venerdì 15 ottobre 2010

Quando Facebook serve

Oggi è una di quelle giornate in cui mi sento di benedire Zuckerberg e la sua magnifica creazione.

Lo so, nel mio post del 27 luglio avevo detto che ero in fase "noia e disincanto", però avevo anche detto che ogni tanto accade il miracolo: si ritrova qualcuno che si cercava da tanto e che fa tanto piacere ritrovare.

Erano mesi che mi arrovellavo sui nomi delle mie compagne di stanza a Londra.
Nel lontanissimo 1980 ho lavorato part time in un ostello a South Kensington, dividendo la mia stanza con altre due ragazze australiane. La sistemazione era perfetta, il lavoro divertente e per niente pesante, la compagnia meravigliosa, fatta di giovani di tutto il mondo che venivano a passare qualche mese a Londra prima di iniziare la "vita vera".

Gay e Robyn erano le mie due coinquiline, coetanee ma molto più scafate: mi prendevano sempre in giro per la mia imbranataggine con gli uomini e per l'accento che mi faceva sembrare polacca...

E' rimasta storica la volta che le ho trovate completamente ubriache dopo che si erano scolate le mie tre bottiglie di Bardolino custodite gelosamente nell'armadio. Per non parlare di quando arrivavo in camera e subivo un fumo passivo non proprio di sigaretta...

Ma Gay era un diminutivo e solo ieri mi sono illuminata: Gabrielle! Ed era lì, con i suoi capelli rossi e il sorriso di allora.
Ed è stato bellissimo raccontarci tutta una vita e ricordare...

Si è laureata in psicologia e si occupa di risorse umane, ha due figli che sono più vecchi di noi allora  e  sbronze e spinelli sono solo un lontano ricordo... forse.

Melbourne è dall'altra parte del mondo, qui era mattina e la' sera, qui autunno e la' primavera, ma abbiamo chattato e il tempo e lo spazio per un po' erano spariti.   Troppo bello.
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