggiorno forzato non ci preoccuperebbe più di tanto, ma vedo uno spalaneve dalla mia finestra e quindi giovedì prossimo credo torneremo a casa come previsto.
In realtà volevo scrivere di ieri sera.
Al Teatro Nuovo di Verona ho assistito allo spettacolo Itis Galileo di e con Marco Paolini.
Amo quest’uomo. Ma lo ama anche mio marito e quindi non c’è problema.
Marco Paolini è uno di quegli animali da palcoscenico che da soli riempiono la scena, senza bisogno di nulla tranne la loro voce e la loro verve innata.
E’ bruttino, mal vestito e pure basso, ma io starei ad ascoltarlo per ore. Come racconta le storie lui…è meraviglioso.
Un po’ in italiano, un po’ in veneto. Con dotte citazioni e con modi di dire contadini e popolari.
A casa ho le registrazioni di molti suoi spettacoli: dal mitico Vajont a Marco Polo, Ustica, i Bestiari ed i Cani del gas.
Un paio di anni fa ero andata a vedere “La macchina del capo”. Un bellissimo racconto sulla sua infanzia tra colonie estive e campetti sportivi.
Ieri invece ci ha spiegato Galileo Galilei, Aristotele e Copernico. In mezzo c’erano anche Keplero e Shakespeare.
Ci ha fatto ridere ma anche pensare, come fa sempre.
La società del 1500 per certi aspetti somigliava drammaticamente alla nostra, con il potere ed il denaro a traino di tutto. Il genio e la meschinità di un uomo che ha cambiato radicalmente la visione del mondo.
Io sapevo poco di Galileo perché, come dice Paolini, non ho fatto il Classico e nemmeno lo Scientifico però lui mi ha fatto venire voglia di approfondire l’argomento.
A giudicare dalla standing ovation finale non sono l’unica che lo farà.
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ricordo un tempo lontano in cui la Rai faceva ancora roba interessante... trasmettevano lo spettacolo sul vajont, e con mamma ci fermammo a guardarlo visto che andiamo spesso in montagna nella valle di fronte... ricordo che rimanemmo incollati alla tv per tre ore senza nemmeno fiatare. Bellissimo, emozionante...
RispondiEliminaBravo Paolini, e fortunati chi possono ancora andarselo a godere dal vivo al Teatro Nuovo, o a passare il ponte di Carnevale in montagna, da gran signori... Ma haime' di signori ne son rimasti davvero pochi e gli altri domattina si svegliano presto per andare al lavoro.
RispondiEliminaCome ha detto Floris ieri sera in tv c'è chi, come il Festival di Sanremo non prende atto che la nostra societa' e' molto cambiata...
Infatti, persone come lui andrebbero valorizzate!
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