giovedì 5 gennaio 2012

Non si uccidono così anche i cavalli?



Rubo il titolo di questo triste e bel film del ’69 per parlare di una delle tante brutte notizie che si ascoltano in questi giorni.

Infatti se è cambiato l’anno, non è certo cambiato quello che ci circonda. 

In primis la crisi economica ma non soltanto quella.

Parliamo di cavalli da corsa e di tutto quel mondo che girava intorno alle varie gare, agli ippodromi e alle scommesse.
Nessuno va più all’ippodromo. 
Le corse sono diminuite e nessuno scommette più sui cavalli. 

Non sono in crisi le scommesse. Anzi.
In tempi di crisi aumentano i tentativi di far fortuna facilmente, ma si scelgono mezzi più comodi. 
Si gioca al computer o in tabaccheria, se proprio si devono fare due passi.

Così tutto quel mondo fatto di personaggi pittoreschi, di allibratori ma anche di gente normale che passava un pomeriggio o una domenica alle corse, non esiste quasi più.

Ci sono non so quante migliaia di cavalli che sono solo un costo. 
Vengono svenduti, molti alla malavita per essere usati nelle corse clandestine senza la minima tutela. Vengono dopati e poi macellati, col rischio (per chi mangia la carne equina) di assumere anabolizzanti senza saperlo.

I più fortunati finiscono nei maneggi o da qualche privato che ha lo spazio e il denaro per mantenerli (circa 800 euro al mese).

Lo so che ci sono problemi più gravi.
Essere umani, e non equini,  che rischiano di morire di fame, ma mi ha fatto veramente pena vedere tutte queste stalle in disarmo, tutti questi carrozzini appoggiati alle pareti, tutto un mondo che sta sparendo.

E c’è ancora una volta l'esempio di come ci siamo impigriti e isolati. 

Scommettiamo, giochiamo a poker, compiliamo schedine davanti al computer. 
Soli in una camera.  Sempre più alienati e distanti. 

Perfino l’immagine di quattro amici in una stanza fumosa che passano la notte a giocare a carte mi sembra migliore di questa realtà virtuale, perfino il ricordo di quando con qualche collega all’uscita dal lavoro ci fermavamo alla sala corse per puntare su una tris mi fa nostalgia.  

La vincita o la perdita si condivideva. Ci si arrabbiava o si gioiva insieme.
E i cavalli avevano dei bellissimi nomi…
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1 commento:

  1. Avevo letto e sentito anch'io la notizia. Tristissimo, perchè questo è solo un piccolo esempio di come il mondo si sta lentamente ed inesorabilmente disumanizzando. Questo è il problema di elevare la tecnologia all'ennesima e massima potenza. Quanto tutto, anche la piu' piccole e banali attività non si faranno piu' manualmente ma con l'uso del computer. Vedi chi fà già la spesa al computer e se la fà portare a casa e non perchè non sia autosufficiente... Chi cerca il significato di una parola su google anziche' sul vocabolario... perchè è più veloce che mettersi a scartabellare...
    Non so quanti tornerebbero indietro. La mia paura è che tra un po' spariranno anche le librerie... già le più antiche hanno chiuso i battenti, e trovi i libri al supermercato... La saggezza, sarebbe forse una forma di misura e di equilibrio del "nuovo" , ma penso che in generale ci siamo molto, ma molto... lontani.

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