martedì 24 gennaio 2012

Noi e Einstein

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.

La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere “superato”.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni.”

(Albert Einstein – 1930)

Ieri ho condiviso su Facebook queste belle frasi, guadagnandomi il soliti “mi piace”.

Le ho rilette molte volte, annuendo e pensando che c’è del vero sicuramente. 
Mi sono detta che devo essere ottimista e fattiva.

Poi però mi sono illuminata: la maggioranza di noi ha in comune con Albert Einstein solo il fatto di essere umano.

E sono di nuovo sprofondata nello sconforto.
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4 commenti:

  1. Mai farsi prendere dallo sconforto... non era mica stato bocciato in matematica quell'uomo lì??? hehehe!

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  2. L'aforisma che mi piace di più di quest'uomo è : "la scienza senza la religione è zoppa; la religione senza la scienza è cieca", che funge anche da motto alla nostra scuola!

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  3. secondo me se inizi ad essre ottimista tu, il più possibile, si capisce, gli altri lo saranno intorno a te, di conseguenza.

    Se queste cose le dice uno scenziato con la lingua di fuori possiamo davvero crederci.

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